Abbiamo raggiunto telefonicamente Enrico Nigiotti per realizzare un’intervista che potesse raccogliere un bilancio dell’esperienza vissuta a Sanremo, dove tra le nuove proposte ha sfiorato il colpaccio con Qualcosa da decidere e soprattutto per poter parlare con lui dei molti progetti in corso.
Una serie di impegni che in breve tempo lo hanno visto diventare l’artista ufficiale per l’apertura dei concerti di Gianna Nannini durante il suo Hitalia Tour, lanciare un secondo singolo sula propria storia fatta di tenacia e speranza, accompagnato da un video nel quale appare completamente nudo in una metafora esplicita della libertà che insegue da tempo, nella musica e nella vita.
In tutto ciò Enrico Nigiotti trova il tempo per debuttare come attore in un’opera cinematografica prestigiosa. Scopriamo come grazie ad un Euro è riuscito ad entrare nel cast del prossimo film di Paolo Virzì…
Buona lettura
Bentornato Enrico, ci incontriamo a distanza di qualche mese dalla tua partecipazione a Sanremo, dove hai partecipato con Qualcosa da decidere. Qual’è il ricordo più bello della prima fase del tuo progetto?
Forse la prima serata, dopo aver cantato Qualcosa da decidere per la prima volta, è stato come liberarmi…o forse no, quando è uscita la notizia che su Spotify il mio brano era il più ascoltato, quello forse è stato il momento della rivincita, il primo riscontro vero e concreto.
A Sanremo poi era tutta una festa, ogni volta che passavo la gente mi canticchiava il pezzo, il modo migliore per vivere quello che per me era davvero un nuovo punto di inizio.
Un nuovo inizio al quale ti sei preparato con molta dedizione, quasi entrando in ritiro per esser pronto fisicamente e mentalmente. È andato tutto per il verso giusto?
Io sono contento, credo di aver gestito bene il palco e tutte le attività collaterali… è andata davvero bene e ora sta andando ancora meglio, anche se sono passati solo pochi mesi per me è stato come un salto di due anni…
Ora sta andando ancora meglio anche grazie al lancio del tuo nuovo singolo, Ora che non è tardi. Ascoltandolo pensavo fosse un pezzo scritto nel tuo periodo di stop, come fosse la cronaca di quel periodo e della tua voglia di riscatto, prima che si ripresentasse la grande occasione, invece è stato l’ultimo ad essere creato. Mi racconti la sua nascita?
È il brano più giovane del disco, come fosse il riassunto di tutta la mia storia, un racconto che vorrei diventasse un messaggio a tutti i ragazzi, il mio dire loro di “non mollare” e continuare a lottare per ottenere ciò che vogliono, portando la mia storia vera a dimostrazione: se io avessi mollato dopo tutti i no ricevuti a quest’ora non sarei qui a parlare con te… non sono gli altri a dover decidere per te ma ognuno di noi deve decidere per se.
Un brano lanciato con un video molto particolare, dove la libertà da costrizioni e sovrastrutture si trasferisce in immagine con te che via via ti spogli, restando completamente nudo… un’idea piuttosto forte, che potrebbe sembrare esibizionista, anche se portata in scena con minimalismo e naturalezza. Di chi è stata l’idea?
L’idea è stata mia, appena abbiamo iniziato a pensarci, da subito ho detto che avrei voluto fare questo tipo di video: qualcosa di forte, che colpisse. La mia fortuna è stata avere Franco Cristaldi alla regia, un grande artista che subito mi ha dato carta bianca… il video l’abbiamo costruito al telefono, le mie linee guida erano il voler fare un video nel quale mi spogliavo, arrivando ad essere completamente nudo, in bianco e nero, senza comparse o situazioni affollate… una canzone nella quale portare esclusivamente me stesso, senza contorno o atmosfere particolari.
Imbarazzi?
Proprio perché era un’idea totalmente mia, sul set non mi sono vergognato per niente, sapevo quale fosse il risultato da raggiungere, mi importava solo quello.
