Spotify Italia e gli emergenti… una storia dal finale scontato di cui anche Fedez, a modo suo, ha voluto parlare.
Mesi fa avevo già parlato del lancio in Italia della Playlist di Spotify Radar, nata in tutto il mondo per valorizzare artisti sconosciuti ma talentuosi e lanciarli nel mondo della musica, o almeno provarci.
In quell’articolo che potete trovare qui sotto esprimevo già i miei dubbi sui 12 nomi scelti per il lancio… quasi nessuno di loro era un emergente bisognoso di aiuto e visibilità, da Blanco a Il Tre passando per Ariete e Mara Sattei.
Spotify Italia lancia “Radar Italia” per sostenere gli artisti emergenti. Ma quali emergenti?
Gli amici di Rockol hanno intervistato qualche mese fa Melanie Parejo, Head of Music di Spotify per il Sud Europa, citandoci:
“Una obiezione alla line-up dei 12 artisti, sollevata dai colleghi di All Music Italia: nomi come Mara Sattei e Cara sono già mainstream, con brani in testa alle classifiche; altri hanno un pubblico da centinaia di migliaia di ascoltatori su Spotify.
È vero che i 12 artisti di Radar Italia si trovano in fasi diverse della loro carriera, sebbene tutti siano definibili emergenti, ed è anche per questo che i prossimi 12 mesi del programma saranno molto emozionanti.
Siamo convinti che tutti gli artisti selezionati non abbiano ancora pubblicato un lavoro che li “definisca” o non abbiano ancora raggiunto il loro pubblico principale ed espresso tutto il proprio potenziale, ed è per questo che vogliamo essere partner nell’aiutarli a raggiungere la fase successiva della loro carriera.“
A mio parere una risposta molto istituzionale che potrei riassumere, nella mia umile visione ovviamente, in: “Ok sono quasi tutti artisti con già milioni di stream e sotto contratto con major ma possono fare di più col nostro aiuto“.
E infatti nei giorni scorsi ricevo un aggiornamento dall’ufficio stampa:
“Son passati 6 mesi dal lancio di Radar Italia, il programma che supporta i talenti emergenti nel nostro paese e Spotify condivide alcuni aggiornamenti sui 12 artisti coinvolti. Ecco alcuni dei principali insight sugli artisti:
Blanco con il suo featuring nella canzone di MACE “LA CANZONE NOSTRA” sta avendo un grande successo, con 26 milioni di streams e nove settimane in uno dei primi cinque posti della classifica top 200 italiana.
Ariete è tra le artiste più streammate nel 2021 in Italia
Mara Sattei lavora in stretta collaborazione con suo fratello, tha Supreme. I loro brani congiunti non mostrano segni di cedimento: “Spigoli” è stata nella top 10 delle canzoni più streammate dell’anno con 52 milioni di stream, e “ALTALENE” è ancora forte nella top 50 della classifica a sei mesi dalla sua uscita.
La Hit Te lo prometto de Il Tre, ha raggiunto i 30 milioni di streams e il suo album di debutto ALI, uscito a febbraio, è arrivato al terzo posto della Global Top Debuts Chart di Spotify…“
Spotify italia, cosa non funziona secondo noi ( e Fedez)?
Insomma mi informano, in caso come persona che tutti i giorni lavora per circa 14 ore al giorno con la musica che Blanco con la sua partecipazione in un brano di Mace con Salmo è una hit, che Il Tre, già ampiamente sostenuto dalla sua etichetta discografica, la Warner Music Italy, continua a riscuotere successo e che Mara Sattei, da ormai due anni considerata, oltre che la sorella di tha Supreme, una delle artiste più originali della nuova musica italiana, va fortissima nelle collaborazioni con i big della nuova musica italiana.
Ora, partiamo dal presupposto che non ho nulla contro gli artisti inseriti nella playlist radar, alcuni di loro li trovo davvero dei talenti molto promettenti, come Blanco per l’appunto. Ma forse dovremmo rivedere il concetto di “artista emergente” e quello di “aiutare” citati dalla Parejo.
In caso non ve ne siate accorti c’è una pandemia che sta ferendo irrimediabilmente la musica, big compresi. I più colpiti sono le maestranze e gli emergenti. Di questi ultimi non si parla mai. Tutti i locali per la musica dal vivo sono chiusi, quando si riaprirà quest’estate a capacità ridotta tutti gli spazi per la musica live saranno presi dagli artisti noti che hanno abbassato aspettative e cachet, finendo per tagliare completamente fuori chi ha bisogno di emergere.
Cosa rimane? Lo streaming visto che le radio note, Radio Zeta a parte, si sono scordate cosa significhi investire su un artista prima che questo esploda. Proprio per questo la playlist Radar di Spotify dovrebbe aiutare chi veramente ha bisogno e non artisti che già hanno una programmazione, un’etichetta forte alle spalle e una serie di feat. non da poco.
E a scegliere sono gli editor, come risposto dalla Parejo nell’intervista a Rockol…
“Come avete scelto i 12 artisti?
Non è stato certamente un compito facile, ma l’elenco degli artisti è stato accuratamente elaborato attraverso un’attenta selezione da parte del team di esperti musicali di Spotify, con l’aiuto di un’ampia analisi di dati provenienti da milioni di utenti. La selezione si basa quindi sia sui dati che su decisioni editoriali, con il team locale che ha autonomamente potuto scegliere gli artisti più adatti per l’Italia.“
Ed è proprio a loro che ci rivolgiamo. Perché gli editor di Spotify quando decidono di puntare su un progetto, vedi Ariete, da un anno presente con anche 5/6 brani contemporaneamente nelle maggiori playlist Editoriali di Spotify (come potete vedere in basso a destra nell’immagine qui sotto che indica in quali playlist l’artista è stata scoperta e ascoltata maggiormente), hanno molto potere di influenzare la carriera e sopravvivenza di un artista.
E proprio Ariete nei giorni scorsi è stata ospite di Fedez e Luis Sal nel podcast Muschio Selvaggio. Fedez non ha nascosto il fatto di essere stupito del fatto che la più grande piattaforma di streaming sia gestita da una sola persona che può decidere come andrà un brano.
Queste le parole esatte di Fedez:
“Il CEO di Spotify ha detto – questi artisti devono smetterla di fare un disco ogni tre anni – Non è una bella cosa da dire.
Quando accentri il potere su un’unica cosa, poi detta legge. Vedi Spotify, se vuoi fare devi rimetterti a loro. Qualcuno mi ha detto che era uscita una mega hit in America ed era prima ovunque tranne che su Spotify (in America pare che Apple Music sia molto più utilizzata di Spotify .Ndr).Il problema delle piattaforme di streaming è che possono influenzare l’andamento di un brano a loro piacimento, inserendolo nelle playlist per una bella cifra. Il tema è che in America chi decide quanto pushare un brano è in mano a un team di 100 persone, e quindi hai una statistica più ampia che questa cosa possa coinvolgere più artisti possibili.
In Italia questo potere è dato in mano a una persona, che non ha colpe, ma se dai in mano il potere a una persona sola, gli stai dando un potere enorme e l’artista a un certo punto dovrà domandarsi ma se voglio emergere devo fare, non solo la musica che piace a me e che può piacere al mio pubblico, ma anche che può piacere a lui e questa cosa è da pazzi“
Cos’altro aggiungere? Solo una precisazione per voler essere corretti. Da quel che ci risulta in Italia gli Editor di Spotify sono 3/4, forse Fedez intendeva dire che c’è un capo Editor?