23 Aprile 2021
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23 Aprile 2021

Caro Povia, in merito al tuo post sul ddl zan, facciamo due riflessioni? io, te e mio figlio…

Discografica, giornalista, donna e madre, Monica Landro nella sua rubrica "W la mamma" decide di scrivere a Povia sul Ddl Zan

Povia
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Caro Povia,
sono Monica Landro, discografica e giornalista ma soprattutto mamma e donna sempre alla ricerca di riflessioni e confronto.

Nei giorni scorsi ti sei schierato contro il DDL ZAN…, il disegno di legge che prevede una serie di misure per contrastare la discriminazione e la violenza per motivi fondati sul sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità, mostrando una spavalderia notevole, visto che non solo hai usato parole decise ma che hai anche risposto a tono a chi ti ha puntato il dito per via delle tue esternazioni.

Pur ritenendo lecito il tuo pensiero da sempre un po’ “contro il sistema”, ritengo che a tua volta lo faccia in maniera strumentale per una visibilità che diversamente non credo ti sarebbe concessa.
Nel post in cui ti lanci contro il disegno di legge, sottolinei infatti che stai scrivendo un nuovo pezzo ed addirittura inviti all’acquisto. Dal momento che inveisci contro la “finta propaganda” pro-diversità, mi viene da pensare che anche tu forse fai affermazioni finalizzate alla propaganda e comunicazione dell’uscita della tua nuova canzone…

Ma vado oltre perché tanto ti sto scrivendo dal sito di All Music Italia dove il Direttore nel suo editoriale ti ha già fatto lo shampoo, al quale tu hai risposto con modi ironici e poco garbati attraverso le tue storie. Pazienza. I dissing sono così. L’educazione non è contemplata.

Però caro Povia, leggendo il tuo post di cui riporto una parte

Ora sto scrivendo un brano dal titolo ‘NON ESISTE OMOFOBIA’ secondo voi se passa la legge, potrò cantarlo? O Rischio la denuncia perché smonto questa finta propaganda? O perché dico che “è la violenza che va condannata” senza distinzioni o differenze? Insomma il codice penale parla chiaro, l’articolo 61 tutela TUTTI. Se passa la legge i gay entrano nell’articolo 604Bis e diventano a tutti gli effetti una “razza”. Fossi gay? Mi incaxxerei solo per questo”.

mio figlio Edoardo, 17enne molto attento alle dinamiche della società, mi ha invitato a fare una riflessione: “Non puoi bloccare il pensiero con una legge, devi educare il pensiero”.
Con questa ottica ho rivisto il tuo sfogo, estrapolandolo dal contesto all’interno del quale dovevi giustamente urlarlo per avere una eco mediatica e cercando di coglierne l’essenza.

Il ragionamento che faccio e sul quale credo tu converrai, è che se io sono africana tu non sei autorizzato a disprezzarmi. Tu devi accettare che io abbia un colore della pelle diverso dal tuo. Non te lo deve spiegare una legge, né ti deve fermare dal picchiarmi o insultarmi, bensì lo deve fare la tua educazione, il tuo rispetto, il tuo buonsenso.
Se tu, uomo, baci con un ragazzo per strada, a me non deve infastidire. Semplicemente è la tua vita. Vivila come ti pare. Non disturbi la mia libertà.

In sostanza però, per come stanno le cose nel mondo, vedi per esempio il caso di Malika, cacciata dai genitori con offese irripetibili, solo perché innamorata di un’altra donna ma anche il caso d’oltre oceano di George Floyd, soffocato fino alla morte perché nero, concordo sulla legge DDL ZAN perché siamo ancora troppo ineducati, stolti, retrogradi e culturalmente ingabbiati nel medioevo, ma – e sottolineo MA – è ad altro che aspiro: l’inclusione senza distinzione.

Nessuno deve aggredire nessuno. Non dovrebbe essere considerato un aggravante discriminare un gay o un nero. Qui siamo d’accordo, perché alla base di questo pensiero c’è un ragionamento che non va affatto bene: abbiamo bisogno di difendere il diverso e quindi di “etichettarlo”, di dargli una “razza”, di “sottolineare” che non è come noi ma che debba essere trattato come noi.

Ma noi chi??? E poi diverso da chi?? Come è possibile che il gay, il nero, il disabile siano tanto diversi da discriminarli e quindi da esigere una ulteriore tutela rispetto a quella già vigente sulla violenza?

Etero e gay sono uguali: esseri umani.
Bianchi e neri sono uguali: esseri umani.
Abili e disabili sono uguali: esseri umani.

Finché non ci ficcheremo tutti quanti in testa che SIAMO UGUALI, CHE SIAMO TUTTI ESSERI UMANI (e non entro nel merito del rispetto del mondo animale) ogni giorno dovremo fare lotte e proporre leggi.
La questione sta a monte. Educhiamo il pensiero. Iniziamo a farlo con i nostri figli, subito! Io ci provo tutti i giorni con i miei, fin da quando sono piccoli.

E infatti, caro Povia, credo che un po’ abbiano capito il tuo pensiero.
Edoardo mi ha detto: “Tu non dovresti giudicare, attaccare o difendere una persona per quello che è (gay, bianco, nero, disabile…) ma per quello che fa”.

Forse intendevi dire questo, Povia?

Monica Landro