ORA CHE NON È TARDI – ENRICO NIGIOTTI – VIDEO
Un idea totalmente tua, sicuramente la dimostrazione di avere un team di lavoro invidiabile: non è facile per un emergente al secondo singolo avere carta bianca…
Infatti sono davvero molto felice: nel mio piccolo ho un passato nel mondo discografico, da quando avevo 19 anni ho esperienze in questo campo. Proprio per questo apprezzo come mi sto trovando adesso con Universal, con la mia manager e il mio gruppo di lavoro: non sono un oggetto, un prodotto da gestire e muovere come fossi un pupazzo, finalmente sto facendo quello che voglio fare nel modo che ho sempre desiderato…
Un gran bel momento quindi…
Speriamo continui così ma non è facile, ci si scontra sempre con grandi realtà, chi esce da un talent ora arriva a un triplo disco di platino e riempie i palasport… la concorrenza è agguerrita…
Beh, ci sono anche ragazzi usciti dai talent pochi mesi fa e già scomparsi… anche tra le nuove proposte di Sanremo… non era scontatissimo che a maggio tu fossi ancora qui a parlare di successi e progetti importanti… tra questi la partecipazione che ti vedrà debuttare come attore nel nuovo film di Paolo Virzì (La Pazza Gioia, storia di due pazienti psichiatriche interpretate da Micaela Ramazzotti e Valeria Bruni Tedeschi ndr). Com’è nata questa partecipazione?
Anche questa è una cosa partita dal nulla, dopo Sanremo ho avuto un contatto con Virzì (entrambi sono di Livorno ndr) e ho scoperto che mi aveva seguito ed apprezzato al Festival… mi fece i complimenti e una battuta: “mi devi 1 Euro, perché ti ho votato…” io gli risposi che per restituire l’Euro avrebbe potuto chiamarmi per fare qualsiasi cosa… così è nata la collaborazione, all’inizio pensavo fosse solo una possibilità in ambito musicale, invece mi ha scritturato come attore… e ora sono qui a dividermi tra le scene del film e le ultime date in Tour con Gianna Nannini… ieri ero a Roma sul set, oggi sono a Padova a suonare (ride ndr).
È la tua prima esperienza da attore?
Esclusi i video musicali è la prima volta che giro qualcosa… come tutte le cose ora le vivo bene, senza preoccupazioni ma con la voglia di farle, cerco di godermela al massimo e di essere professionale: Virzì è uno dei pochi che in Italia fanno ancora film di spessore e avere una parte in un suo film, anche se piccola da attore e non da comparsa, è una cosa molto importante per me.
Non saprò cosa vuol dire avere un disco di platino o enormi successi in radio ma posso assicurarti che a livello artistico ho raccolto un sacco di soddisfazioni che non credo ti possano arrivare dal solo successo in classifica. E la cosa più bella è che son cose che mi sono creato io, nessuno mi ha regalato nulla, fino a 8 mesi fa ero in campagna col nonno a lavorare la terra e nessuno mi considerava…
Capitolo Nannini. Hai accompagnato tutto il tour di Gianna Nannini come opening act, l’apertura dei concerti a grandi nomi è motivo d’orgoglio ma anche di preoccupazione immagino, con un pubblico enorme che non è li per te… come è andata?
Ero molto emozionato alla data zero di Morbegno, che fu anche la più piccola. In tutte le altre mi sono via via abituato, ho avuto la fortuna che le più grandi fan di Gianna, quelle che stanno proprio a bordo palco, hanno iniziato quasi subito ad apprezzarmi e sostenermi. A Milano al Forum d’Assago è stata una grandissima serata, 12mila persone e sentivo proprio che la gente ascoltava la mia musica, mi applaudiva… un’avventura molto bella che anche a livello di esperienza mi da tanto.
Leggenda narra che ti sei autoproposto a lei durante una data Instore. Com’è andata? Hai avuto qualche tramite?
