Oggi Emma ha incontrato la stampa per parlare del suo nuovo album, Adesso, in uscita in tutti i negozi di dischi domani, 27 novembre.
Un album che arriva a oltre due anni e mezzo dal precedente Schiena frutto di un lavoro a 360° in cui l’artista per la prima volta ha seguito in prima persona tutti gli aspetti che stanno dietro alla lavorazione di un disco, compresa la produzione artistica che l’ha vista all’opera insieme a Luca Mattioni.
Ma cosa c’è di diverso in questo nuovo disco rispetto ai precedenti lavori? Tutto e niente.
Tutto in quanto l’artista ha lavorato principalmente a Londra cercando di dare una particolare cura al suono delle canzoni grazie anche all’aiuto del sound Engineer Matt Howe, un professionista che, tra gli altri, ha curato la realizzazione di The Miseducation of Lauren Hyll… allo stesso tempo niente perché la cantante ha fatto un passo musicale in avanti senza perdere un grammo di coerenza con quello che è stato il suo percorso discografico fino ad oggi.
Se per il precedente disco, Schiena, Emma aveva usato un espressione forte ma decisamente azzeccata per descrivere la nascita delle canzoni, dicendo che le aveva letteralmente “vomitate“, questo album è frutto di una ricerca accurata dei brani, del sound giusto, ogni dettaglio è stato curato nel minimo dettaglio e le canzoni sono state cantate fino a che l’intenzione non fosse quella che doveva essere.
Adesso è un disco che parla delle storie degli altri, solo due brani sono totalmente autobiografici, Adesso (Ti voglio bene), scritta interamente da Emma, e Poco prima di dormire, brano scritto da Nicco e Carlo Verrienti che si cuce addosso alla cantante come una seconda pelle descrivendo le luci e le ombre di questo successo che dura da diversi anni e che risulta allo stesso tempo appagante ma in certi momenti ingombrante e cinico.
Ed ora la parola ad Emma…
IL SOUND DI “ADESSO”
“Consiglio di ascoltare questo disco con l’impianto, ci tengo particolarmente perché solo così si possono cogliere tutte le sfumature dei suoni. L’80% dell’elettronica è tutta analogica, quindi tutta ricercata manualmente anche perché su questo aspetto sono stata davvero una rompiscatole in studio… a volte facevano le quattro… il groove lo abbiamo ricreato scegliendo dei musicisti che suonassero le parti dal vivo, abbiamo preso dei musicisti molto in gamba che hanno suonato in questo disco. Il tocco d’autore lo ha dato Matt Hovw che è un genio dei suoni, un fonico inglese vincitore di un Grammy e che dopo di me andava a mixare Janet Jackson… un fonico che mi ha dato tanto, non era uno del tipo – ok, mi pagano, faccio i mix e ciao… – quando gli mandavamo le prime cose dall’Italia lui rispondeva dicendo – ma io adoro questo progetto, non sembra nemmeno un progetto italiano – e detto da uno che vive a Londra vabbè… per me finisce là (ride, Ndr). Lui per la lavorazione del disco è venuto anche in Italia, siamo stati alle Officine Musicali di Mauro Pagani e la cosa che mi ha colpito di più è che uno con la sua carriera potrebbe anche non guardarti in faccia invece alle 5 preparava il the per tutti, qua abbiamo gente che ha fatto una roba e se la tira per tutta la vita e questo invece si alza a farci il the, capite qual è la differenza? E poi mi coinvolgeva spesso – Emma qui secondo te la voce la metto dentro o la lascio fuori? – a me non sembrava possibile che volesse sapere la mia opinione su ogni aspetto”.
IL MIO PERCORSO MUSICALE FINO AD OGGI…
“Se dovessi dare un aggettivo al mio viaggio in generale, io direi coraggioso, i miei viaggi mentali e artistici credo siano coraggiosi e l’ultimo credo ne sia la dimostrazione. A 31 anni mi sono messa in gioco, sicuramente coadiuvata da persone all’altezza di questa mia idea un po’ visionaria. Sicuramente il coraggio non mi è mai mancato così come la coerenza perché bisogna essere coerenti in quello che si dice e in quello che si fa. Il senso di questo viaggio lo sto cercando, ma in realtà ogni giorno il senso cambia per fortuna; se una mattina mi dovessi svegliare e capire che il mio senso è svanito sarei pronta a cambiare mestiere”.
