Il 9 giugno scorso è uscito per INRI Giovani dentro il nuovo album del cantautore e producer Molla. Per approfondire questo disco, ricco di spunti interessanti, abbiamo voluto intervistare l’artista.
Giovani dentro è stato anticipato dai singoli 2 Accordi e Goodbye My Love brani che, come tutti quelli contenuti nel disco esplorano il concetto di essere giovani al di là dell’età, la consapevolezza di essere sempre pronti agli errori a qualsiasi età.
L’album è arrivato a tre anni dal precedente e racconta questi concetti attraverso la storia di 9 personaggi.
Molla Intervista
È uscito il tuo disco “Giovani Dentro”. In relazione al titolo secondo te è innata la capacità di non farsi cambiare dal tempo o si impara?
Si impara, credo che la domanda sia perfetta perché quello che penso è esattamente questo, non è importante quando, è importante impegnarsi per capire cosa ci fa restare giovani dentro per sempre, una foto, un film, un amico, una passione, una sedia o un paio di jeans.
Quanto è importante per te come Cantautore e uomo essere sempre attuale?
Molto importante e molto difficile, come uomo sono un disastro, per fortuna ho mia moglie che mi aiuta, come cantautore credo sia necessario ad un certo punto affidarsi a gente, produttori, manager, fotografi, grafiche che hanno un occhio e un orecchio diverso dal tuo e che sono nel “giro giusto” citando Bugo.
Nel disco ci sono 3 collaborazioni di eccezione. Se potessi, quale aspetto del fare musica personale di Erica Mou, Zibba, Renzo Rubino ruberesti?
A Erica Mou ruberei il suo timbro, credo sia davvero uno dei più belli, può cantare qualsiasi cosa e diventa subito magico e molto personale, a Zibba ruberei sicuramente il suo modo di scrivere, diretto, corretto, unico e pungente, a Renzo Rubino ruberei il suo essere cantautore vero senza farsi cambiare mai da nulla, la poesia in tutto quello che fa.
Nel disco avete creato un Visual che rimanda alle serie TV di Netflix. Quanto sono importanti le immagini e la cinematografia nell’ispirare la tua scrittura?
In realtà io penso sempre a tutto dopo aver scritto e cantato le canzoni, nel senso che nel mio caso parte comunque tutto dalla canzone di tre minuti che deve avere una sua forza, poi immagini e grafiche giocano un ruolo molto importante ma vengono dopo, è come quando esci con una bella ragazza che si veste anche bene.
“Stiamo cambiando” in duetto con Erica Mou è il brano di apertura del disco. Il cambiamento è sempre difficile da affrontare, soprattutto quando si tratta di accettare il cambiamento di se stessi. Ti è mai capitato nel tuo percorso artistico di non capire verso quale direzione stessi evolvendo?
Bè si, io nel 2006 forse ero all’apice del mio umile percorso, avevo 22 anni e avevo già un contratto con Sugar come batterista e musicista per gli Ameba4, abbiamo partecipato a Sanremo Giovani, suonato al Rolling Stones tre volte e tante altre esperienze.
Dopo l’esperienza non è finita bene e sono rinato cantante, cantautore ma non ero pronto, non sapevo farlo. Passare dalla batteria al canto ed essere credibile è molto difficile, ho lasciato Bari la mia città, mi sono trasferito a Milano e ho iniziato tutto da zero ma oggi sono super felice.
Ascoltando il disco abbiamo notato una relazione molto forte delle canzoni con il concetto del “cambiamento”. Raccontaci la differenza di come hai trattato il tema in “TUTTO” rispetto a “Stiamo cambiando”.
Io sono abituato a fare sempre tutto da solo e credo che il “cambiamento” sia più facile da attuare da solo, invece in STIAMO CAMBIANDO racconto un cambiamento fatto insieme, mano nella mano ed è molto più difficile.
Ma fai veramente sempre TUTTO da solo? Quanto è importante imparare a stare da soli e che relazione c’è tra questa capacità e l’abilità nella scrittura di un brano?
Si, ti assicuro che faccio davvero tutto da solo, è stancante, adesso ho anche aperto Molla Booking :), quando ci sono gli applausi però me li prendo tutti io ! ahahah
Una delle tue vere attitudini artistiche è suonare dal vivo. Quanto ha inciso questo aspetto nella scelte di scrittura e nella produzione del disco?
Per me suonare dal vivo è tutto, nessuno può e deve toglierci questa magia. Oggi un brano caricato su Spotify ha una vita breve, tre settimane circa secondo me, invece il live da lunga vita ad un percorso. Io sono nato sul palco, e ho sempre suonato musica mia o musica inedita di altri.
Questo influisce molto nelle mie produzioni, perché anche nel mio studio non riesco a stare fermo, il movimento mi aiuta a creare melodie e ritmo.
Il disco è uscito da qualche settimana ormai, qual è stata la “Bellissima sorpresa” che non ti aspettavi?
Non mi aspettavo di restare più di un mese in playlist editoriali di Spotify, non mi aspettavo di fare interviste importanti come questa, di fare live web per radio e altro. La notizia forse più figa è stato l’invito da parte di Renzo Rubino a partecipare al suo super PORTO RUBINO.
Nella vita oltre a essere un Cantautore sei anche uno stimato produttore. Ma ci spieghi cosa vuol dire essere Indie?
Grazie mille, la parola indie credo sia come il virus cambia sempre, fino a qualche anno fa voleva dire essere INDIPENDENTE, cioè davvero fare tutto da soli e uscire con la propria musica in maniera INDIpendente.
Poi si è trasformato… Brunori, Dente, Carnei, Colapesce, Dimartino, hanno fatto diventare l’indie una sorta di movimento bellissimo di musica per tutti a pochi euro con un atteggiamento di confidenza tra il pubblico e gli artisti.
Poi dopo Calcutta si è trasformato ancora ed è esploso un altro tipo di fenomeno, dove esiste l’idea che TUTTI possono avere la propria fettina di torta e a me questa cosa piace. Quindi si io sono indie con mille sfumature 🙂
Ad oggi c’è un progetto artistico emergente che ti senti di segnalarci come degno di nota?
Bè più di uno, LE URLA, Santoianni e Laura Pizzarelli… tutti prodotti da me 🙂