Tante i nuovi singoli in uscita anche per questa settimana e pronto come sempre ad ascoltarle per noi c’è il nostro critico Fabio Fiume, che certo le critiche, ma anche le lodi, non le risparmia. Cosa ci consiglierà questa settimana e cosa meno? Scopriamolo assieme con Da Oggi In Radio.
Si ricorda che si tratta del solo parere di Fabio Fiume e non di tutta la redazione di All Music Italia e che i voti espressi al termine delle mini recensioni non mettono in relazione alcuna artisti diversi tra loro, ma essi sono attribuiti alla canzone in base alla carriera dell’artista che la propone ed all’importanza che essa assume nel percorso dello stesso.
Allerija – Ci sarò per te
La chitarra inziale di questo brano ricorda molto M’innamoro di te dei Ricchi e Poveri. Il resto va da un’altra parte raggiungendo ad esempio similitudini vocali con Enzo Avitabile. Forse manca però un inciso forte che dia compattezza al prodotto dopo le robuste strofe. Di suo però è piacevolmente molto suonato.
Sei
Manuel Aspidi – Un angelo per me
La voce di Manuel è sempre molto bella, piena e colorata, ma continua a non trovare le canzoni giuste. Questo pezzo ad esempio fa tanto colonna sonora del Re Leone… solo che la stessa è datata 1994 e non 2019. Non è un brano sgradevole, solo che è un filo obsoleto; difficilmente i giovani di oggi possono interessarsi a questo tipo di proposta.
Cinque
Maria Bosisio – Liquido
Divisa tra strofe rappate, raccontate ed inciso che invece mette in mostra la vocalità molto dolce della nostra che accompagna la melodia rinunciando a dominarla, a primeggiare, ma accompagnandola. E per il tipo di messaggio, che racconta di coscienze e volti che ti parlano ma non ti ascoltano, è scelta artistica corretta. La voce che è serva della canzone e non viceversa.
Sette
Gianluca Capozzi – M’annammoro ancora e te
Il discorso musicale di Gianluca non era mai stato così “napulegno”, nemmeno agli esordi, quando veniva qualificato come neomelodico ed invece aveva buonissime intuizioni pop di carattere decisamente nazionale. Con questo pezzo la linea di demarcazione che lo separa dai neomelodici d.o.c è solo il fatto che non usa il dialetto con cadenze cafone ed usa la voce e gli acuti in maniera dritta, senza svirgolare, rifuggendo quella che a Napoli si dice “fronna e’ limone”
Cinque =
Stefano Colli – Guarda la notte
Le cose semplici, che ci possono persino sembrare scontate, spesso ci possono insegnare a sorridere, vivere. Lo recita il ritornello di questa canzone che è frutto della scrittura testuale di Gianluca Fantelli, mancato per Sla. Colli l’ ha messo in musica ed il risultato è abbastanza scenografico, quasi teatrale.
Sei ½
Luigi Grechi De Gregori – Rock della crostata
L’ispirazione rock anni 50 è abbastanza chiara, però qui Grechi De Gregori è quasi prigioniero di una mondo musicale che affronta con testo a doppio senso, che però non fa tutta questa simpatia come dovrebbe. E poi l’ho sentita chiamare in tanti modi, ma mai crostata!
Tre
Alex D’Herin – L’uomo senza storia
Si fa quasi fatica ad ascoltare una voce così cavernosa su una base leggera, allegra, che profuma di latino. In realtà D’Herin ha un suo mondo, un suo stile che potrebbe anche farsi largo come è successo ad altri prima di lui. Si parte da un timbro che può diventare riconoscibile. Basterebbe qualche occasione importante.
Sei+
Emilio – Dico bye bye
Sarebbe probabilmente stata più adatta per la bella stagione, quando cretinata più, cretinata meno, siamo più disposti a sentire anche una cosa come questa. Davvero il nulla artistico, solo un’orecchiabilità che però crede nella prevedibilità più sconcertante.
