Questa domanda me la sono posta molte volte nel corso dei questi ultimi anni: perché in Italia non esiste un Justin Bieber?
Probabilmente se queste righe le avessi scritte prima dell’uscita di Purpose mi sarei beccato anche un sacco di insulti di cui onestamente mi sarebbe fregato poco perché il succo è uno: Justin Bieber ha talento, ha stoffa, ha l’immagine ed è il sogno proibito di qualsiasi produttore che intenda produrre un artista per vendere musica. Punto.
Poi ti tira fuori un album come Purpose e le parole negative stanno davvero a zero, come ai tempi del debutto (guardato con sospetto da molti) di Timberlake con il primo album da solista.
La carriera di Bieber inizia quasi un modo stucchevole, con i connotati della favola…
Il produttore Scooter Braun navigando su internet si imbatte nel 2007 in un video di Bieber e ne rimane impressionato al punto da rintracciare la madre (inizialmente riluttante) per metterlo sotto contratto. Di lì a poco firma il primo contratto e realizza un demo con Usher e lo stesso Braun. Justin Bieber ai tempi del suo esordio ha soli quattordici anni.
Il resto è storia della musica pop moderna (è pop non è una parolaccia, semplicemente un genere musicale, dignitoso come tanti altri e diverso da tanti altri)…
Da allora Bieber ha tra le altre cose:
- Cantato per il Presidente Barack Obama
- Presentato i Grammy Awards
- Debuttato col primo disco alla #1 della Billboard 200 diventando il più giovane cantante maschile a farlo e superando il record di Lionel Ritchie del 1963
- Pubblicato un video, Baby, che rientra tra i primi 3 + visti e apprezzati su Youtube
- Recitato insieme a Lady Gaga nella parte dell’alieno in Men in black III
- Guadagnato un Guinness World Record per essere il più giovane artista a debuttare in prima posizione della Billboard 100 in soli cinque minuti
- Debuttato con sei dischi alla numero uno della Billboard 200
- Si è schierato a favore della comunità LGBT collaborando attivamente al progetto It Gets better con lo scopo di prevenire i suicidi di giovani ragazzi LGBT
- Nessuno dei suoi album di inediti ha venduto meno di 1.000.000 copie nei soli Stati Uniti
- Primo artista a superare i 10 miliardi di visualizzazioni dei suoi video ufficiali in soli sei anni
- Superato i Beatles piazzando 17 canzoni nella Billboard Hot 100
In tutto questo ha anche sfiorato il lato oscuro del successo e lo ha pagato a caro prezzo con le sue foto, i suoi video e la sua privacy sbattuta sulle prime pagine di tutti i giornali e i siti web del mondo… che fosse vandalismo, guida in stato di ebrezza o aggressioni.
In pochi hanno pensato che questo ragazzo OGGI ha 22 anni e da quando ha 14 anni vive una vita fatta di grandi guadagni, celebrità e privilegi ma, allo stesso tempo, ne paga il prezzo non conoscendo la vita normale fatta di passeggiate, giochi con gli amici e quant’altro un adolescente attraversi (e gli spetti di diritto) nella sua vita.
Di fronte a tutto ciò i media non hanno un minimo di pudore, poco importa che a pagarne il prezzo sia la psiche di un ragazzino sottoposto ad uno stress continuo… del resto il mondo della musica pretende di poter spremere le proprie galline dalle uova d’oro e che siano esseri umani poco importa.
Tornando alla musica, tutti dopo le turbolente vicende private aspettavano al varco Bieber e lui ha risposto a tutti loro con la musica, con Purpose, un disco di ottimo pop, prodotto in maniera eccelsa e cantato e presentato in maniera altrettanto impeccabile.
Un disco che ha debuttato al primo posto in 13 paesi (Argentina, Australia, Brasile, Canada, Danimarca, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti, Svezia e Svizzera) e nella Top 3 di dieci paesi, Italia compresa, vendendo al momento grazie a singoli quali What do you Mean, Sorry, I’ll Show you, Love Yourself e Company, oltre 2 milioni e mezzo di copie.
Fin qui abbiamo parlato molto di numeri, ma Bieber non ha solo quelli dalla sua parte, questo ragazzo è un cocktail vincente di caratteristiche… sa cantare, sa tenere il palco con un’ottima presenza scenica, sa suonare, sa calamitare l’attenzione su di sé, è abbastanza bello da piacere al suo pubblico e sa scegliere le canzoni da cantare (o sa affidarsi alle giuste persone che lo fanno) proponendo una musica in costante evoluzione di pari passo con la sua età con testi e suoni che riflettono la sua generazione.
Allora si torna al discorso di partenza…
Perché in Italia (ovviamente con le dovute proporzioni tra un artista nazionale ed uno nostrano) non esiste un Justin Bieber?
Perché i ragazzi suoi coetanei (Alessandro Casillo un esempio preso a caso) non fanno musica adatta ai loro coetanei ma si cimentano in brani che assomigliano più al repertorio di Massimo Ranieri?
E non parliamo del solito discorso del suono perché in Italia abbiamo produttori capaci di impreziosire dischi con un sound moderno e attuale.
E allora perché in Italia non esiste un Justin Bieber?
Colpa del pubblico? Colpa della cultura musicale del nostro paese (ma in ogni caso Bieber ha venduto nel nostro paese quasi 30.000 copie che in questo momento in Italia non sono bruscolini), colpa dei discografici che non sanno cercare o non vogliono rischiare?
Voi cosa ne pensate? Scrivetecelo, fateci sapere la vostra opinione e intanto comprate e ascoltate Purpose, un ottimo album di buon pop e se per caso all’ascolto c’è un giovane ragazzo che pensa di poter essere il J.B italiano, ci scriva… onestamente non vediamo l’ora di aiutarlo ad emergere.