Davide Van De Sfroos Maader folk è il nuovo album di inediti in uscita oggi, 17 settembre, a distanza di sette anni dall’ultimo album in studio del cantautore.
Il disco è stato anticipato da un singolo, Oh Lord, Vaarda Gio, in duetto con Zucchero di cui abbiamo parlato in questo articolo.
Ora è il momento di conoscere tutte le canzoni dell’album, brano per brano.
DAVIDE VAN DE SFROOS MAADER FOLK, CANZONE PER CANZONE
FIAADA
L’album si apre con “Fiaada”, brano dal sapore country western con tinte che riportano alle atmosfere del grande Maestro Morricone: un invito a cavalcare la vita cercando nuovamente lo spirito giusto, il brano sorprende per la grande aderenza ai tempi.
NEL NOMM
L’ascolto prosegue con “Nel Nomm”, brano dalle mille evoluzioni, interessante ibrido sia per struttura che per gli strumenti che si incrociano. Le atmosfere intime e riflessive delle strofe e il ritornello ossessivo e ipnotico restituiscono con efficacia il contrasto che viviamo nelle grandi capriole della vita.
GOCCIA DI ONDA
Filastrocca Macumba di acqua dolce, “Goccia di onda” si appoggia alla poetica delle onde nella loro diversa intensità, ripercorrendo le emozioni e le simbologie del nostro vissuto. Le percussioni invogliano ad un rito tribale ed è incredibile la scelta delle conchiglie, usate da Mauro Ottolini come strumenti a fiato in una favola di aria e acqua, fonte d’ispirazione per l’arrangiamento fortemente evocativo di Taketo Gohara.
L’ISOLA
Ballata fortemente lacustre e decisamente Lariana, ne “L’Isola” i ricordi del protagonista, pieni di stima per un uomo e d’amore per la figlia di quest’ultimo, finiscono per mescolarsi con quelli dell’Isola Comacina, che diventa coprotagonista del brano.
GLI SPAESATI
Uno scanzonato grandangolo sugli ultimi irriducibili, i grandi ostinati, affezionati ad una vita di paese piena di rituali e mansioni che per molti sembrano soltanto un ricordo, ma che per loro continuano ad essere l’ancora d’appiglio a un mondo che sentono essere ancora il proprio. Non si rifiuta il progresso ma non si getta via la memoria, non si rinnega una vita fatta di sacrifici a tratti estremi e di contatto puro con la Madre Terra.
EL VAGABUUND
Ricorda lo stile musicale de “El Carneval de Schigan”, ed effettivamente possiamo immaginarlo come uno spin off del brano. È la storia di chi parte per lavoro per non tornare più alla base, di un integralista del viaggio diventato vagabondo, che dopo aver mollato gli ormeggi corre incontro al suo destino di “anima in pena” o di “beato folle”. Il ritornello si ispira alla carta numero zero dei Tarocchi, il Matto.
GUANTO BIANCO
Dopo una lunga camminata nel crepuscolo, Davide Van De Sfroos ha composto di getto il testo di “Guanto Bianco”, ritraendo luci e ombre nel modo in cui le aveva percepite in quell’istante emozionante e assoluto.
AGATA
Un tributo alle donne valorose durante i periodi di guerra o a chi ha lasciato casa alla ricerca di un lavoro, un omaggio anche alle madri, alle mogli e alle figlie rimaste ad aspettare speranzose e tenaci come un filo d’erba. E a chi, straziato dalla distanza, decide di far ritorno.
IL MITICO THOR
La figura del muratore con gli occhi del fanciullino diventa qualcosa di mitologico: un martello in mano come quello di Thor, sceso sulla terra dal pantheon scandinavo per ordine di un cantautore stralunato che lo vuole ospitare in una canzone dedicata a tutti i magütt. Arpa e tamburo a simulare il dio del tuono e il colpo del martello.
STELLA BUGIARDA
Un brano che cambia umore inseguendo il viaggio del suo protagonista. Dalle zone dove l’acqua del fiume Adda si fonde con quella del lago di Como, dai Paesi dove iniziano la Valchiavenna e la Valtellina, ecco che qualcuno parte per le prime esperienze di formazione in Brianza. Il brano torna gradualmente al suo mood originario, proprio come il viaggio del protagonista, affascinato sì da quel mondo stimolante, ma con la nuova consapevolezza di appartenere alle sue origini.
HEMM IMPARAA
Lo splendido arrangiamento di Taketo Gohara ci porta dritti in un clima country gotico, facendoci provare sensazioni cinematografiche. Un giovane parla con suo nonno, in un contesto agreste molto crepuscolare.
Ci si è abituati ormai al passare del tempo e al mutare delle cose che cambiano come le stagioni. Ma sia per il giovane che per il vecchio che guardano la pianura dove crescerà un ipermercato, resta un grande punto interrogativo appeso al tramonto.
OH LORD, VAARDA GIO (FEAT. ZUCCHERO SUGAR FORNACIARI)
Il grido dell’uomo smarrito che chiede al Signore quale strada percorrere, una preghiera libera e solenne in dialetto laghée-emiliano dal messaggio potentissimo, in cui le calde voci di Van de Sfroos e Zucchero Sugar Fornaciari si amalgamano fino a fondersi in una sentita richiesta di protezione a chi ci veglia da lassù.
In un periodo storico dominato dall’incertezza, dalle difficoltà e dalle infinite incomprensioni tra gli uomini, gli artisti si fanno portavoce di quella fetta di mondo ancora fiduciosa in un radicale e salvifico cambiamento.
REVERSE
Ballata agrodolce in salsa nostalgica in cui si riavvolge il nastro dei ricordi per rivivere gli anni ruggenti dei tempi in cui – tra discoteche lacustri, bicchieri di vino, conquiste e delusioni – si affrontava la vita on the road con muso duro, incuranti del domani.
TRAMONTO AL SUD
Un omaggio al nostro Mezzogiorno attraverso i ricordi di un musicista in viaggio, che appunta sul proprio taccuino emozioni esaltanti e commoventi, vissuti alla luce del sole al tramonto.
LA VALL (IL VENTO E I FIAMMIFERI)
Un brano potente e fortemente evocativo, parole in musica per le tappe fisse della vita del cantautore, luoghi di meditazione e semplici camminate accompagnate dal sibilo del vento, sordo protagonista che fa da letto sonoro al brano.
L’elemento naturale è anche simbolo della perseveranza e della continua ricerca di una nuova fiamma che, mossa dal vento, viene continuamente alimentata ad ardere.
Foto di copertina di Fabrizio Cestari