Dalla sua istituzione nel 1984, la sezione Nuove Proposte del Festival di Sanremo ha costituito il trampolino di lancio di numerosi futuri big della musica italiana. a è ancora così per Sanremo Giovani?
L’albo d’oro di questa categoria annovera pesi massimi del calibro di Eros Ramazzotti (primo vincitore nel 1984), Michele Zarrillo (1987), Mietta (1989), Marco Masini (1990), Paolo Vallesi (1991), Laura Pausini (1993), i Neri per Caso (1995), Syria (1996), Paola e Chiara (1997). Tutti questi artisti hanno visto la loro carriera cominciare sul palco dell’Ariston, e a prescindere da come è proseguito il loro percorso artistico devono al loro passaggio in terra sanremese una buona fetta del loro successo.
Negli ultimi anni si è però fatta strada, sia fra gli addetti ai lavori che nel general public, l’idea che Sanremo non sia più in grado di lanciare talenti come negli anni ’80 e ’90 – un po’ per l’avvento dei talent show, i quali in qualche modo hanno assunto la funzione di “trampolino di lancio” che una volta aveva Sanremo, ma anche a causa del crescente disamore fra le fasce più giovani della popolazione e la più importante rassegna musicale italiana. Ma è veramente così?
Per questo capitolo della mia indagine sono andato ad occuparmi delle edizioni dal 1999 in poi, dividendo arbitrariamente i cantanti in tre categorie:
- coloro i quali si siano affermati come “BIG” a pieno titolo della musica italiana, tramite successivi ritorni a Sanremo o meno;
- coloro i quali siano riusciti a tornare a Sanremo, sia nella categoria Big/Campioni che in quella Nuove Proposte/Giovani;
- coloro i quali siano riusciti ad emergere in qualche modo al di là della kermesse dei fiori (lista che comunque è estremamente soggettiva ed “aperta” a ulteriori correzioni ed interpretazioni.
In arancione sono evidenziati i vincitori di ogni edizione.
La scelta di iniziare dal 1999 non è casuale, ma corrisponde alla rifondazione della categoria per opera di Fabio Fazio dopo che nel 1998 il regolamento era stato modificato, tra mille polemiche, per consentire la vittoria nella sezione Campioni della “giovane” Annalisa Minetti (dopo che nei tre anni precedenti c’era stata una sorta di “promozione” dei primi classificati Giovani nella sezione Campioni dell’anno successivo).
In quel 1999 si afferma con Oggi sono io il cantautore romano Alex Britti, che capitalizzerà sulla sua vittoria con diversi tormentoni nel biennio successivo (Mi piaci, La vasca, Una su un milione solo per citarne alcuni) e quattro ulteriori partecipazioni al Festival. L’anno seguente debuttano i Tiromancino, sulla breccia per buona parte degli anni duemila, mentre la vincitrice Jenny B torna alla sua carriera di vocalist dopo una breve comparsa nella sezione Campioni l’anno seguente. I primi due festival di Fazio hanno comunque il merito di lanciare un buon numero di artisti destinati a durare: torneranno a Sanremo Daniele Groff (nell’edizione 2004, boicottata dalle major discografiche), Leda Battisti, i Quintorigo, Andrea Mirò (anche come direttrice d’orchestra, soprattutto per il compagno Enrico Ruggeri) e Fabrizio Moro, che troverà il definitivo successo con la sua seconda partecipazione. Arianna – soprattutto – e Marjorie Biondo troveranno la loro strada nelle colonne sonore italiane per i film della Disney, mentre Irene Lamedica sarà conosciuta al pubblico come una degli speakers preminenti di Radio Deejay.
