A qualche mese di distanza dal primo articolo (che trovate qui) torna L’Analisi, rubrica che cerca di andare a fondo su alcune dinamiche dietro al successo o all’insuccesso degli artisti italiani. Dopo aver affrontato con X Factor l’andamento della “Seconda chance”, e prima di parlarvi di Sanremo Giovani, oggi l’obbiettivo è puntato su Amici di Maria De Filippi.
A quindici anni dall’introduzione dei talent show nel panorama televisivo italiano, la retorica dell’uno su mille ce la fa è forse l’unico elemento rimasto ininterrottamente nel core business e nell’epos del racconto di questo tipo di programmi. Tutti ormai hanno un’idea di come funziona: ogni anno migliaia di nuove voci vengono attentamente selezionate e ridotte a un gruppo ristretto di finalisti, mandati poi in pasto al pubblico televotante e/o di una giuria di personaggi influenti nel mondo della musica. L’elemento della “ricerca” di quel quid in più che distingua una potenziale popstar dalla massa dei papabili aspiranti ha persino ispirato il titolo (quasi paragonabile a una mission) di uno dei talent show più longevi e conosciuti in tutto il mondo, ovvero The X Factor.
Non serve essere esperti del genere per sapere che la proporzione fra i pochi che riescono a raggiungere il successo tanto agognato e il numero ormai elevatissimo di chi ci ha tentato si avvicina molto a quella cantata da Gianni Morandi. Ma quanto davvero? Questa analisi si pone l’obiettivo di scoprirlo.
In un’epoca dove le vendite (sia fisiche che online) sono ormai estremamente ridotte e da qualche tempo incorporate dalla FIMI allo streaming audio di tutte le piattaforme attive in Italia nel conteggio delle classifiche di vendita (questo fino ai cambiamenti di gennaio 2018 che trovate qui), possiamo provare ad intendere il “successo discografico” come l’ottenimento di almeno una certificazione (attualmente fissata a 25.000 copie per il disco d’oro, 50.000 per il primo disco di platino e 50.000 addizionali per ogni platino successivo). All’interno di questa logica, può avere senso dividere i cantanti che prendiamo in considerazione in quattro categorie arbitrarie:
“DIAMANTE” – più di 500.000 copie vendute all’attivo;
“MULTIPLATINO” – tra le 250.000 e le 500.000 copie vendute;
“PLATINO” – tra le 100.000 e le 250.000 copie vendute;
“ORO” – meno di 100.000 copie vendute, avendo comunque raggiunto almeno una certificazione.
In questa prima parte ci occuperemo del talent più longevo della televisione italiana, ovvero Amici di Maria de Filippi – in onda dal 2001 al 2003 su Italia 1 e dal 2003 ad oggi su Canale 5 per un totale di sedici edizioni (la diciassettesima è attualmente in corso).
Amici di Maria De Filippi nasce all’inizio del millennio, e come molti dei format televisivi del periodo impiega del tempo ad ingranare: le prime edizioni, già molto seguite a livello di pubblico, vengono snobbate dalle case discografiche. Era il 2004 quando gli Articolo 31 cantavano La nuova stella del pop (Numero 1 in Italia), critica neanche troppo velata a un filone televisivo che ancora stava muovendo i suoi primi passi nel mondo della musica “vera”, senza effettivamente riuscire a produrre talenti in grado di sopravvivere all’ondata dell’anno successivo. Tralasciando le compilation delle varie edizioni prodotte da Sugar (veri pilastri del mercato musicale dell’epoca!) la nuova stella del pop prodotta da quest’epoca è Antonino Spadaccino – vincitore di Amici 4 – con all’attivo un solo disco d’oro per il winner single Ce la farò e il ritorno all’ovile nel 2012 all’interno del circuito Big.
La prima vera svolta si ha nel 2008, quando il cagliaritano Marco Carta corona il classico percorso “contro tutto e tutti” (giuria, compagni, pubblico parlante) andando a vincere con il 75% una settima edizione mai messa in discussione a partire dalla prima puntata del serale. L’impianto di Amici di Maria De Filippi come “scuola della musica” inizia a scricchiolare in favore dell’elemento discografico: un programma nato per un pubblico sostanzialmente generalista inizia ad occhieggiare davvero al bacino di mercato costituito dalle ragazzine, che premiano il primo album solista di Marco Carta Ti rincontrerò con un disco di platino.
Gli anni successivi rappresentano l’apice del successo per la trasmissione e per i suoi fuoriusciti: Alessandra Amoroso ed Emma Marrone vincono rispettivamente Amici 8 e 9, inserendosi stabilmente nello stretto giro di big del panorama musicale italiano. Contemporaneamente Marco Carta e Valerio Scanu (Amici 8) vincono a colpi di televoto due edizioni consecutive del Festival di Sanremo, ponendo per la prima volta il successo dei reduci dai talent al centro del dibattito pubblico. I precoci epitaffi pronosticati dalla stampa specializzata sul futuro di Carta, Amoroso, Marrone & co. si scontrano con un pubblico che in quattro anni riesce a portare alla certificazione ben 9 ex Amiciani, di cui 5 raggiungono ad oggi almeno 250.000 copie vendute.