Tre
Romina Falconi – Vuoi l’amante
Continuano i racconti passionali di Romina Falconi, che qui è l’altra, come spesso accade; quella che serve per il sesso, tutta tacchi, trucco, che però deve accontentarsi dell’ undicesimo dito e di una casa in cui non l’aspetta nessuno. Affascinante dal punto di vista dei suoni ed anche del perbenismo lanciato alle ortiche. Certe cose vanno dette in maniera chiara!
Sette ½
Sandro Giacobbe – Solo un bacio
La voce di Giacobbe è molto più giovanile rispetto alle primavere che la sua faccia ha invece attraversato. Per questo ritorno l’artista si avvale di un coro che sembra quasi uscire da un ballo di corte, mentre per il suo cantato sembra un menestrello che affida al vento la sua chitarra e voce, sperando che la finestra della sua bella sia aperta e possa sentire. E’ chiaramente per un pubblico adulto, però sinceramente non è affatto brutta e soprattutto non te la saresti aspettata da lui.
Sei +
Chili Giaguaro – Alaska
E’ una sorta di lettera di presentazione per i Chili Giaguaro, che dal Salento decidono di proporre in maniera fresca il loro discorso rap, un po’ sull’onda di colleghi più conosciuti come i Boomdabash. E c’è anche la velata critica, nemmeno troppo velata, verso i discorsi rap accusando tra gli altri chi parla di continuo di pistole manco fosse un cecchino!
Sei +
Rocco Hunt & Nicola Siciliano – Ngopp a luna
Spesso Rocco comunica nei suoi testi un fortissimo senso di riconoscenza verso il suo passato, le persone care, la vita di sempre, quella magari lontana dai palchi, di quel bambino che scriveva canzoni nel bus. Questo pezzo è poco più che un regalo che l’artista salernitano ha fatto ai suoi fans, poco più di due minuti che sinceramente… appaiono un po’ sprecati. Se il nostro avesse tenuto l’idea per una canzone più completa non avrebbe sbagliato.
Cinque
Luchè & Sfera Ebbasta – Stamm fort
E vabè! Soldi, sesso, brand, orologi, boria da vendere. Si uniscono due pezzi forti del rap & trap del momento… ma lo fanno per dire cose del tipo “quest’estate sono single pure tu, quindi vieni e te lo spingo”. Sarà pure moda e la musica ipnotica devo dire che non dispiace, però si può mai apprezzare un testo del genere?
Quattro
Mondo Marcio – Leggenda urbana
Certe volte Marcio dovrebbe scandire meglio le parole; sembra che abbia perennemente una caramella in bocca. E’ un invito a non smettere di sognare, di inseguire i propri sogni, che devono fare rumore sennò non sono abbastanza forti, non ci tenevi abbastanza. La proposta è a misura di Marcio, quindi se funziona o meno è solo per questione di spazi concessi.
Sei
Napodano – Lucciole
Tutto molto vintage ma non nel senso positivo del termine. E’ tutto così andato, impolverato. Il discorso generale è sul senso artistico, su cosa voglia dire essere artisti e come già il termine possa essere di suo effimero, come le luci di una lucciola. Però lo sbadiglio è dietro l’angolo.
Quattro ½
Nesli – Vengo in pace
La chitarra che regge la linea guida del nuovo singolo di Nesli potrebbe essere ripresa pari, pari da un deejay di fama mondiale ed utilizzata come base da dancefloor. E’ chiaramente in pace con se stesso Nesli per questo pezzo che può permettersi persino di non avere un inciso vero e proprio, visto che esso è in realtà un proseguo musicale delle strofe. Tante parole di senso compiuto, una variazione elettronica che non ti aspetti ed un finale che profuma di vinile scricchiolante. Attenzione, il brano è solo negli store musicali ma non essendo un singolo non è stato mandato alle radio!
Sette
No Name Italian Flavour – A braccia aperte
Ascolto e mi si riproducono subito le ragnatele sotto le ascelle e … vi assicuro che sono uno molto attento all’igiene. E’ tutto così vecchio, che produce persino quell’odore di disinfettante per dentiere! Proprio no.
