Si sa, Sanremo è fonte primaria di polemiche e veri e propri casi. Stavolta il caso diventa legale e porta la kermesse in tribunale!
Michelangelo Giordano, cantautore reggino 36enne vincitore nel 2013 del premio Una canzone per Amnesty, ha deciso di citare in giudizio il comune di Sanremo, portando sul banco degli imputati la Sanremo Promotion, società controllata dal comune ligure che organizza le selezioni del concorso Area Sanremo, a cui il cantante ha partecipato con il brano Chi bussa alla porta, e a quanto riferito dallo stesso, con grande apprezzamento da parte dei giurati Roby Facchinetti, Giusy Ferreri e Dargen D’Amico.
Trattandosi di un concorso pubblico il cantante ed i suoi legali, Marzia Eoli e Luca Fucini, hanno chiesto di poter visionare le schede di votazione e le valutazioni redatte dai giurati Roby Facchinetti, Dargen D’Amico e Giusy Ferreri, e dall’analisi sembrerebbe che la sua votazione fosse superiore rispetto ad altri artisti selezionati tra i 40 finalisti…
Secondo quanto riportato da Il Tempo: “I giudizi della commissione sarebbero stati “entusiasti”, sia per “l’originalità del brano prescelto” che per la musica e il testo. Un giudizio positivo che troverà riscontro, evidenziano ancora gli avvocati, nella scheda di valutazione di Giordano al quale Roby Facchinetti attribuirà addirittura quattro dieci su quattro“.
Sebbene non siano conosciute le reali motivazioni della sua esclusione, e verrebbe da dire che il giudizio di una commissione va comunque accettato, particolare è la situazione in essere. Come recita l’atto di citazione, sempre riportato dal quotidiano di Roma: “Alcuni candidati ammessi alla successiva fase finale riportano giudizi espressi, sia con punteggi numerici e sia con il giudizio complessivo, di gran lunga inferiori a quelli riportati da Giordano“.
Giordano avrebbe ottenuto un 9,17 di media tra voce, presenza scenica, performance e brano e un 9 complessivo espresso dai commissari. Altri quattro concorrenti tra i 40 finalisti avrebbe voti oscillanti tra l’8,80 e l’8,50. Legittimo quindi porsi domande e dubbi.
A fare da contraltare il verbale stilato dalla commissione prima delle selezione, nel quale si dice che “al termine di ogni audizione la commissione compilerà una scheda dell’esibizione. La commissione stabilisce che le valutazioni contenute nelle suddette schede non determineranno la classifica finale dei candidati e quindi non saranno in alcun modo vincolanti in ordine alla scelta dei finalisti“.
Per i legali di Giordano però ci sarebbero dei cavilli interpretabili che renderebbero giustificata la decisione del cantante di passare a vie legali. Si continua a leggere su Il Tempo: “Le schede di cui si parla nel verbale sono definite “dell’esibizione” e non “di valutazione”, dicono. Nel bando di concorso che disciplina “Area Sanremo 2014”, riportano inoltre nella citazione, all’articolo 6 si legge che “la commissione di valutazione adotterà le proprie decisioni in seduta segreta secondo i criteri che saranno resi noti ai candidati prima dell’inizio delle selezioni mediante pubblicazione sul sito internet www.area-sanremo.it”. Il bando e i criteri delineati nel sito, sostengono gli avvocati di Giordano, sarebbero pertanto l’unica “legge di gara” individuabile e le schede di valutazione “l’unico elemento di giudizio in cui la commissione ha espresso un punteggio numerico per ogni parametro ispirato ai criteri fissati sul sito internet“.
Il cantante reggino chiede quindi un risarcimento danni di 250 mila euro per danni economici e di immagine, oltre al ristoro dei 3.860 euro che l’artista, al pari degli altri 3876 concorrenti, ha dovuto spendere per poter partecipare alla selezione.
Il prossimo 13 aprile ci sarà l’udienza, presso il Tribunale di Imperia, in cui il cantante ed i suoi legali potranno portare la documentazione come prova di quanto esposto.
Il suo brano Chi bussa alla porta sarà presto contenuto nell’album del cantante che dichiara: “Ho trovato il coraggio di denunciare il tutto con la stessa forza con la quale scrivo canzoni di denuncia e che spero, presto, di poter far conoscere al grande pubblico nonostante mi sia stata negata la più grande opportunità per un artista emergente come, appunto, il festival di Sanremo“.