6 Settembre 2015
di Disturbo della quiete pubblica
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6 Settembre 2015

Le “bastonate” alla MUSICA EMERGENTE: “mi sembra avere a che fare con la sopravvalutazione di sé e di ciò che si fa”

L'arte del criticare è sport nazionale e qualcuno se la prende con noi e la nostra petizione per la musica emergente...

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Qualche tempo fa, All Music Italia ha lanciato una petizione a sostegno della musica emergente italiana. Un progetto al quale tutto lo staff crede, tiene tantissimo e non solo noi. In questi mesi le adesioni sono state tantissime, non solo degli emergenti che hanno un interesse personale ad essere ascoltati e presi in considerazione, ma soprattutto degli addetti ai lavori.

Certamente c’è buona parte della popolazione italiana a cui non frega un beep della musica emergente, di quella italiana e della musica italiana, allo stesso modo di come a me non frega un beep di chi ha vinto l’ultimo moto GP, il gran premio di Monza di F1 e del perché la Juventus ha perso le prime due partite di campionato. E il fatto che non mi importi, non significa che non ne sappia proprio niente di niente!

E poi ci sono loro, quelli che si ergono sopra tutti convinti di essere la fonte del sapere, coloro i quali sanno distinguere a chiare lettere ciò che è giusto da quel che è sbagliato, quelli che sferrano talmente tante mazzate (soprattutto a vuoto) che, molte di queste finiscono per darsele orgogliosamente sulle proprie teste.

Ma si sa, per quanto su musica, calcio e sport l’Italia si divida, sull’ironia da retrobottega del bar è sempre unita. Ci piace deridere, soprattutto quando si pensa che l’oggetto della nostra derisione sia offline o comunque non stia ascoltando o leggendo. Ci piace parlare male degli assenti, nonostante sia una di quelle cose che la mamma ci abbia insegnato fin dall’età pre-scolare che non si fa.

Così anche sul web le presunte mazzate arrivano, logicamente anche a noi e, in perfetto stile fair play, io zitta non ci so stare, perché io sono tipo che, nelle discussioni, va in escalation, sono una fan del vince chi alza di più la voce, io voglio avere l’ultima parola e non me ne frega niente che questo porti avanti le discussioni all’infinito e se ne perda il focus, io provo un piacere quasi carnale nel litigio verbale, è qualcosa che mi si accende dentro e di cui ho bisogno.

Questo tiratore di mazzate parla di noi e ammette di non conoscerci

Autore dell’appello il sito (magazine? Portale? Quel che è) All Music Italia, che non conoscevo

…ed è bellissimo essere criticati da qualcuno che, come prima cosa, ammette di non sapere chi c**xx* sei, ma ce ne facciamo una ragione, mica tutti sono dotati di memoria a medio termine che, a differenza di quella dei computer, quella umana non può essere espansa con acquisti su Amazon.

ha come slogan “Rimettiamo al centro la musica italiana” (“ri”mettiamo? Perché, quando lo è mai stata? Parlano dei tempi in cui Mozart non aveva ancora utilizzato il tedesco?)

Per la precisione, invece, ci riferiamo ai tempi in cui i menestrelli cantavano alla corte di Vassalli, Valvassini e Valvassori, quindi all’epoca post Sacro Romano Impero, quando c’era la caccia alle streghe e ogni signorotto che si potesse definire tale, aveva una discreta stanza delle torture.

sulla homepage, nel momento in cui scrivo, er Piotta che rivendica il fatto di essere sempre stato indie

Probabilmente non abbiamo il tuo background culturale, anche in fatto di musica, non abbiamo gusti raffinati, ma noi diamo spazio a tutti e, soprattutto, sappiamo che Er Piotta dell’epoca in cui Mozart non aveva ancora utilizzato il tedesco, oggi si chiama Piotta e basta. Ti sembrerà una sottigliezza inutile, già mi immagino le tue dita che, con movimento degno di campionato mondiale di dattilografia, sono pronte a scrivere una qualche replica a ‘sta caxxata, ma poi la razionalità interviene e dice alle tue dita che non ne vale la pena perché bisogna dimostrare superiorità. Che io non ho, perché come ho già ammesso, godo nel partecipare alle discussioni.

La questione non è semplice né di per sé, né da riassumere, nemmeno per maestri della penna e campioni di libertà come siamo noi di Bastonate (degli Stuart Mill incolti, dei von Hayek impreparati, difensori della democrazia e dei diritti altrui, ad eccezione di indiani d’America e greci non ateniesi), ma mi sembra avere molto a che fare con temi – in ordine sparso – come la sopravvalutazione di sé e di ciò che si fa, la pretesa di ottenere con la forza quello che non si ha e magari neanche si cerca (il successo popolare, che ovviamente se sei i R.U.N.I., gruppo che amo e che considero innocente, e che scelgo di menzionare proprio per questo, suppongo tu abbia messo in conto che non ce la farai, non in quel senso), e la falsa concezione che gli artisti mainstream siano lì a togliere del lavoro a te. In questo senso, persone come Miley Cyrus (o J-Ax o Giusy Ferreri, visto che si parla di musica italiana) sono i veri migranti del pop.

Ora sapete chi è l’autore della critica nei confronti della nostra petizione (e del nostro portale, visto che viene deriso anche il nostro motto… infondo è sport nazionale lo sparlare degli altri, figuriamoci se non lo si fa online). A parte questo… c’è qualcuno in grado di tradurmi in parole comprensibili il concetto espresso da quanto sopra copiaincollato? Con tutte queste parentesi aperte e chiuse ho dovuto fare un complicato lavoro di taglia-incolla mentale troppo difficile da portare avanti la domenica mattina dopo un sabato sera post-ferie-estive-finite passato a dormire sulla poltrona del cinema mentre sullo schermo passavano i Minions.

Se volete (cercatevi e) leggetevi il paragrafo successivo in cui l’autore ha come scopo principale quello di far capire che lui è uno che ascolta qualsiasi cosa, dai grandi nomi della musica internazionale a personaggi, sempre stranieri, che conosce solo lui e pochi altri (io non di certo, ma gli insetti come me non sono tenuti ad essere musicalmente onnivori).

Qual è il retropensiero dietro a progetti come questo? Aiutare i giovani? Sostenere la cultura? Ma i giovani non sono questi, i giovani sono una punk band che suona per sempre nelle oscure cantine di un 1979 eterno; e questa non è “la cultura”, non necessariamente, o lo è solo in senso socio-antropologico o salcazzo-filosofico, roba di cui è piuttosto evidente che nessuno si occupi a livello ufficiale (ok, qualcuno in qualche ufficio delibera contributi pubblici per film di infima qualità: ne sono lieto, ma non è questa la mia battaglia né il punto del pezzo).

Iniziamo col dire che una punk band che già suonava nel 1979 quando io, che sono giovane solo agli occhi della mia novantenne nonna, ho iniziato il primo anno di scuola materna, anagraficamente non può essere definita giovane… ma detto questo, emergente non è necessariamente giovane (e con giovane io intendo under 30, perché nel mondo ideale a 30 anni hai completato da un pezzo il tuo percorso di studi, hai una casa, le basi per una famiglia e, nella migliore delle ipotesi, un lavoro da consolidare e prole da mantenere, anche se adesso i giovani sono tutti quelli che non sono ancora in pensione e in pensione si va a 75 anni). Quindi, finché non parliamo della stessa cosa, come facciamo a discuterne?

Buona domenica e… viviamo con leggerezza! SEMPRE

Mosca Tze Tze

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