La mia manager è anche la sua (Adele DiPalma ndr), quindi sono stato facilitato a passar nel backstage, però non ha mediato in alcun modo… stiamo parlando di un’artista talmente grossa che non può essere mediata da nessuno, mi sono proposto ed è stata una vittoria perché nessuno era mai stato artista di supporto fisso per tutto un tour di Gianna, lei è stata molto carina con me e le devo davvero tanto, con lei ho acquistato sicurezza sul palco e professionalità… in futuro spero di aprire altri tour, perché è una gavetta preziosa.
Aldilà dell’opportunità hai avuto modo di interagire direttamente con lei?
Certo, ti dico solo che il primo giorno lei è venuta al mixer ascoltando i suoni, seguendomi… in ogni data ho fatto un pezzo suo Un giorno disumano per volontà sua… stiamo parlando di un’artista che può esser tranquillamente definita il Vasco Rossi al femminile, sarebbe stato un onore solo partecipare, invece è stata pure molto carina con me… il massimo!
GIANNA NANNINI feat. ENRICO NIGIOTTI – UN GIORNO DISUMANO LIVE
#hitaliarockstour2015 Un Giorno Disumano Enrico Nigiotti
Posted by Gianna Nannini on Sabato 23 maggio 2015
Qual’è la canzone che ti piace di più del disco Hitalia, con le versioni di Gianna dei più grandi pezzi italiani?
Dio è morto è una canzone che mi piace tantissimo sin dall’originale. Pensando all’interpretazione di Gianna direi che L’Immensità è venuta veramente bene.
Per vedere un live 100% di Enrico Nigiotti dovremo aspettare molto? Hai in cantiere qualcosa per l’estate?
Non ho ancora date precise ma ce ne saranno molte, appena avrò un momento libero ci penserò per bene, almeno che non debba girare altri film, ma non credo (ride ndr).
Quali sono le difficoltà per un emergente a proporre il proprio progetto discografico in questo momento? Le politiche dei grandi network radiofonici spesso sono discusse e discutibili, le nuove leve dei talent sono tante e saturano molti spazi…
Le difficoltà sono molte, è cambiato tutto… la gente non ascolta quasi più la musica, spesso compra i dischi per il personaggio… esplodere in classifica è quasi impossibile, anche chi ha vinto Sanremo Giovani quest’anno non ha fatto niente in classifica… non voglio criticare, ognuno fa la propria strada, io ho scelto – autoeliminandomi da un talent – un percorso diverso, simile a quelli che si facevano una volta, come Vasco Rossi o la Nannini, con le logiche di adesso molti di loro non potrebbero esplodere, il momento è difficile per tutti: quando vedi i big andare a fare i giudici nei talent per avere visibilità…
La strada è difficile ma non impossibile, io sto continuando senza guardare agli altri, altrimenti mi demoralizzerei, io voglio suonare e non mi deve interessare se c’è un altro con il triplo disco di platino che vale meno di me… l’importante è rimanere e non avere fretta, non esistono tempi prestabiliti.
Tornando al tuo disco, la canzone che apprezzo di più e che mostra il tuo volto più cantautorale per ora poco messo in luce nel tuo progetto, è Chardonnay, gioiellino che racconta i vizi in chiave molto particolare. Che rapporto hai con i piaceri della vita?
(ride ndr) Ho dei rapporti molto intensi, sono vizioso… quando si è professionisti poi i vizi vanno limati, diventano più sporadici per via degli impegni e della credibilità che occorre dimostrare, anche solo a livello di immagine… il vino purtroppo fa ingrassare. In ogni caso anch’io ho i miei demoni, ma ho imparato a controllarli, in nome della musica che la cosa a cui tengo di più… sarebbe stupido da parte mia “autodistruggermi”..
CHARDONNAY – ENRICO NIGIOTTI – AUDIO
Sicuramente l’esser viziosi e aver provato molti aspetti della vita fa si che il disco di Enrico Nigiotti contenga tratti di vissuto che lo rendono sicuramente più ricco e interessante di qualsiasi nuova leva proposta dai nuovi talent, per questo oltre a ringraziare Enrico Nigiotti per la consueta disponibilità e simpatia, vi consigliamo di supportare la musica italiana, a maggior ragione se giovane, acquistando l’album Qualcosa da decidere.