L’edizione 2001, condotta da Raffaella Carrà, corona il successo dei giovanissimi Gazosa prodotti dalla Sugar di Caterina Caselli: torneranno a Sanremo anche l’anno seguente, stavolta fra i Campioni, per poi sciogliersi definitivamente nel 2003. Avranno più fortuna Paolo Meneguzzi e Francesco Renga, entrambi con molteplici ritorni a Sanremo e centinaia di migliaia di copie vendute: Meneguzzi rappresenterà anche la Svizzera, sua patria natale, all’edizione 2008 dell’Eurovision Song Contest dove per un pelo non abbiamo invece avuto in gara per la Bulgaria Gianni Fiorellino (ai piedi del podio nei Festival 2002 e 2003). Roberto Angelini sarà ricordato per Gattomatto – tormentone estivo del 2003 – mentre Francesco Boccia, in gara a Sanremo in coppia con la quindicenne Giada Caliendo, si prenderà la rivincita per il suo secondo posto ben quattordici anni dopo firmando per Il Volo le liriche di Grande Amore.
Gli anni più bui per le Nuove Proposte sono i due seguenti, con Anna Tatangelo (2002) e Dolcenera (2003) – entrambe vincitrici – le proverbiali eccezioni a confermare la regola. Di Gianni Fiorellino abbiamo già detto, alcuni provano la strada dei talent (in particolare Verdiana Zangaro, quarta ad Amici 12 e poi membro della girlband Le DEVA) mentre Elsa Lila tornerà nella sua patria natale, arrivando a condurre il Festivali i Këngës selezione nazionale albanese per l’Eurovision e poi diventando giudice nella quarta edizione di The Voice of Albania.
Saltata l’edizione 2004, dove a causa dell’assenza delle case discografiche tornò per la prima volta dopo più di vent’anni la formula del girone unico, la sezione Giovani del 2005 celebra i prodromi del successo di due band popolarissime come Modà e Negramaro – a onor del vero, entrambe eliminate al primo step della competizione, mentre la vincitrice Laura Bono avrà successo in Finlandia e poi sostituirà Simonetta Spiri nella formazione definitiva delle summenzionate DEVA. L’anno successivo vede la partecipazione di Simone Cristicchi, battuto al filo di lana da Riccardo Maffoni e ripagato con gli interessi dalla vittoria nella sezione Campioni l’anno successivo: ci sta anche che fosse arrivato a Sanremo forte del precedente successo radiofonico di Vorrei cantare come Biagio (lo stesso discorso vale per L’Aura e il suo primo singolo Radio Star). Virginio Simonelli vincerà la decima edizione di Amici, Antonello Carozza arriverà secondo al New Wave Festival e otterrà un discreto successo soprattutto in Russia.
Il 2007 è l’anno della definitiva esplosione di Fabrizio Moro a sette anni dal suo debutto sanremese. Si ritaglieranno un discreto spazio nel post-Sanremo i Pquadro (autori della versione italiana di You Are The Music In Me, theme song del secondo High School Musical) e soprattutto Romina Falconi, oggi artista indipendente popolare soprattutto per la collaborazione con Immanuel Casto e la partecipazione alla sesta edizione di X Factor.
Le ultime due edizioni del decennio vedono risultati diametralmente opposti: se la prima riesce solamente a lanciare i teen idol Sonohra (oltre ad Andrea Bonomo che diventerà uno dei più prolifici e apprezzati autori del panorama italiano), ben quattro artiste in gara nel 2009 riusciranno a conquistare l’upgrade alla categoria Campioni in una successiva edizione del Festival. Ad Arisa e Malika Ayane, entrambi volti ormai affermati nel panorama musicale italiano, si aggiungono Simona Molinari ed Irene Fornaciari – quest’ultima addirittura tre volte in sette anni (2010 con i Nomadi, 2012, 2016).
Gli anni seguenti rappresentano un deciso passo indietro in merito alle possibilità del Festival di lanciare nuovi talenti, certamente non aiutati dalla scansione oraria che porta i Giovani per anni ad esibirsi dopo mezzanotte in una gara priva di emozioni, di pathos e (in certi casi) anche di concorrenti all’altezza. Si salvano Nina Zilli, terza classificata nel 2010 e sostenuta quanto basta dalle radio per guadagnarsi un primo ritorno e la partecipazione all’Eurovision Song Contest 2012; Raphael Gualazzi, cui era toccata l’anno prima la stessa sorte con ancora maggiore successo (2° posto finale, miglior risultato dal ritorno in competizione dell’Italia); Renzo Rubino, terzo fra i Giovani nel 2013 e nella sezione Big l’anno seguente, di nuovo in gara quest’anno dopo i tre festival della gestione Conti. Spariscono presto dalla circolazione i vincitori Tony Maiello, Alessandro Casillo ed Antonio Maggio, mentre Il Cile vince il jackpot nella collaborazione estiva con J-Ax per il multiplatino di Maria Salvador (2016) e Paolo Simoni ottiene una buona visibilità nelle prime due edizioni del Summer Festival per poi aprire davanti a migliaia di persone il fortunatissimo tour Mondovisione di Luciano Ligabue.
