Ormai quella della capienza dei concerti in Italia sembra essere diventata, ed è triste scriverlo, una barzelletta. Il tutto mentre nel resto d’Europa, dove la situazione Covid è meno sotto controllo rispetto all’Italia, si è tornati alle capienze al 100%. E così anche un’artista solitamente calma come Laura Pausini decide di manifestare a mezzo social il suo dispiacere per il periodo che stiamo vivendo.
Ma facciamo un veloce recap dell’attuale situazione per gli spettacoli dal vivo in Italia a seguito dell’ultima revisione del Comitato Tecnico Scientifico e del governo, avvenuta a fine settembre.
Ad oggi innanzitutto si può partecipare a concerti e spettacoli solo con il Green Pass, giustamente, o con un tampone negativo.
Il limite per gli spettacoli dal vivo è stato alzato al 100% (ma si avvicina l’inverno e le grandi piogge autunnali sono già iniziate). Per gli spettacoli al chiuso (compresi teatri e cinema, quest’ultimi molto cari al Ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini, al contrario della musica, a quanto pare).
La capienza per gli stadi è stato portata invece al 75% e al 50% per i palazzetti dello sport e gli eventi sportivi al chiuso.
A nulla per il momento sembra valso l’appello lanciato al Presidente Draghi con una conferenza allo Stadio San Siro di Milano dalle principali agenzie di Booking in Italia (Friends & Partners, Live Nation, Vivo Concerti etc…) e da molti artisti. Un incontro in cui si chiedeva di riportare al 100% le capienze entro il 31 ottobre onde evitare ampie ripercussioni sul settore già ampiamente provato da due anni di pandemia (qui il resoconto della conferenza).
Lo sfogo di Laura Pausini
La cantante italiana più nota al mondo, fresca vincitrice del Golden Globe e della nomination agli Oscar nella categoria Miglior canzone originale, ha voglia di tornare ad esibirsi dal vivo.
Laura Pausini ha postato una foto di un concerto sold out alla Oakland Arena and RingCentral Coliseum in America, circa 20.000 posti a sedere commentando:
DOVE LA MUSICA VIENE CONSIDERATA UN LAVORO.
INVECE IN ITALIA “Facciamo tanto divertire” quindi non siamo altro che giullari.
Noi a casa.
I nostri colleghi nel mondo. Lavorano. Come è giusto che sia.
E come darle torto? Come commentare questo silenzio e la mancanza di rispetto nei confronti del mondo della musica. E con che faccia?
Ricordiamoci che quando ci sono da appoggiare e sponsorizzare campagne di sensibilizzazioni promosse dallo stato, quando succedono grandi calamità o incidenti, dal terremoto in Abruzzo a quello in Emilia Romagna passando da crollo del Ponte Morandi di Genova, gli artisti italiani sono sempre scesi in prima linea donando, realizzando spettacoli e aiutando lo stato e il popolo italiano.
“Questa è la riconoscenza del nostro governo?” viene da chiedersi.
Ps. dei piccoli live club che salvano gli artisti emergenti e che danno speranza ai giovani siamo quasi stufi di parlare (vedi qui e qui). Stanno chiudendo tutti, anche i più noti. Stiamo spegnendo la musica, quella lontana dalla tv, ed è un impoverimento culturale immenso.