Tre
Gué Pequeno & Frah Quintale – 2%
Proposta quasi tutta a due voci, mostra un Gué più allegrotto su atmosfere più distese. C’è solo un problema, che come sempre il testo è un po’ adolescenziale. Mi fa difficoltà sentire queste cose cantate da un quasi quarantenne. Connessione, batterie, ed immancabili “brillocchi”, per una canzone che dice “se mi prendi la mano tu mi riaccendi e mi ricarichi anche se non sono stato bravo”. Orecchiabile è orecchiabile, non c’è dubbio, però…
Sei=
Riccardo – Come fosse niente
Ha molto nell’approccio vocale del mondo “tizianesco” questo brano con cui tale Riccardo cerca di farsi notare. E’ un brano generico e con questo termine intendo dire che è una canzone carina nell’insieme, ma che avrebbe potuto cantare chiunque. La differenza la fa la personalità di chi la interpreta e quella di Riccardo è ancora un po’ acerba.
Cinque ½
Gero Riggio – Svuoto il bicchiere
Lettera dolcissima tra figlia e padre, che però non sono due qualunque, ma sono Fiammetta e Paolo Borsellino. Racconta di un episodio, un incidente banale intercorso a tale padre prima che diventasse storia tutta la sua vita. C’è anche una parte recitata che semmai aumenta ancor di più la delicatezza, perché nel frattempo la vita di quel padre è stata spezzata. Chiuderei qualche “e” in generale.
Sette ½
Santandrea – Sono solo
E’ un mondo cantautorale moderno, attualissimo, solo proposto, almeno in questa canzone, in maniera un po’ noiosetta, fino quasi alla metà. Già, perché poi all’improvviso il brano si veste di un arrangiamento che per alcune sfumature ricorda un po’ gli anni 70, diventando completamente altro. Da ascoltare più volte.
Sei
Solidea – A portata di cuore
Dopo incursioni varie in mondi tra il melodico classico ed il jazz più leggero, Solidea propone un solido brano pop che è la sua voce a rendere particolare. Perché il suo cantato sembra arrivare da altri tempi, con ispirazioni decisamente poco contemporanee. Eppure su un pezzo del genere esse danno quel colore che lo rende diverso da una più lineare ma sicuramente banale esecuzione pop.
Sei ½
Strike – Mantra pop
Un po’ di combinazione di cose in questo brano . Il cantato della voce degli Strike richiama molto in alcune sfumature quella di Pau dei Negrita. Pezzo allegrotto che gioca tra chitarre, sentori di fiati e richiami di cose andate, quasi charleston. Fa simpatia.
Sei
Osvaldo Supino – How do we know
Continua a scegliere oculatamente le sue proposte Osvaldo e queste non invidiano mai mondi sonori internazionali. Qui il nostro pur rimanendo in tematiche dance, si avvicina ancor di più a concezioni musicali molto americane, almeno nell’arrangiamento vocale. Gli effetti sulla voce non invadono ma abbelliscono, rendono più variegato il tono sfruttando anche raddoppi e sovrapposizioni. Molto centrata.
Sette ½
The Lizards’ Invasion – INcredible
Da Vicenza con un’idea rock ben precisa. In questo singolo le idee sono più di una, e convergono in maniera precisa rendendo il tutto di senso compiuto e soprattutto capace di strappare attenzione, data dal cercare di capire che tipo di evoluzione si possa avere. La voce è convincente e piena.
Sette
Giulio Tonioni – Trascinami
Si propone con una ballata giocata su cambi d’intenzione vocale: talvolta in falsetto, altre sabbiata, altre ancora un po’ spostata sul melò. Molti effetti ed echi però fanno perdere le reali potenzialità. Il pezzo è metricamente ben scritto, ma ha la pecca di non svelare nessuna novità. E’ tutto abbastanza prevedibile.
Cinque
Margherita Vicario – Abauè
Oh! Qualcuno che dice finalmente che nella trap si parla solo di soldi, puttane, gioielli, ricchezze, dissoluzione, disagi di periferia. E lo fa usando dei mezzi stilistici simili, ma giocando con la musica, prendendo suoni world e mettendoci una certa ironia nel racconto. Vivaddio!
Sette ½