Approda quest’oggi nella nostra Officina del Talento la cantautrice fiorentina Irene Vavolo, in arte Renée.
Da oltre dieci anni si dedica con serietà e passione allo studio del canto frequentando corsi, lezioni e seminari con alcuni tra i più importanti cantanti e didatti del canto e della musica a livello mondiale. Vanta una formazione che spazia dal canto pop rock al musical.
Nel 2012 Renée si laurea in canto e musica contemporanea (Bachelor of Arts in Music Performance University of Essex) presso MA Europe (BO). Dopo di che, approfondisce la tecnica vocale Estill Voicecraft (EVT), frequentando il corso di 1° e di 2° livello e supera brillantemente l’esame di Competenza delle Figure Obbligatorie (CFP), e il metodo Vocal Power di Elizabeth Howard (Coach di Sting e dei Police ai Grammy Awards di Los Angeles 2007) e lo Speech Level Singing frequentando seminari e studiando privatamente con docenti certificati (Stefania Scarinzi, Michele Fischietti).
La cantautrice frequenta la Scuola di musical ArteInScena, diretta da Simona Marchini e dal coreografo e regista Franco Miseria durante il quale si esercita nello studio dell’espressione corporea attraverso il canto la danza e la recitazione. Oltre al canto, studia violoncello al Conservatorio L. Cherubini di Firenze e ottiene la licenza di teoria, solfeggio e dettato musicale e di pianoforte complementare.
Renée è anche docente di canto moderno pop-rock presso alcune importanti scuole di Firenze e provincia. Collabora come vocal coach con il regista fiorentino Alessandro Brandi nell’allestimento di musical e spettacoli musicali. Oltre all’attività didattica, si esibisce da anni in Italia e all’estero con diverse formazioni interpretando repertori di musica pop, rock, blues e funk. Inoltre, Lavora in studio da alcuni anni prestando la sua voce per jingle e produzioni musicali.
Nel 2009 registra la colonna sonora della fiction RAI diretta dal regista Maurizio Zaccaro dedicata al Trio Lescano intitolata ͞Le ragazze dello Swing. Nel 2015 pubblica insieme al suo produttore e arrangiatore Maurizio De Giglio il suo EP d’esordio Di Più, da cui è tratto il singolo Una sola cosa, da oggi in rotazione radiofonica su Radio Hinterland!
Vieni da una gavetta fatta di tanto studio ed esperienze nell’ambito musicale “accademico”, se così vogliamo chiamarlo. Sei anche docente di canto. Tanti ragazzi tentano la strada della musica senza aver mai studiato. Che consiglio daresti ai tuoi giovani colleghi ancora in erba?
Cantare è certamente meraviglioso. La voce è uno strumento unico e ognuno di noi ha il diritto di cantare, di divertirsi, di emozionare ed emozionarsi … ma il consiglio che mi sento di dare è anche quello di prendere la musica sul serio e di continuare a migliorarsi sempre con umiltà e rispetto per l’arte. Le scorciatoie nella vita non esistono o almeno io non le ho mai scelte. Per esperienza, il duro lavoro e l’impegno costante non solo riescono a garantire un successo duraturo ma ti fanno veramente tirare fuori tutto il tuo vero potenziale. È solo quando superi i tuoi limiti che il tuo vero potenziale emerge. Per questo consiglio sempre ai miei allievi di studiare e sperimentare con pazienza, coraggio e fiducia in se stessi.
Pochi giorni fa abbiamo visto Chiara Iezzi rimettersi in gioco a The Voice. Qual è la tua idea dei talent? Hai già provato ad entrare in uno di questi programmi televisivi? Se no, lo faresti?
Non ho mai provato a partecipare a uno di questi talent ma non escludo l’eventualità di farlo; certamente la televisione è un ottimo canale per farsi conoscere.
Il mio giudizio sui Talent? Ci sono due aspetti da considerare. Il primo, che io definisco l’illusione da Talent, è il rischio che passi un messaggio e un’idea sbagliata del mestiere del cantante del tipo che basti avere una bella voce per diventare una star famosa, o che basti fare gli acuti benissimo, o che per essere famosi e artisti di successo occorra la botta di fortuna da Talent. Non mi sembra corretto dare questa illusione a chi nei sogni ci crede veramente. Il secondo aspetto è che spesso questi ragazzi vengono catapultati in una realtà professionale prematuramente, quando non sono ancora pronti.. certe cose hanno bisogno di tempo… il talento anche se presente va comunque coltivato sennò si rischia di cadere alle prime difficoltà e di perdersi perché semplicemente non siamo preparati o ancora pronti. Il talent ti butta dalla cameretta di casa al palcoscenico. È un po’ come cogliere un bel frutto ma ancora acerbo, si rischia di strapparlo troppo presto e alla fine non matura.
Qual è l’aneddoto che ricordi con maggior piacere della tua carriera?
