Laura Pausini David di Donatello, Checco Zalone e Mogol. I David di Donatello 2021 negli scorsi giorni hanno fatto parecchio discutere sopratutto per quel che riguarda la vittoria di Checco Zalone con la sua Immigrato nella categoria Miglior Canzone Originale a discapito di Laura Pausini (ma anche di Claudio Baglioni, tra gli altri).
Diciamocelo pure, per un momento ci è sembrato di essere su Scherzi a parte e non perché Zalone non sia bravo, anzi, ma per la levatura musicale delle due proposte.
Laura Pausini era presente con Io sì (Seen), una canzone scritta con Diane Warren e Niccolò Agliardi, un brano volutamente e apparentemente semplice ed essenziale (ne abbiamo parlato approfonditamente qui) proprio perché costruito in modo da poter veicolare a quante più persone possibile nel mondo un messaggio. Un messaggio di speranza rivolto a tutte quelle persone “invisibili”, spesso per scelta altrui.
La cantante con questa canzone ha conquistato nomination nei più importanti premi internazionali venendo selezionata tra canzoni contenute nei film di tutto il mondo. Ha vinto un Golden Globe ed è stata candidata agli Oscar… il tutto con un brano cantato in italiano, mai successo prima.
Proprio per questo appare ai nostri occhi un po’ come una beffa il fatto che proprio nel suo paese, nei premi cinematografici più importanti in Italia (che aspirano un po’ ad essere i nostro “Oscar”) tutto questo non sia stato riconosciuto a favore di una canzone intelligente, di critica politica, ma pur sempre un quasi plagio in chiave ironica de L’Italiano di Toto Cutugno, a firma Checco Zalone.
Non so a voi, al di là dei gusti personali su Laura Pausini e la sua musica, quello che stride è il fatto che questa canzone sia stata riconosciuta e premiata in tutto il mondo in un “confronto” con brani di grandi artisti e poi questa “non vittoria” in Italia che ha un po’ quel sapore del “all’estero non hanno capito niente”. Insomma la solita Italia che non sa mai valorizzarsi e valorizzare la propria arte e che ritiene così bella una canzone da volerla in apertura ad una manifestazione, ma non da premiarla.
Va comunque dato atto alla Pausini di aver reagito con la solita classe e umorismo, prima con una risata divertita al momento dell’annuncio, e in seguito con un messaggio di ringraziamento verso il suo paese, l’Italia, come da sempre fa in tutto il mondo quando riceve un riconoscimento.
In questa questione fa un po’ sorridere l’intervento di Mogol che, interpellato da AdnKronos, ha dichiarato quanto segue:
“Checco Zalone è geniale, bravissimo, mi ha fatto morire dalle risate tante volte e hanno fatto bene a premiarlo. Mi ricordo tra le tante ‘Gli uomini sessuali’, ho riso sempre tantissimo, è davvero bravo. Niente da dire su Laura Pausini, è una grande cantante. Ma Zalone è irresistibile, quindi tutto il mio appoggio”.
Con il tutto il rispetto a Mogol, ma anche no… sembra quasi di essere finiti nella classica italietta, stereotipata nei racconti dall’estero, che deve buttare tutto in caciara politica.