Dei Five Stories vi avevamo già parlato qualche mese fa (leggi QUI), presentandovi questa giovanissima band e il loro progetto che in poco tempo aveva unito cinque giovani musicisti che non si conoscevano portando ad un’amalgama che poi il grande pubblico ha potuto conoscere durante le fasi preliminari della nuova edizione di X Factor.
Un percorso che, dopo una prima audizione di successo, si è interrotto al bootcamp, dove non sono stati scelti dal loro giudice Alvaro Soler per l’approdo agli Home Visit. Una bocciatura che però ha colpito soprattutto per i commenti piuttosto forti riservati a questi giovanissimi da Manuel Agnelli, che ha commentato la loro controversa esibizione su Basket Case dei Green Day dicendo: “Siete la dimostrazione dello scempio che possono fare le boyband nella musica”.
Parole forti che hanno colpito i ragazzi e il produttore che segue il loro progetto, tanto che hanno voluto replicare dalle pagine di All Music Italia e spiegare tutti i retroscena della loro partecipazione ai bootcamp appena andati in onda.
Benvenuti ragazzi, ai bootcamp avete presentato una versione di Basket Case piuttosto controversa anche leggendo i commenti sul web. Com’è andata l’esibizione?
Abbiamo scelto un brano dei Green Day perché rientrava nei gusti di tutti e perché di genere diverso dal brano cantato nella puntata delle audizioni e cioè Photograph di Ed Sheeran. Per quanto riguarda l’arrangiamento del brano, nella prima parte ci siamo ispirati alla versione interpretata da Alanis Morissette dedicata al cantante della band. ci emoziona tanto, mentre nella seconda parte abbiamo ripreso il groove originale anche se in chiave acustica usando solo voci e chitarre.
Ammettiamo di non aver fatto una performance al top poiché oltre all’emozione c’e stato il grave disagio che abbiamo avuto con gli con air monitor durante la registrazione che per nostra inesperienza non ha prevalso il coraggio per fermarsi e dire che sentivamo molto male.
Il frontman dei Jarvis, appena saliti sul palco vi ha apostrofato ironicamente “Ecco gli One Direction”. Che effetto vi ha fatto vederlo nel montaggio?
In prima battuta ci siamo fatti una risata e tale è rimasta ma comunque non sono queste le cose che per noi contano.
Manuel Agnelli già alla prima audizione, nonostante il suo si, aveva esternato una certa ostilità nei vostri confronti. Ieri sera vi ha riservato questo giudizio: “Siete la dimostrazione dello scempio che possono fare le boyband nella musica”, oltre acercare di convincere il vostro potenziale giudice ad eliminarvi (“se non li cacci tu, li caccerà il pubblico”), volete replicare?
Crediamo che una replica vera e propria non spetti a noi ma a persone addette ai lavori di grande esperienza. Pensiamo solo che le parole usate da un artista quale Manuel Agnelli non dovrebbero essere cosi mortificanti e soprattutto non condizionate da pregiudizi. Crediamo inoltre che l’ostilità dimostrata nei nostri confronti non dovrebbe appartenere a colui che giudica.
E qui si inserisce Paki Palmieri, produttore dei Five Stories che, in qualità di addetto ai lavori, vuole dire la sua sull’epilogo del gruppo all’interno di X Factor:
“Come produttore dei Five Stories ma soprattutto in qualità di addetto ai lavori, avrei qualcosa da dire: mi chiedo perché dei musicisti esperti, in qualità di giudici non si siano accorti della palese difficoltà occorsa ai Five Stories durante la loro esibizione inerente ad un cattivo ascolto in cuffia, quando proprio in mattinata al soundcheck tutto funzionava bene. Ma non posso chiedermi perché i Five Stories non abbiano chiesto a se stessi di interrompere la loro esibizione per il semplice motivo che non hanno esperienza.
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