Ci sono stati tanti momenti divertenti soprattutto durante i live. Uno di questi risale a diversi anni fa. Cantavo in un gruppo dance anni ’70; eravamo a una festa privata… era estate e suonavamo all’aperto… il tasso alcolico era parecchio alto e io e i componenti del gruppo prima di suonare avevamo tutti alzato un po’ il gomito e bevuto un po’ troppo. Ad un certo punto mentre suonavamo Maniac, mi giro e vedo ad uno ad uno sparire i componenti del gruppo tranne il batterista che continuava a suonare .. si erano nascosti dietro la siepe per bisogni urgenti diciamo così… meno male che anche il pubblico era molto allegro.
Cosa ti ha spinto a diventare una cantautrice? Quale obiettivo vuoi raggiungere tramite la tua musica?
Vorrei potervi dire che scrivo canzoni da quando sono bambina ma non sarebbe vero. Alla mia musica e alle mie canzoni ci sono arrivata con il tempo, ma soprattutto con la vita. È un percorso al contrario. Ho iniziato a cantare quando avevo 20 anni; allora non avevo molta consapevolezza di me stessa, non scrivevo canzoni e nemmeno pensavo che lo avrei mai fatto. Poi nel corso degli anni e delle esperienza di vita ho imparato tante cose, vissuto tante esperienze di vita anche molto dolorose che mi hanno fatto maturare soprattutto come persona e di conseguenza come artista. Diciamo che ho iniziato a comporre musica nel momento in cui avevo voglia e bisogno di farlo, quando ho sentito che era il momento giusto per me e mi sentivo pronta a esprimere la mia musica nel mio modo unico. Quando canto oggi riesco a essere autentica; la mia voce comunica tutto ciò che sono veramente, quello che ho vissuto, ascoltato, imparato e sperimentato musicalmente.
Il mio principale obiettivo come cantante è riuscire a emozionare le persone che mi ascoltano; non c’è gioia e soddisfazione più grande per me che riuscire in questo intento. Credo profondamente in questa missione; anche nello scrivere una canzone non c’è auto celebrazione ma la voglia di muovere la vita delle persone, di farle riflettere emozionare, pensare e cambiare. Questo è anche il motivo per cui ho deciso di scrivere canzoni.
Parlaci meglio del brano protagonista dell’Officina, “Una sola cosa”, e in generale del tuo primo album “Di più”.
Il singolo Una sola cosa è il primo brano del disco che ho composto insieme a Girvan che è autore del testo. È un brano al quale tengo molto perché è anche il primo brano che abbiamo realizzato e prodotto insieme al mio chitarrista, arrangiatore e produttore Maurizio De Giglio; l’arrangiamento e le sonorità scelte sono moderne, il brano è fresco, diretto ed è assolutamente rappresentativo della mia musica.
Il titolo dell’EP è Di Più ed è anche il titolo della terza traccia del disco; l’ho scelto perché è quello che mi rappresenta maggiormente come modo di vedere la vita e come persona; è un pensiero positivo sulla vita in generale che riassumerei così: a volte la vita sembra dirti che è meglio che ti adegui e ti adatti ma se vuoi far emergere i tuoi sogni e le tue capacità devi credere che per te ci può essere sempre “di più”. L’album contiene 5 brani composti da me e da Maurizio De Giglio. I testi invece sono tutti scritti da Girvan, autore di grande sensibilità e profondità. Le mie canzoni parlano di storie quotidiane intrise di sentimenti, della mutevolezza del cuore e delle sue infinite direzioni, della vita, della musica e della loro non dualità. I testi non sono mai banali e più li ascolti e più comprendi il significato.
Che idea hai del mercato musicale, profondamente cambiato tramite le nuove piattaforme digitali? Credi che il fatto che tutti abbiano la possibilità di proporsi nel web sia positivo o negativo?
Il mercato musicale è cambiato e possiamo solo adeguarci a questa nuova realtà. Anzi io credo che questa evoluzione sia una cosa molto positiva e democratica; certamente bisogna saper scegliere, l’offerta è tanta ma almeno oggi la nostra generazione riesce a proporre la propria creatività e le proprie idee con mezzi economici alla portata di tutti e in un click, superando l’idea che la musica e il fare dischi sia prerogativa di pochi eletti insomma! Ho recentemente letto un’intervista del Professore Muhammad Yunus premio Nobel per la pace che mi ha colpito profondamente e che spero incoraggi tanti giovani come me:
“La generazione di giovani attuale è la più potente mai esistita nella storia dell’umanità. Gli strumenti che i giovani hanno a disposizione sono illimitati. Pensiamo alla conoscenza tecnologica, ai mezzi che possiedono, il computer, internet. Nessuna generazione è mai stata cosi potente“.
Credo che abbia assolutamente ragione e che dobbiamo solo renderci conto del nostro potere.
Cosa vedi nel tuo futuro? Quali sono gli impegni a breve e lungo termine e i sogni da realizzare di Renée?
I prossimi impegni riguardano il live e la realizzazione di un videoclip di uno miei brani. Poi ci sono canzoni nuove alla quale io e il mio team stiamo già lavorando per un prossimo EP.
Nel futuro e nei miei sogni, mi vedo in giro per il mondo con i miei dischi, la mia musica e la mia band. Condividere con il pubblico è il momento che amo di più; si realizza una sintonia e un’alchimia unica perché alla fine la musica come la vita diventa reale solo se condivisa con gli altri!