Il sottobosco della musica indipendente italiana ci ha regalato da qualche anno a questa parte tutta una serie di gioie; Roberta Giallo tra queste è sicuramente una tra le più splendenti e, anche per questo motivo, oggi abbiamo deciso di intervistarla per permettervi di conoscere meglio questa straordinaria artista.
Nata a Senigallia, classe 1982, compone la sua prima canzone originale all’età di 11 anni. Nel 2002 si trasferisce a Bologna per frequentare l’università e dà inconsapevolmente il via alla sua carriera, tanto breve quanto luminosa: dall’incontro speciale con il Maestro Lucio Dalla che ha generato una collaborazione che ha preso forme sempre diverse nel tempo al rapporto artistico con Mauro Malavasi sfociato invece nella recente pubblicazione dell’opera prima di Roberta (la parola opera non è un caso, più avanti scoprirete il perché) dal titolo L’oscurità di Guillaume. Nel mezzo tanta attività live (opening act per Sting, Carmen Consoli, Edoardo Bennato, Alex Britti), collaborazioni nelle produzioni di artisti di punta del panorama italiano come autrice ed interprete (Lucio Dalla, Samuele Bersani, Valentino Corvino, Gnu Quartet e molti altri), premi e riconoscimenti come se piovesse ( miglior esibizione a Musicultura 2013; per due volte vincitrice della borsa di studio al CET di Mogol; primo posto al Festival Mediterrano, Soleada Festival e Cornetto Free Music Festival).
Di pari passo ha viaggiata anche la seconda anima di Roberta, quella teatrale che ha liberato nel corso degli anni tutta la sua creatività facendola passare con scioltezza dal ruolo di interprete a quello di autrice, sceneggiatrice e regista in diversi spettacoli originali portando la cantautrice nel luglio 2016 addirittura ad Hong Kong dove ha registrato sold out con l’opera (rimasta inedita per l’Italia) intitolata Trip of a dreaming soul.
Viene da chiedersi come mai il grande pubblico non si sia ancora accorto di lei; noi di All Music Italia l’abbiamo raggiunta telefonicamente nel mezzo dei suoi mille progetti ed abbiamo scambiato qualche battuta con lei per presentarvi un pezzetto del piccolo grande mondo variopinto di Roberta Giallo
Buona lettura
Qualche settimana fa hai ritirato il PREMIO INEDITO al Salone del Libro di Torino con Io canto l’estate, un nuovo brano non ancora edito. Cosa puoi raccontarci di questa esperienza?
Io canto l’estate è come molte mie canzoni un pezzo che contiene un ossimoro. Io sono così, mi piace vivere di contrasti, di grandi speranze e disillusioni. Viviamo in un momento storico molto complicato che a guardare l’orizzonte lo si vede o tutto nero, o con una punta di speranza; il punto di vista resta il nostro ed io cerco di guardare avanti nel modo più luminoso possibile: come recita parte del testo del brano: “io canto l’estate in pieno inverno”; un invito a cercare il sole in mezzo alle nuvole cercando di restare positivi nonostante tutto. Attraverso le immagini che canto cerco di raggiungere uno stato più puro che solo l’arte può regalarmi, l’arte è ciò che ci salva.
Sei in attività da più di dieci anni ed a parte un ep pubblicato nel 2014 (Di luce propria) L’oscurità di Guillaume può definirsi il tuo primo vero album. Come mai è arrivato soltanto ora?
Sono un’artista e una donna complessa. Ho sempre dei progetti per la testa e non mi fermo mai; il teatro, le produzioni, lo studio hanno inevitabilmente rallentato la pubblicazione di questo primo capitolo, ma forse più banalmente era soltanto giusto il momento. Certo è che di dischi pronti ne avrei avuti tanti nel corso di questi anni però spesso da una parte le dinamiche discografiche solite e la vita stessa che accade, dall’altra la mia voglia di curiosare sempre in mondi diversi hanno lasciato che passasse questo tempo fino ad arrivare a Guillaume.
Un concept album a tinte forti, era questo il disco che sognavi per il tuo “debutto”?
L’arte ha un modo tutto suo di venire fuori. Probabilmente L’oscurità di Guillaume non era il (primo) disco che avevo previsto nella mia carriera, senza nessuna ragione in particolare s’intende, ma la sua scrittura e la sua forza sono venute fuori così intensamente che nel momento in cui l’ho concepito ha convinto e trascinato molte persone vicine a me che hanno apprezzato il progetto e voluto poi farne parte… Quale spinta migliore?
Di base si parla d’amore in ogni sua sfaccettatura; come mai hai deciso di sottolinearne proprio l’oscurità?
Ho vissuto una storia così intensa che ha destato sconcerto nelle persone a cui l’ho raccontata, ma prima di tutto quella storia ha sconcertato me!
Ad un certo punto della mia vita mi è capitato di avere una relazione molto forte con una persona. In quel periodo scrissi molte canzoni che parlavano di lui: Guillaume era un ragazzo francese che conobbi un giorno di sfuggita a Bologna. Da subito iniziò una corrispondenza virtuale fitta e corposa che durò oltre 8 mesi ed in cui io mi lasciai molto andare, poi all’improvviso il nulla. Dentro l’oscurità ci finiscono tante cose: le domande innanzitutto su chi realmente fosse Guillaume, una persona che in cosi poco tempo era riuscito a arrivarmi tanto vicino al cuore e poi all’improvviso sparito senza un vero motivo. Stranamente il suo amore lo ricordo come l’amore più forte, come le storie più improbabili che ci restano dentro per la vita.
