C’erano una volta nelle edicole italiane le riviste di musica.
Oggi la crisi che attanaglia la discografia, un virus letale che si sviluppa nella testa dei giovani convincendoli che l’acquisto di un cd o di musica originale sia qualcosa di totalmente superfluo, ha contagiato anche l’editoria di settore.
Con il passare degli anni quasi tutte le riviste che parlavano di musica hanno chiuso:
Ciao 2001: Nata nel 1968 dalla fusione di “Ciao Amici” e “Big” ha pubblicato 1212 numeri fino al 2000 circa. Poi ha cessato definitivamente di esistere.
Jam: Fondata nel 1994 si occupava principalmente di musica rock con incursioni nel jazz e nel soul. Ha pubblicato il suo ultimo numero recentemente (novembre 2013).
Musica & Dischi: la rivista più longeva di tutte. Iniziò il suo cammino nel 1945 parlando principalmente di musica classica, ma già negli anni 50 allargò i suoi articoli alla musica leggera e a tutti i generi musicali. E’ stata considerata per anni una rivista culto dagli addetti ai lavori. Nel 2010 ha cessato di esistere “materialmente” diventato una rivista online.
Velvet music: Nasce nel 1988 con il sottotitolo “percorsi di altro rock, cinema e cultura” chiude nel giugno del 1992.
Rockstar: rivista di rock mainstream. Ha chiuso i battenti nella seconda metà degli anni ’00
Beat Magazine: Precedentemente nota come All Music, era una rivista di musica a 360° gradi di taglio mainstream. Ha chiuso i battenti sul finire degli anni 00.
Tribe Magazine: Rivista di musica mainstream. Ha riscosso un discreto successo soprattutto negli anni 90.
Altre riviste come Big, Blow up (dedicata alla musica rock), il Mucchio selvaggio, Raro!, Rockerilla e Rumore continuano, faticosamente la loro corsa mentre sicuramente ce ne dimentichiamo qualcun’altra che ha chiuso i battenti negli anni.
Ma la più famosa di tutte sicuramente è stata “Tutto Musica” nata nel 1977 inizialmente come costola del settimanale “Tv Sorrisi e Canzoni” e diretta da Gigi Vesigna, ha presto assunto un ruolo di guida nei gusti musicali dei giovani ospitando oltre ad articoli musicali anche rubriche di cinema, tendenze giovanili e varie.
Il suo percorso è durato 24 anni subendo numerosi cambiamenti: nel 1990 perse il sottotitolo che richiamava alla rivista “madre” e venne impostata su un target molto teen dando grande spazio alle teen band e artisti pop.
Il cambiamento più importante ci fu però nel 1996: venne cambiato definitivamente il titolo in “Tutto Musica” e lo storico logo. I contenuti diventano solo musicali con l’apertura anche a realtà artistiche indipendenti oltre a quelle mainstream. La rivista arriva a vendere nel 1998 200.000 mila copie divenendo leader nel settore dell’editoria musicale.
Un altro cambiamento avviene nell’agosto 2001; la direzione passa a Patrizia Ricci che modifica radicalmente formato e logo, le recensioni dei dischi diventano una parte cruciale della rivista; realizzate da alcuni nomi prestigiosi come Michele Monina e Valeria Rusconi, scatenano spesso un’inondazione di lettere in redazione (il tempo delle e-mail era solo all’inizio), spesso di vera rivolta verso i giornalisti al punto da costringere la direttrice ad ampliare la pagina della posta per pubblicarne almeno una parte significativa. La rivista diventa così sempre più innovativa e interattiva grazie al confronto tra lettori e giornalisti.
I servizi di copertina diventano delle vere e proprie “provocazioni musicali” riuscitissime: per esempio far intervistare un quasi esordiente Tiziano Ferro dal caso editoriale dell’anno, Melissa P, oppure dedicare la copertina all’esordiente Caparezza col viso tinteggiato di verde alieno, corona e manto d’ermellino circondato da procaci donne e ancora un giovane Morgan lontano dai fasti televisivi che indossava in una doppia intervista i panni di Renato Zero. Geniale fu l’intuizione della copertina dedicata a Jovanotti, che in quel momento affrontava un periodo di crisi creativa, con un enorme mirino e una critica feroce anticipando di fatto quello che da lì a qualche settimana avrebbero fatto tutti i giornali.
Ma forse questa versione della rivista era troppo innovativa per i tempi e così le vendite iniziarono a scendere fino a sotto le 100.000 copie e l’editore prese la (pessima) decisione di cessarne la pubblicazione. Va considerato che “Tutto Musica“, anche nel momento più bui del suo percorso, vendeva comunque molte copie in più rispetto alle altre testate del settore.
Un paio d’anni dopo scrissi personalmente una mail all’allora direttore di “Tv Sorrisi e Canzoni“, Massimo Donelli, auspicando un ritorno della rivista nelle edicole… mi rispose che i tempi erano cambiati, soprattutto per i fruitori di musica, ma che “Tutto Musica” avrebbe cercato una sua nuova identità al passo con i tempi e quel nome storico sarebbe tornato negli scaffali delle edicole. Non successe mai.
Nel 2005 arriva in edicola una nuova rivista di musica che riscuote un discreto successo, nato come mensile musicale del quotidiano “La Repubblica“: si chiama “XL” e per certi versi ricorda molto da vicino lo spirito dell’ultima incarnazione di “Tutto Musica“, non a caso è diretta da Luca Valtorta che, proprio di quell’ultima versione della rivista, fu vicedirettore. Purtroppo anche questa rivista ha dovuto recentemente chiudere i battenti.
Rimane la speranza di rivedere nelle edicole una rivista completa come era “Tutto Musica“. Quando e semmai accadrà sarà sicuramente un buon segno perché vorrà dire che la musica in Italia starà tornando ad essere qualcosa di importante per le persone.