Pagelle Nuovi Singoli 30 aprile 2021 a cura del nostro critico musicale Fabio Fiume.
Tante novità anche questa settimana che vede parecchi ritorni, qualcuno pure inaspettato. Cominciano ad arrivare i secondi singoli estratti dagli album di Sanremo e anticipi di lavori attesi da parecchio tempo.
Anche questa settimana ho dovuto lasciar per via diverse cose, perché ascoltare tutto era impossibile, però tutto quel che ho potuto, ho fatto. Cominciamo subito…
Fernando Alba – L’odore dell’amore
La sensazione che produce questo pezzo è quella di un rock piuttosto sincero per le orecchie, che però ha il vezzo di voler provare ad essere altro. C’è qualche chitarra che tende allo sporco grunge, qualche inflessione più blueseggiante, ed un cantato che “ligabueggia” un po’. Forse bastava andare sulla via dritta per un risultato più centrato.
Sei =
Benedetto Alchieri – Stai su
Come idea di base per il testo l’idea c’è. Quel che non funziona è la realizzazione, tutta di rime baciate, posta in maniera quasi filastroccata con parole che, senza nemmeno ascoltare, puoi già immaginare quali saranno. Anche l’arrangiamento è piuttosto prevedibile e, nel caso dell’inciso, anche vetusto.
Quattro=
Giordana Angi & Loredana Bertè – Tuttapposto
Battuta dance anni 70, quella in cui è il basso a farla da padrone. S’introduce la Bertè nell’inciso e si prende la parte più concreta. Giordana si concede anche il francese di cui è padrona per pezzo che è al fine un allegro divertissement adatto alla prossima stagione, ma a cui manca la zampata per ancorarsi al tempo e restare.
Sei
Biba – Venere
La proposta musicale è un pop rock anche interessante, però la scelta della modalità canto è un po’ senza mordente, non procede con la stessa forza della base. S’intenda, non sto dicendo che la voce sia brutta, anzi, è molto personale e può dire delle cose, cantare il proprio mondo. Parlo solo di forza. In generale la proposta è comunque accettabile.
Sei
Mara Bosisio – Itaca
Non si capisce molto il senso di questo pezzo. Parla probabilmente di attesa di qualcosa, di una ripartenza, ricordando il passato e quel che era. Solo che è tutto un po’ confuso nel racconto; sembra come se ci si fossero messe dentro un po’ troppe parentesi. Tolta la parte rap, tra l’altro piuttosto fuori contesto, il pezzo poteva essere cantato da… Flavia Fortunato. Però non siamo nel 1986!
Quattro
Calibro 40 – Miele e noci
Mi sembra di essere tornati ai primi anni 2000, al pop alla Paolo Meneguzzi, dopo aver fatto il bagno negli effetti trap. Ma poi perché si continua a maltrattare così la lingua italiana? Al di là degli accenti qui e lì… “Messaggieri”?? Proprio così, con una i vagante per lo mezzo? Ma anche no!
Tre
Eleonora Catalani – Ti confesso che
E’ un pezzo che parla in maniera piuttosto evidente di una condivisione del tempo con qualcuno vicino che sta male, che deve affrontare un male contro cui lottare. E si cerca di stare assieme, farsi compagnia, di godere del tempo possibile. Arriva un sax a dare poi un senso malinconico al tutto. Il tema è delicato, il testo esplicito, la forma canzone è però abbastanza solita.
Sei
Coma_Cose – La canzone dei lupi
Bella linea melodica ed apertura d’inciso. In questo pezzo le divisioni fra i coniugi sono ben ripartite: strofe a lui, incisi a lei su base nostalgica ed evocativa anche nei suoni di chiara provenienza 80. E’ difficile certo addomesticare un lupo, incline alla libertà più vera, così come i coniugi Lama, che riescono a raccontare di un amore libero, in cui si è coscienti del bisogno dell’altro/a senza mai trascurare se stessi.
Sette ½
Daniel Cosmic – Marì
Si parte dal napoletano ma poi c’è tanto altro in questo pezzo che percorre diverse situazioni in voga in questo periodo. C’è trap, c’è il sentore di reggaeton, c’è una lavorazione elettronica che prova a dare un senso originale al tutto. Di originale, sia ben chiaro, non c’è proprio nulla, però per paradosso, le cose mischiate in questo modo lo appaiono. Sorvoliamo sul senso poi della Maria eh! Potrebbe far strada e per tanti motivi.
Sei
Mark De’ Medici – Sbarazzina
Questo pezzo ha una colpa grave, quella di non partire mai. E’ una continua preparazione, un continuo lasciarti pensare: “ora esplode”. Ed invece un minimo di entrata ritmica significativa arriva solo dopo due minuti e venti e ne dura appena quindici secondi o giù di li. E’ come sentire uno che parla; se non sei catturato da ciò che ti dice o te ne vai o resti ma pensi che minaccia di piovere ed hai i panni stesi fuori!
Quattro
Valentina Di Rado – Qui ci sei tu
In un discorso un po’ generico, si parla di una figlia, dell’amore incondizionato che si può provare per quel frutto che del sentimento è il risultato tangibile. Però lo si capisce attraverso qualche frase estrapolata, perché per il resto sembra quasi una canzone d’amore normale, e nemmeno così originale nelle liriche.
Cinque
Michele Gatto – Quelli come te
Una lettera al papà, perché solo attraverso uno scritto si riescono a dire delle cose. E soltanto alla fine si capisce che questo padre meraviglioso, questo eroe senza macchia né errore non c’è più. Questo arcano che risulta comprensibile solo alla fine, pur senza dirlo, rende intelligente la scrittura. Un po’ manieristica l’esecuzione, piena di fronzoli. Attenzione che quando si vuol far capire un testo nel suo messaggio è sempre meglio togliere che aggiungere.
Sei+
GiòGala & White Shark – Arsenico
Il pezzo sa un po’ di pop primissimi anni 2000, che si concede l’incursione rap, come dazio da pagare per risultare moderni. Se ci si ferma alle strofe però sembra proprio di sentire un cantante di una ventina d’anni fa, pure 25 e bisogna aspettare il ritornello per venire fuori da un’impostazione controllata ma pure vetusta assai ed aprire.
Cinque
In The Loop – Onde
Rifacimento di uno dei pezzi più popolari dell’indimenticabile Alex Baroni. Sfidarlo avrebbe avuto un risultato improbabile ma qui si è lavorato d’elettronica, puntando a sovvertire l’immediatezza melodica del pezzo. Il risultato è degno; non è un confronto ma un altro piano con cui, intelligentemente, provare a riproporre un pezzo. Le cover così hanno un senso.
Sette
Koevo – Sempre altrove
Dalla voce si deduce un’età molto giovane. Come tale la band propone un pop fresco, che ha riferimenti nella musica popolare italiana. Fa un po’ effetto “sigla di una serie televisiva familiare per il pubblico di Rai Uno”. Bisogna trovare un’impronta personale con cui provare ad impressionare il pubblico, ma ci si può lavorare.
Sei
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