Se le prime avvisaglie della successiva fase di stanca si erano già respirate con Amici 10 (per quanto la seconda classificata Annalisa Scarrone sarebbe riuscita a costruirsi una dignitosa carriera negli anni di lì a venire), è l’undicesima edizione a rappresentare il buco nell’acqua per un format che sembrava ormai essersi imposto come il vero scopritore di talenti del nostro panorama musicale italiano, ancor di più del diretto competitor X Factor. Una stagione senza particolare talento viene sacrificata sull’altare della “preservazione” dei talenti lanciati nell’ultimo quinquennio, portati di nuovo sul palco della scuola della musica di Canale 5 per un circuito Big che laurea Alessandra Amoroso campionessa dei campioni e consolida la visibilità e il successo di chi è già sulla scena.
Nelle successive edizioni Amici di Maria De Filippi corre ai ripari, privilegiando sempre di più la componente discografica a scapito di quella televisiva e portando in gara cantanti sempre più affermati e dalle ricche esperienze pregresse in un programma che principalmente aveva lanciato dei dilettanti assoluti o quasi. I riscontri di vendita tornano con le due grandi “novità” del periodo, il rapper Moreno Donadoni (Amici 12) e la band Dear Jack (Amici 13), identificata subito da pubblico e critica nella figura del frontman Alessio Bernabei: entrambi sfondano con il primo lavoro all’alba del successo televisivo per poi non riuscire a replicare l’exploit col secondo (Moreno scivola dal triplo platino all’oro, i Dear Jack dal doppio platino al platino).
Si stabilisce così un trend usa e getta – acuito anche dalla tendenza delle ragazzine a mollare ogni anno il “giocattolo” vecchio per passare al successivo, già presente ai tempi di Emma e Alessandra ma ammortizzato dalla trasversalità dell’Amici di quegli anni – che dura tutt’ora: negli ultimi cinque anni soltanto Stash (& The Kolors) e Riccardo “Riki” Marcuzzo (risultato ragguardevole considerato che il vincitore di Amici 16 è sulla breccia da meno di un anno) hanno superato le 250.000 copie vendute, anche se lo streaming e la “mano santa” delle radio hanno permesso complessivamente a dieci talenti di ottenere almeno una certificazione. Le partecipazioni a Sanremo continuano di pari passo, ma con risultati diametralmente opposti a quelli ottenuti negli anni precedenti: flop per Bernabei solista nel 2016 (14°) reiterato nel 2017 (15°), flop anche per gli Amiciani della prima ora Annalisa (11°) e Valerio Scanu (13°) sempre nel 2016, piazzamenti a metà classifica per Sergio Sylvestre (6°) ed Elodie (8°) nel 2017 mentre Lele portava a casa senza opposizione o quasi un’edizione di Sanremo Giovani.
Traducendo tutto quanto visto finora in freddi numeri, scopriamo che su 118 cantanti passati per il serale di Amici nel corso di sedici edizioni in 21 (circa il 18%) sono riusciti a raggiungere il “successo discografico” tanto agognato, ovviamente in forme e modi molto diversi fra loro. Il dato, già ragguardevole di per sé, assume un’altra valenza se escludiamo dal computo le prime sei edizioni e poniamo il 2008 come punto di partenza per misurare questa statistica: la percentuale dei certificati sale al 27% (20/73), che come percentuale è decisamente più alta di quella che ci potremmo attendere.
Per le prime tre categorie che ho provato ad individuare in questa analisi (Diamante/Multiplatino/Platino), quindi escludendo chi si è fermato a meno di 100.000 copie vendute complessivamente, la percentuale scende al 15% (sempre considerando soltanto le ultime dieci edizioni). Se poi invece vogliamo considerare come benchmark di “successo discografico” l’essersi affermati in pianta stabile nel panorama musicale italiano, troviamo che il 9,5% dei cantanti passati dal 2008 ad oggi al serale di Amici sono riusciti a vendere almeno 250.000 copie (raggiungendo quindi la categoria Multiplatino), in un trend che però è chiaramente negativo (oltre il 13% nel quinquennio 2008-2012, meno del 6% nel quinquennio 2013-2017). Percentuale che si sbilancia ancor di più se includiamo soltanto la categoria Diamante, della quale ad oggi fanno parte solamente Alessandra Amoroso ed Emma Marrone: 2 sui 67 concorrenti delle ultime 10 edizioni per una percentuale del 3%, che non sarà l’uno su mille cantato da Morandi ma ci si avvicina sicuramente.
(fonte dati di vendita: Reality House)
N.B. Per chi volesse approfondire altri talenti proveniente da Amici di Maria De Filippi e dagli altri talent show italiani, artisti che hanno riscosso meno fortuna nonostante le indubbie doti, ogni settimana il nostro critico musicale Fabio Fiume se ne occupa qui nella rubrica #LALTRAFACCIADELTALENT.