L’oscurità racchiude la nube che era dentro di me. Nella vita incontriamo parte di noi stessi. Se ci affascinano le persone misteriose e perché un po’ di mistero lo nascondiamo anche noi. Nei miei live mi piace tracciare le linee e mettere insieme tutta la costruzione della storia, dalla nascita all’epilogo che però rivelo soltanto ai concerti.
Cosa succede dopo Guillaume? Quali sono i tuoi prossimi impegni?
Innanzitutto ho una bellissima notizia che mi hanno appena comunicato: sarò l’unica finalista donna del premio Bindi che si terrà il prossimo 8 luglio a Santa Margherita Ligure! Sono felicissima! Nel corso dell’estate dovrebbero uscire dei videoclip molto originali che accompagneranno qualche brano del disco senza seguire necessariamente una promozione discografica ma semplicemente il piacere di dare un’eco a questo lavoro che mi rende molto orgogliosa. A seguire ci sarà un tour legato allo spettacolo di Federico Rampini, L’età del caos di cui faremo un’anteprima a Bologna il 18 giugno alla festa di Repubblica poi a Spoleto (Chiostro San Nicolò) il 9 luglio la prima assoluta nel contesto di un Festival fighissimo ed a seguire un’altra serata a Cosenza. Sempre a luglio volerò in Puglia per un concerto speciale dove sarò la voce solista accompagnata da una meravigliosa orchestra a mia disposizione diretta dal maestro Valentino Corvino con cui ho già collaborato per alcuni brani, e canterò una bella parte del repertorio dei Beatles, e potete immaginare che onore! Inoltre ho appena registrato con Fonoprit, un’etichetta storica di Bologna, un’intervista ed una session live di alcuni miei brani: uno di questi è una versione alternativa di Oz, una delle canzoni contenute nell’album.
Qualche anno fa sei approdata a Bologna ed hai stretto un forte legame con la città che ti ha adottata. Cosa ti ha tenuta stretta lì?
Fin da bambina avevo il mito di Bologna: i miei genitori hanno studiato qui, si sono incontrati e mi hanno sempre parlato di questa città come un posto magico, fuori dall’ordinario così sono cresciuta con la curiosità costante di scoprire anche io quella magia, e ne sono rimasta folgorata. Bologna è un posto da amare: la vivacità, lo spirito, le sue contraddizioni. Questa città mi ha regalato anni bellissimi ed incontri straordinari, imprescindibili per la mia carriera e la mia vita: innanzitutto ho conosciuto qui Mauro Malavasi, la persona che ha segnato una buona fetta del mio percorso artistico tra cui la produzione artistica del mio album; grazie a Mauro ho avuto l’onore di conoscere anche il grande Lucio (Dalla) ad una cena ricordo, in Via Farini; sapevo che aveva ascoltato i provini del mio album e ne era rimasto colpito così ci confrontammo ed iniziò una collaborazione che lungo la strada ha assunto sempre forme diverse di cui quest’album è solo una sfaccettatura; in realtà nascosti sotto la sabbia ci sono ancora uno spettacolo teatrale ed un romanzo!
Grazie a Lucio ho conosciuto a sua volta Marcello e Valentino Corvino con cui sto collaborando attualmente per tutto quello che riguarda le produzioni teatrali.
C’è nell’immenso repertorio di Lucio Dalla un brano che avresti voluto comporre e cantare tu?
E’ impossibile rispondere in modo esaustivo a questa domanda, potrei dire: Tutte! Di Lucio amo sia l’aspetto tragico che quello comico nell’approccio alle canzoni che poi spesso sono intrecciati; In questo senso Disperato erotico stomp è sicuramente il brano che canto con più piacere da anni e che rappresenta al meglio la genialità pazzoide del suo autore. Se devo pensare invece ad una canzone con una profondità un po diversa ed un’atmosfera più “tragica” mi viene in mente Viaggi organizzati, un brano non molto conosciuto del repertorio di Lucio ma anche un classico, Futura. Per la verità recentemente ho avuto l’onore di interpretare per davvero dei versi inediti di una produzione sconosciuta di Lucio intitolata Anidride solforosa, in cui sono stata chiamata a cantare il brano La canzone di Orlando.
Hai mai pensato che per accorciare i tempi ed arrivare al tuo scopo la televisione o un talent avrebbero potuto darti una mano?
No, ma non sono una criticona a priori: semplicemente non mi piace parlare di quello che non so. Non ho mai disdegnato la tv per principio ma, come lascia intravedere il mio percorso artistico nemmeno l’ho mai rincorsa per fare prima. In alcuni format ci sono delle regole che non coincidono con il mio essere cantautrice e libera di cantare quello che mi piace quindi semplicemente non ho mai pensato di frequentarli.
Festival di Sanremo?
Magari! Il problema è arrivarci… E’ la chance numero uno per arrivare in tre minuti nelle case di tutti gli italiani. Mi piacerebbe molto partecipare, è un sogno.
Se ti proponessero di partecipare ma con un brano scritto da qualcun altro come reagiresti?
Dipende dal brano (ride n.d.r) Sono una cantautrice ma anche un’interprete, soprattutto in teatro quindi se la canzone fosse quella giusta non ci sarebbe nessun problema. Credo che il Festival sia il sogno di un po tutti quelli che hanno a che fare con la musica, in qualsiasi forma.