Prosegue il nostro progetto che ha come obbiettivo il farvi conoscere meglio i giovani artisti che venerdì 27 novembre, durante una diretta Rai condotta da Carlo Conti, si contenderanno la possibilità di entrare nel cast della sezione giovani del prossimo Festival di Sanremo.
8 posti in totale: 6 nomi usciranno da un’ulteriore selezione dei 12 finalisti scelti tra le centinaia di proposte giunte alla commissione. La stessa che nella serata del 27 comunicherà anche i 2 prescelti tra gli 8 vincitori di Area Sanremo.
Tocca a Cecile, secondo molti la rivelazione di questo contest, che porta in musica la propria storia sottolineandone alcuni aspetti. senza filtri e con una nota provocatoria
Un fiume in piena che svela un carattere che sarà bello scoprire in un futuro che siamo certi le regalerà parecchie soddisfazioni, ecco la sua intervista ricca di contenuti e di curiosità.
INTERVISTA a CECILE
Venerdì salirai sul palco di Villa Ormond a Sanremo per cercare di entrare nel cast della prossima edizione di Sanremo Giovani. Il tutto con il tuo pezzo N.E.G.R.A.. Mi parli di come è nata la canzone?
N.E.G.R.A. è la mia storia. Scritta da Lorenzo Lombardi Dallamano, il mio produttore.
Nasce da una semplicissima chiacchierata tra me e lui. Eravamo in studio mentre parlavamo del più e del meno, e ad un certo punto ho cominciato a raccontare delle mie esperienze personali, soprattutto quelle legate alla mia infanzia, come infatti è scritto nel brano “a chi all’asilo mi faceva già strane domande, come ad esempio che colore avessi il sangue”.
Lorenzo mentre mi ascoltava iniziò a scrivere, e più andava avanti, più mi ritrovavo in ogni parola e frase che scriveva. E’ come se avesse scritto N.E.G.R.A. sulla mia pelle.
Il ritornello serve semplicemente per smascherare l’idiozia e l’ipocrisia di alcune persone. Negra chiaramente è un pretesto, ma potrebbe essere semplicemente anche “Nana”, “Brutta”, “Grassa”, qualsiasi altra cosa. Vi è chiaramente l’insulto pubblico, Negra, ripetuto tre volte, a rafforzare la componente razzista della brutta parola, ma usando una delle parole succitate rimarrebbe comunque razzista e offenderebbe in ogni caso le donne in genere, e purtroppo ciò accade. Nel senso, io sono negra e canto N.E.G.R.A., ma le donne in genere subiscono spesso soprusi dei quali mi piacerebbe non sentire parlare mai più. L’ipocrisia è una delle componenti fondamentali del brano, si può girarla come la si vuole, ma resta sempre ipocrisia, almeno quella che io ho vissuto sulla mia pelle. Il significato del rit è piuttosto chiaro, no?
Direi proprio di sì, tanto che il tuo brano ha già fatto parlare molto di sé. È stato detto qualcosa che ti ha infastidito e/o hai ricevuto commenti che ti hanno fatto particolarmente piacere?
Guarda, come era facile prevedere sono arrivate tutte e due le categorie di commenti, e ringrazio il cielo che sia così, dato che sono fermamente convinta che la musica, come ogni forma d’arte d’altronde, sia l’unica vera forma di democrazia diretta: mi piace ascolto, non mi piace skippo. Anche perchè ti dico che i commenti negativi letti, non erano fini a loro stessi, ma circostanziavano in qualche modo, per ragioni di genere, o altro, rimanendo sempre in quanto ti dicevo prima.
Stessa cosa per quelli positivi. Ammetto però che qualcuno mi ha davvero commosso, soprattutto quelli di qualche mio parente in Cameroun, che non vedo da tanto tempo, o in alcuni casi non ho neanche mai conosciuto, nei quali percepivo proprio l’emozione. Sai, magari mi ricordavano bimba di 2 anni, piccolina e buffa, e mi ritrovano sui media, sono emozionata io figuriamoci loro. Anche adesso sono buffa, però sono alta 1,83, sai com’è, notano differenze (ride ndr)…
Il pezzo è stato accompagnato da un video piuttosto provocatorio che si può vedere sul portale del Festival. Quale messaggio legato al pezzo hai voluto enfatizzare con questa clip?
Il video clip è lo specchio visuale della canzone. Kuerty Uyop (il regista) è riuscito a rendere perfettamente tramite il mio volto, e non solo come avrete ben visto, lo spirito della canzone. Nel senso ditemi quello che volete, ma io sono indistruttibile.
I due aggettivi principali del ritornello, negra e nuda, te li sbatto subito in faccia, così vediamo chi sei, chi ho davanti, e ti do l’occasione subito di non essere ipocrita. Neanche ti racconto dell’imbarazzo sul set, ci ho messo un mese a decidere e due a riprendermi. E ti dico la verità, lo guardo a fatica ancora adesso, tipo i bambini di fronte a L’Esorcista.
CECILE – N.E.G.R.A. – VIDEO
Dovesse andare bene, a chi farai la prima telefonata dopo essere scesa dal palco venerdì?
All’unisono a mia mamma e a mia nonna. ti racconto una cosa, sai della mia storia no? Allora, io le chiamo entrambe mamma, e quando a casa dico “mamma” mi rispondono entrambe. E non aggiungo altro…
Tra i giovani che sono passati negli ultimi anni al Festival qualcuno ti ha colpito particolarmente?
Una su tutti: Nina Zilli. Anzi, se potete, me la salutate? Adorerei conoscerla. Spero proprio mi guardi Venerdì.
CHI È CECILE
Cecile Vanessa Ngo Noug è nata a Roma nel 1994 da madre camerunense. La sua è una storia piuttosto particolare: la madre Marie Madeleine, era una calciatrice titolare della nazionale camerunense, e per Cecile viene cresciuta da una suora laica del Centro per la Vita, suor Elena, arrivando ad avere due mamme (o meglio una mamma e una nonna) a tutti gli effetti.
La grande passione sportiva per il basket l’ha portata sino alla massima serie: cestista, rapper, cantante, ballerina, performer, attrice e violinista, questo è l’iperattivo profilo di Cecile, che ora si appresta con la determinazione che la contraddistingue a ritagliarsi uno spazio degno nella scena musicale.