Tolta la parentesi del 2014, che serve a legittimare il successo nazionale del rapper salernitano Rocco Hunt (il quale nel 2016, una volta promosso, rischierà addirittura di vincere fra i Big) è a Carlo Conti che si deve il merito di rivitalizzare la gara delle Nuove Proposte ma soprattutto di ricostruire lo “storico” filo conduttore che vuole al Festival il vincitore “giovane” dell’anno precedente. Giovanni Caccamo vince fra le Nuove Proposte nel 2015, torna con Deborah Iurato e sale sul podio, ma l’impresa della doppietta riesce a Francesco Gabbani che trionfa nelle due categorie fra 2016 e 2017 guadagnando la bellezza di cinque dischi di platino con la sua Occidentali’s Karma e il 6° posto all’Eurovision Song Contest 2017. La discontinuità fra il triennio di Conti e il festival 2018 di Claudio Baglioni taglia le gambe al vincitore del 2017 Lele, che non si trova invitato all’anno successivo ma sembra avere una carriera perlomeno avviata dopo la vittoria con Ora Mai. La strada di X Factor porta fortuna a Enrico Nigiotti (terzo classificato nel 2015), anche se è obiettivamente presto per esprimersi sulle sue prospettive future anche alla luce del successo discografico di L’amore è. Vale più o meno lo stesso discorso per Irama ad Amici 17, mentre tra gli altri vogliamo ricordare Amara (autrice di Che sia benedetta per Fiorella Mannoia e ad un passo dalla partecipazione allo scorso Sanremo, in coppia con Paolo Vallesi) e Mahmood (soprattutto per il featuring su Luna di Fabri Fibra).
In generale la situazione non appare tragica come si potrebbe credere: la flessione sul numero di ritorni a Sanremo c’è (21 nel periodo 1999-2007, 13 nell’ultimo decennio) ed è principalmente dovuta al numero di artisti che debuttano fra i Campioni senza passare dalle Nuove Proposte ma emergendo da altri percorsi artistici (che principalmente consistono nella partecipazione ai talent, pur con qualche eccezione). Il triennio 2015-2017 ha portato comunque a un recupero per quanto riguarda il raggiungimento di un posto stabile nel panorama musicale italiano da parte dei concorrenti di Sanremo Giovani: la colonna 1 segna 8 membri di questo “club”, non un risultato disastroso se confrontato con gli 11 della decade precedente. Parliamo di un calo del 27% (contro il 38% per quanto riguarda i ritorni) che onestamente mi sento di sottoscrivere, tenendo presente che all’inizio dei 2000 Sanremo (unito alle radio) era forse il mezzo principale che consentiva a un esordiente di farsi conoscere al grande pubblico – elemento che la diffusione di Internet ha per forza di cose fatto venir meno.
La sfida per il prossimo futuro, a mio parere, dovrebbe essere il dare ancora più visibilità alla gara delle Nuove Proposte (aspetto che in qualche modo sta già avvenendo, grazie all’avvento di Sarà Sanremo) o addirittura di superare il divario fra “giovani” e “big” – onestamente un po’ anacronistico, avendo visto nel recente passato edizioni di Sanremo dove alcune Nuove Proposte avevano fanbase più grandi di metà dei Campioni in gara – per tornare a un girone unico in cui possano coesistere artisti affermati ed esordienti (come nella stragrande maggioranza degli omologhi di Sanremo in giro per l’Europa) tornando a rendere il Festival della Canzone Italiana una gara musicale prima che un contest di popolarità.