Dal 30 luglio scorso è fuori per Ada Music Italy l’EP di debutto del cantautore toscano Konti Flowerchild intitolato proprio Flowerchild. Per l’occasione abbiamo voluto intervistare questo nuovo talento della musica italiana.
Il progetto è prodotto da Mike Defunto ed è stato anticipato dai singoli Coloriamo e Bella festa.
L’EP, contenente cinque brani inediti, è caratterizzato da sonorità che spaziano tra generi differenti: vengono miscelati il punk e il pop al rock, fino a creare un vero e proprio ibrido. Ecco come ne parla Konti Flowechild:
“Se dovessi descrivere questo EP lo definirei una sfumatura di giallo, rappresenta per me la voglia di trovare sempre il lato positivo delle cose. Coloriamo è la traccia con cui abbiamo iniziato il progetto e sono davvero felice di questo.
L’EP si affaccia a diverse influenze musicali, come facilmente intuibile il punk rock è una delle principali, seguito dal pop. Sono molto contento che dopo tanto duro lavoro su me stesso e sulla mia musica possa uscire un prodotto di cui andare fiero e che riesca a trasmettere un sorriso a chi lo ascolta“.
Questa la tracklist dell’EP:
- C’è tempo per crescere
- Bella Festa
- Farfalle (scritto con Shama24K)
- Coloriamo
- Un sorriso d’emergenza
INTERVISTA A KONTI FLOWERCHILD
Ciao KONTI flowerchild, benvenuto! Recentemente è uscito il tuo primo EP, “flowerchild”; la domanda sorge spontanea, spiegaci il significato del tuo nome d’arte e di conseguenza del titolo dell’EP.
Flowerchild nasce da una mezza discussione che ho avuto con i miei genitori, loro mi stavano chiedendo di fare una cosa subito senza stare a perdere tempo, mentre io ero più orientato sul procrastinare e dicevo “Ma dai che vi importa, lo faccio dopo, lasciatemi fare” e loro a quel punto mi guardarono e mi dissero: “Ma sei un figlio dei fiori?“.
Nei giorni dopo questa espressione continuava a tornarmi in mente, quindi l’ho tradotta e dopo aver approfondito il suo significato ho pensato che fosse perfetta visto che mi ci rispecchiavo un sacco.
Il tuo EP è il risultato di una miscela tra le sonorità del mondo pop e di quello punk: come ti sei avvicinato a questi generi e quali artisti ti hanno influenzato maggiormente?
Al mondo pop sono sempre stato vicino fin da quando ero piccino, sono cresciuto con gli artisti che passavo su MTV ed ero in fissa con tutti loro, dai Bastille a Justin Bieber per farti un paio di nomi, anche se per un certo periodo mi ci sono allontanato per poi riavvicinarmi poco dopo, per quanto riguarda il punk negli ultimi due anni sono stati Machine Gun Kelly e Yungblud a farmici appassionare.
L’EP è stato prodotto da Mike Defunto, com’è iniziata la vostra collaborazione?
La collaborazione con Mike Defunto è iniziata un anno e qualche mese fa e in poche parole un amico di Mike mi aveva scoperto tramite una pagina Instagram e ha fatto sentire il pezzo a Mike. Gli è piaciuto quel che facevo e mi ha scritto per beccarci e vedere se ci trovassimo bene.
Dal nostro primo incontro ci siamo trovati subito e qualche giorno dopo gli ho mandato una demo a partire dalla quale lui ha realizzato la base: così è nato il nostro primo pezzo in collaborazione, Castelli di sabbia.
Cosa rappresenta per te questo esordio discografico e per cosa vorresti distinguerti all’interno del panorama discografico attuale?
L’esordio era un mio piccolo sogno, perché comunque era tanto tempo che volevo dedicarmi alla musica seriamente, sono davvero contento di come stia andando all’inizio, perché è qui che siamo praticamente.
In realtà non mi preoccupa distinguermi dalla scena, ho sempre fatto le cose per me stesso, ma secondo me quello che può arrivare alla gente di diverso rispetto agli altri è la felicità, la spontaneità e la spensieratezza con cui vengono fuori le canzoni e come arrivano alla gente. Questo secondo me è un buon punto di forza!
“Un sorriso d’emergenza” è un brano che pare fornire a qualcuno l’appiglio a cui aggrapparsi nei momenti d’emergenza, appunto; in quei casi tu a cosa ti aggrappi?
All’inizio della quarantena quando mi capitava di essere giù era la musica a darmi sostegno, scrivevo canzoni e nel momento in cui veniva fuori un brano che mi piaceva già mi sentivo molto meglio, però durante il periodo della quarantena lavoravo tanto anche su me stesso oltre che alla musica ovviamente e in realtà adesso mi sento molto più sicuro di me e vivo raramente momenti di sconforto adesso, quindi mi sento più tranquillo e volevo regalare “un sorriso d’emergenza” agli altri più che a me stesso.
Quale pensi che sia, all’interno di “flowerchild”, il brano “manifesto” del tuo progetto e perché proprio quello?
Come canzone manifesto di flowerchild ci vedo Bella festa, a parte per come è uscita, perché è nata in maniera del tutto spontanea mentre ero in bici e ho sentito il vento tra i capelli, in più perché ha le parole più “giuste” rispetto alle altre, la senti e ti trasmette esattamente quello che ti deve trasmettere, arrivano tutti i messaggi che devono arrivare in maniera diretta.
Cosa vorresti che rappresentasse la tua musica per chi ti ascolta?
Vorrei che la mia musica rappresentasse per chi mi ascolta tutto quel che è contenuto nell’Ep, vorrei che fosse appunto un sorriso d’emergenza nei momenti più duri e vorrei che potesse trasmettere quella felicità e quella spensieratezza che si prova quando si va ad una “bella festa“, il tutto sempre mantenendo spontaneità e autenticità.
Quali sono i tuoi programmi per il futuro?
Sto tornando in studio per preparare nuovi brani, stiamo ancora valutando come muoverci, in più prossimamente mi piacerebbe fare uscire qualche nuovo video, che abbiamo già iniziato a realizzare.