PER QUESTO PAESE… AMARA MI HA DETTO: “In Italia solo tu puoi cantare questa canzone…”
“Per questo paese è un pezzo che non ha nulla di politico, è semplicemente una canzone con una visione sociale di una donna di trent’anni. Amara mi ha mandato il brano e mi ha detto – in Italia secondo me questa canzone la puoi cantare solo tu – l’ho sentita ed era molto bella… secondo me in alcuni pezzi mancava di cose effettivamente pragmatiche, un po’ come sono io così e le ho chiesto di cambiare il ritornello, poi io ho scritto tutta la strofa contro l’omofobia e quando glielo ho rimandato mi ha detto – effettivamente adesso è incisivo. Questa canzone è la visione di due donne di trent’anni che, nel loro piccolo, ce l’hanno fatta e quindi incitano i loro colleghi, i loro amici, le persone che conoscono che magari fanno anche 3 o 4 lavori in nero per campare… in Italia dei giovani che lavorano e si pagano gli studi non ne parla mai nessuno, parlano solo di quelli che fanno cose brutte… è anche un modo per dire che nonostante tutte le offese noi questo paese lo amiamo perché ha dato tanto, in un’Italia così esterofila è bello che i giovani rimangano attaccati alla propria cultura… perché anche se non se ne parla spesso noi di cultura in Italia ne abbiamo… La cultura ti aiuta ad avere una visione del mondo molto più reale e come dicevano i Sud Sound System in un pezzo di 15 anni fa – è l’ignoranza che crea la violenza – così come diceva Schopenhauer – se ci fosse la cultura del diverso inteso come accezione positiva, ovvero come persona che può completare la nostra esistenza, smetteremo di fare la guerra a chi non è come noi…
L’OUTSIDER DEL DISCO
“Argento adesso è un po’ l’outsider del disco… non ha una reale costruzione standard italiana di canzone, è molto statica, ci sono questi suoni un po’ Drake, molto strani… in Italia non andrà mai una canzone del genere in radio, infatti non sarà un singolo, se guardiamo il mood delle radio italiane si può capire perché lo definisco un pezzo outsider… purtroppo non siamo ancora così tanto avanti. Outsider anche perché per la prima volta parlo di sessualità al femminile, si può parlare di sesso senza essere volgari o fuori luogo, in fondo anche in questo le donne sono come gli uomini, abbiamo tutti le stesse necessità ed esigenze. Mi sono sentita molto sensuale nel cantarla, questo brano nel tour avrà sicuramente uno spazio speciale, mi piace dare importanza nel tour alle canzone che non sono state singoli”.
LA COLLABORAZIONE CON GIULIANO SANGIORGI
“A me non piace fare dischi con il duetto forzato o la penna forzata giusto per dire nel mio disco c’è Tizio, Caio o Sempronio… la gente si domandava come mai Giuliano non avesse mai scritto per me nonostante siamo amici da 15 anni… e quale era il problema? Le cose se arrivano lo fanno perché c’è un senso, c’è un bisogno e c’è un attitudine. Poi io di mio non chiedo niente a nessuno, non l’ho mai fatto, non è nel mio stile. Un pomeriggio Giuliano mi ha chiamato e mi ha detto – mandami la tua mail che l’ho persa, ho scritto un brano per te, se ti fa cagare non mi offendo – quindi mi ha mandato il brano, l’ho ascoltato più volte e quindi l’ho richiamato e gli ho detto – tranquillo che non mi fa schifo (ride, Ndr) – ho ricevuto anche i complimenti della Caselli per il brano, mi ha detto che son riuscita a personalizzare l’interpretazione”.
LE CANZONI PIU’ “RICERCATE”
“Mi piace cimentarmi con brani suggestivi, per esempio Quando le canzoni finiranno di Diego Mancino è il pezzo più onirico del disco, però mi piaceva questo ritornello struggente, mi dava la sensazione di essere quasi da cinema, da colonna sonora… credo sia la canzone che ho cantato con più trasporto, se l’ascoltate bene nell’ultimo ritornello addirittura la mia voce si lacera, ed io non ho voluto ricantarla proprio perché mi piaceva questa voce che si rompe… non disdegnerei se questo brano finisse realmente in un film…”.
LA COPERTINA
“L’immagine che abbiamo usato per la copertina è uno scatto nato per caso… volevo rompere questo immaginario della diva, perché io non sono diva per niente, però a 31 anni ho accettato il fatto di poter essere una figa anch’io… sono una che quando torna a casa da Milano stira anche per tre giorni di seguito, come dicevo la copertina è un errore, non è studiata. io ero in posa nel set ma mi stavo innervosendo perché mi sono detta già lo voglio in bianco e nero, poi c’è tutta questa eleganza, non voglio che sia un album moda, deve avere istinto, sentimento, attitudine quindi mentre mi agitavo mi andavano tutti i capelli davanti e questo genio della fotografia che è una giovanissima, Alessandra Carcavale che ha curato il progetto in maniera eccellente, ha scattato… quando poi abbiamo guardato le foto, in mezzo a tutti questi posati molti rigidi c’era questa foto ed io ho detto – ma cos’è sta roba?!? è perfetta, è tutto quello che vuole dire questo disco… – questo sguardo perso nel vuoto ma allo stesso tempo come la Gioconda che da qualsiasi punto di vista la guardi sembra che ti stia fissando… questi capelli per aria che ricordano quasi un sole, le mani invocano ma possono dire anche – ragazzi scusate per me va bene così…”.
IL TOUR
“Poco prima di dormire chiude il disco e sicuramente sarà anche la canzone con cui chiuderò il tour… al live sto già pensando… mi sono svegliata l’altra mattina con in testa quello che sarà il nuovo arrangiamento de La Mia città… Per me il live è una parte essenziale in tutti i suoi aspetti… ho un grande rispetto per il palco e chiedo altrettanto alle persone che lavorano con me, per me sul palco comandano i backliner e i fonici, mentre per alcuni sono solo delle componenti, io ho molto rispetto di chi lo monta e di chi lo gestisce… quando siamo in allestimento io voglio seguire tutto… i montatori del palco, come nasce la struttura, ho bisogno di conoscerla dal profondo, di capire cosa sto calpestando”.
IL DISCO DISNEY
“Sono presente in We love Disney in duetto con Antonino… Ho guardato tantissimi film della Disney e continuo a guardarli tutt’ora… se dovessi scegliere un personaggio in cui mi rispecchio direi Dumbo, sicuramente non una principessa… ho pianto un sacco con Dumbo!”.