Pagelle nuovi singoli 19 marzo 2021 a cura di Fabio Fiume.
E dopo la carovana sanremese , tornano le pagelle settimanali ai nuovi singoli. I grandi big pazientano ancora ad uscire, complice l’andazzo assolutamente positivo dei tanti lanci sanremesi, sia in radio che nelle vendite, anche se qualcuno prova a farsi largo. Approfitto per ricordare, soprattutto a tutti gli entourage, che quando lavoro alle pagelle, non leggo volutamente le schede stampa; lo faccio per essere quanto più imparziale possibile. Non voglio leggere nomi di amici fra gli addetti, o sapere che quel promoter che mi è amico mi ha mandato quel brano, proprio per non farmi forviare in alcun modo.
Partiamo subito…
Amber – My future
Prodotto dance che ha entrambi i piedi nel periodo dei 90, quello che veniva dominato anche da artiste nostre come Alexia o Neja, per citarne un paio. Amber, non fa nulla di nuovo; tiene botta con un pezzo piacevole che, come quelli dell’epoca, vuole farsi anche canticchiare oltre che ballare. Ah… se ci fosse ancora il Festivalbar.
Sei
Nico Arezzo – Polline
Modo molto sfizioso di raccontare di come sia brutta la vita da quando la storia è finita; persino lui stesso si dà una data di scadenza, quando prima, insieme a lei, come miele, data di scadenza non c’era. Il tutto arrangiato con chitarre solari rende ancora più simpatico il risultato.
Sei ½
CmqMartina – Se mi pieghi non mi spezzi
Piegarsi e non spezzarsi è la regola fondamentale per raggiungere i propri traguardi, consapevoli che proveranno comunque a fermarti. CmqMartina è molto continental nella sua dance, ma arriva piacevole perché nella nostra lingua si contano sul palmo di una mano quelli che propongono questo stile. Interessante e centrata.
Sette
Fred De Palma – Ti raggiungerò
Avendo ottenuto un grande successo in Spagna, De Palma batte il ferro finché caldo e schiaccia sull’acceleratore della “latinizzazione” dei suoi pezzi, almeno dal punto di vista dell’intenzione. Qui però, forse non si sarà reso conto ( ma ho paura che possano crescere nasi), abbiamo proprio sconfinato nell’orticello di Baby K, che già di suo non è proprio nostra regina dell’originalità. Poi, che il pezzo sia orecchiabile… ma ci manca solo non lo fosse!
Quattro
Piero Gandetto – Ora sono qua
Ennesima proposta di bel canto, che vorrebbe “liricizzare” ma prova a darsi il tocco di modernità galleggiando sul pop, quello piuttosto manieristico e pomposo, atto a supportare una presenza vocale così importante. Il problema è che, a parte Il Volo, la lista di chi sta tentando questa strada e con risultati al massimo alterni, è già lunga. Perché allora non cantare lirico direttamente?
Quattro
Stefano Greco – Per lasciarci andare
Ballata sentimentale ed anche introspettiva che ha qualche riferimento importante pescato dal panorama musicale nostrano. Tuttavia Greco riesce a trovare una sua chiave interpretativa, soprattutto sulle parti vocalmente più spinte. Qualche frase ad effetto presente nel testo, può aiutare il brano tutto ad emergere.
Sei ½
Harmonyum – Mai più
Band vocale votata al bel canto, armonizzato anche in maniera ineccepibile, almeno da studio. Già, perché la valenza di un progetto del genere si misura maggiormente nella dimensione live. Le voci sono tutte molto belle ma anche tutte non con una personalità così spiccata da poter essere immaginate come soliste. Il pezzo è un’esortazione al perdono, alla miglioria che, saperlo dare, dona alle nostre vite. Resta però più un esercizio che altro, ben fatto, ma pur sempre un esercizio.
Sei
Isteresi – Come se fosse normale
Ancora una canzone sulla pandemia. L’affronta dal punto di vista di tutto ciò che era normale ed oggi non lo è più. L’atteggiamento interpretativo è piuttosto soave per gran parte del pezzo ed aspetta ad esplodere in un inciso che apre a chitarre di reminiscenze anni 90. Il pezzo non è brutto, ma corre il rischio d’invecchiare presto, anzi, auguriamoci che invecchi subito.
Sei
Veronica Kirchmajer – Come tu mi vuoi
Canzone sulla propria autostima e la forza di non cedere al ritocco facile, al cambiarsi i connotati per risultare magari anche più seducente, ma correndo il rischio di non esser nemmeno riconosciuti. Un po’ tronfia nel testo o forse resa tale anche dall’arrangiamento, pomposo nell’inciso e più minimal nelle strofe, che sfruttano, entrambi, suoni però piuttosto abusati.
Cinque
Gigi L’Altro & Roberto Francesconi – Disco papera
Ci sono canzoni che nascono per riempire il tempo. Quel tempo non è il mio.
Due
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