Pagelle nuovi singoli 23 aprile 2021. Tanta, ma proprio tanta musica è uscita questa settimana, tanto da non starci nella rubrica e, per dirla tutta, nemmeno tra le mie orecchie. Come sempre sono dovuto andare di selezione casuale per gli emergenti che sono usciti in un numero realmente spropositato, prossimo alle tre cifre, che è impossibile pensare di avere l’attenzione dovuta.
Per questo non perdiamo tempo e andiamo subito a scoprire le nuove pagelle.
Alfa & Rosa Chemical – Snob
Pezzo che mette assieme varie cose, fatto questo che Alfa in realtà tenta da sempre. L’orecchiabilità è oggettiva però c’è poco altro. Cosa fondamentale è che non c’è una peculiarità dell’artista, che finisce un po’ prigioniero del feat che appare più forte proprio perché più personale.
Cinque
Arisa – Ortica
Non è da poco tempo che Arisa continua a ripetere di scrivere in napoletano. Ecco, svelato l’arcano: la cantante lucana ha inciso un nuovo pezzo in napoletano, dopo la splendida Vasame di qualche anno fa. Stavolta il pezzo è meno melò e più ancorato in una contemporaneità pop ed un’universalità di linguaggio. Arisa ha un’ottima pronuncia e qui si svincola con le sue note meravigliose su un arrangiamento curato, elettronico ma anche con elementi e suoni ricercati, fini. Ottima.
Otto
Cado Nello Specchio – Roma
La grande bellezza della Capitale buttata già dalla situazione della “monnezza” che la sfregia negli ultimi anni. Tra le tante cose, cantate in romanaccio dalla band, c’è anche questa situazione ribadita due volte nel testo. Qualche frase prevedibile, così come qualche rima, ed un inciso che apra come Sereno è di Drupi per il pezzo che, per essere frutto di lavoro di band, non ha sviluppi convincenti dal punto di vista musicale.
Quattro ½
Marco Calone & Marsica – Voglio murì pe’ ttè
Prodotto che ha un richiamo molto forte nell’inciso a qualcosa di già noto e che mette in duetto due artisti che sulla carta hanno ben poco da dirsi. Per argomentare basta prestare orecchie ed ascoltare la differenza d’interpretazione tra Calone, figlio di un modo vetusto di cantare il melodico napoletano e la freschezza di Marsica, figlia invece di mondi stilistici che bilanciano le basi della musica partenopea ed uno sguardo netto verso ciò che gira fuori dai confini non campani ma italici. E nel pezzo assieme lui non fa il passo avanti paritario a quello indietro di lei.
Quattro=
Ciao Sono Vale – Tutto ciò che vuoi
E’ una canzone che racconta in maniera né enfatica e né volta a strabiliare un amore omo al femminile e la cosa non è così scontata. L’artista mantiene una pacatezza che fa arrivare estremamente naturale ciò che canta, come poi deve essere. Dita, respiri, pensieri reconditi, l’amore è tutto questo, qualsiasi amore.
Sette
Alex Conte – Venerdi
Non capisco l’arrangiamento iniziale della voce, con un innaturale sdoppiamento che non è nemmeno giocato su linee tonali diverse ma proprio quasi su un unisono sfalsato, che produce una eco fastidiosa. Si parla di fuga dalla pandemia, dalle mascherine, dalla prigionia con una chitarra guida alla Ligabue, carente però del suo mood sporco. Esile.
Quattro ½
Alessandra Conti Nibali – Diversi da noi stessi
La voce è giovanissima, come l’età della nostra chiaramente ed ha sicuramente grandi margini di crescita. Nelle strofe infatti la cristallinità ricorda la prima Arisa, solo che la collega più nota rivelava poi nelle aperture e nei punti di forza uno spessore più importante. In questo pezzo invece nell’inciso la voce si perde rivelando il tanto lavoro ancora da fare. Singolo comunque debole.
Quattro ½
Michele De Martiis – Il cuore ha memoria
“Adoro l’errore ed il perdonare” è uno dei momenti cardine di questo testo del cantautore marchigiano nel mezzo di altri momenti ispirati. Se la scrittura è buona, così come l’intenzione pop, forse arriva meno potente l’arrangiamento che sembra un po’ bloccato a produzioni di una ventina d’anni fa.
Cinque ½
Fast Animals & Slow Kids con Willie Peyote – Cosa si direbbe
Buon racconto delle nevralgie e problematiche di questi anni, delle coppie che escono ma non comunicano, ai problemi del mondo come se non ne facessimo parte. Musicalmente il pezzo è bello che tirato, salvo nel momento d’ingresso di Peyote che sciolina il suo testo quasi su vuoto. Per l’estate potrebbe anche regalare loro una popolarità più di massa.
Sei ½
Folcast & Roy Paci – Senti che musica
Rispetto al pezzo sanremese Folcast non sembra nemmeno lo stesso artista; Pezzo colorato per l’estate in celebrazione del mare, le fanfare, la musica, pieno come è di musica appunto. Tanta leggerezza, molta immediatezza. Proprio per l’estate.
Sei ½
Foresta – Rimango da solo
C’è qualche già sentito in questo pezzo, anche più di uno. La scelta dell’arrangiamento, della divisione del pezzo, ricorda vagamente il brano vincitore delle nuove proposte di Sanremo, Gaudiano. Originale è però il picco lasciato poi sospeso dell’inciso. Interessante la voce.
Sei
Saverio Grandi – A mio padre
Come suggerisce già il titolo, questa canzone è una lettera al padre, una lettera al passato, che lascia intendere che forse non c’è più. Ci sono ricordi a volte amari alternati a quel senso di vuoto nel ricordare invece delle volte che non si è capito un insegnamento, un muso duro o un silenzio. E’ un brano sincero, che forse manca di un’interpretazione più importante, come quella di tanti artisti per cui Saverio ha scritto, ma è la sua storia ed è giusto che se la canti come l’ha intesa.
Sei ½
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