The Ikigai Series PT. 1 è il nuovo Ep di Peligro, negli store digitali dal 15 ottobre 2021. Dalla stessa data è in radio il singolo Daydream, scelto per lanciare il disco dopo i precedenti brani Alibi e Prima di godere.
Daydream è il brano che apre The Ikigai Series PT. 1; ed è caratterizzato da un marcato sound elettronico. La canzone afferma l’identità artistica del cantautore urban, creando un connubio musicale e personale tra l’artista (conosciuto con il nome d’arte Peligro) e il suo vero io (Andrea Mietta).
“Dicono: “la notte porta consiglio”… ma a volte la notte porta sogni e pensieri tempestosi, che segnano intere giornate” – dichiara Peligro – “E quando ci svegliamo, non c’è modo di togliere dalla testa le vivide immagini che ci portiamo dietro al risveglio. Sogni di sesso, incubi di dolore, risvegli affannosi e giornate frenetiche si susseguono in un loop che sembra destinato a durare per sempre”.
The Ikigai Series PT. 1 di Peligro è composto da 5 brani:
1. Daydream
2. Alibi
3. Prima di godere
4. Ikigai
5. Doom Patrol
Per la realizzazione dell’Ep, Peligro è tornato a collaborare con il produttore e sound engineer Marco Zangirolami dopo il disco Mietta sono io del 2018. Il nuovo progetto discografico unisce le melodie del pop e il ritmo del rap, creando così un equilibrio tangibile tra le due anime dell’artista milanese.
Abbiamo raggiunto Peligro per parlare di The Ikigai Series PT. 1. Ecco cosa ci ha raccontato.
Intervista a Peligro
Ciao Andrea, bentornato su All Music Italia.
L’occasione di questa intervista è l’uscita dell’Ep The Ikigai Series PT. 1, disponibile dal 15 ottobre 2021. Ci puoi parlare di questo tuo nuovo lavoro e, soprattutto, ci vuoi spiegare il suo titolo?
L’ispirazione per il titolo mi è arrivata dal simbolo dell’Ikigai, che ho trovato per puro caso in rete. L’Ikigai è il punto di intersezione tra 4 cerchi, il punto di incontro tra professione, vocazione, passione e missione. Inoltre, è un’immagine meravigliosamente equilibrata e armoniosa e credo che ben rappresenti l’idea di sound che caratterizza questo lavoro.
Per questo progetto discografico sei tornato a collaborare con il produttore Marco Zangirolami, con il quale avevi già lavorato nel 2018. Zangirolami aveva curato la produzione del tuo album Mietta sono io. Come è nata questa nuova collaborazione?
Lavorare con Marco è un’esperienza unica. Stiamo parlando di uno dei pesi massimi della scena urban – e non solo – in Italia, oltre che di una persona straordinaria. Per me è stato assolutamente naturale tornare a lavorare con lui… d’altronde, squadra che vince non si cambia!
La pubblicazione del disco The Ikigai Series PT. 1 è stata anticipata dai singoli Alibi e Prima di godere. Adesso, il nuovo brano estratto è Daydream, in radio dal 15 ottobre 2021. Cosa ti ha spinto a scegliere questi brani come anticipazioni del disco? Secondo te, sono quelli più rappresentativi?
Non so dire con certezza se siano o meno i più rappresentativi dell’EP… a parer mio lo sono tutti! Anche se forse non sono la persona più indicata per dare un giudizio.
Sembrerà strano, ma la decisione di pubblicare questi brani è stata puramente di pancia. È come se fossero state le canzoni a scegliere di uscire, in maniera totalmente spontanea.
Il disco è composto da 5 brani. La prima traccia è Daydream, dal forte sound elettronico. Il testo del brano è scritto da te. In particolare, il ritornello recita: “Senti la pressione, senti la pressione / facce scure intorno a te, guardano te / sale la tensione, sale la tensione / ne senti le scariche”. Si tratta di un testo autobiografico? Parla di una situazione particolare che hai vissuto?
Si tratta delle emozioni che ho provato durante una notte dal sonno tormentato. Capita spesso che i sogni che si fanno di notte condizionino poi l’intera giornata… per quanto si faccia finta di non pensarci, quelle immagini tornano a bussare alla porta dei nostri ricordi.
Tutto il brano è incentrato su questa narrazione.
In Alibi canti che “la vita non è favole né film d’azione”, rappresentando una situazione di immobilismo dove “non cambia niente”. Il ritornello del brano pone una serie di interrogativi: “cosa sei disposto a fare / quanto sei disposto a perdere / cosa sei disposto a dare / quanto ancora c’è da fare”. La canzone è un invito all’azione? Tu come risponderesti agli interrogativi del ritornello?
Alibi è un invito a non cercare scuse, a non nascondersi dietro a giustificazioni.
Nessuno di noi è al 100% artefice del proprio destino, soprattutto quando i propri obiettivi implicano l’intervento di altre persone, sulle quali non si ha controllo, ma ognuno di noi ha il dovere di fare tutto ciò che è in suo potere per ottenere ciò che vuole. Lo dobbiamo a noi stessi, ne sono fermamente convinto.
La terza traccia dell’Ep è Prima di godere, che hai rilasciato a maggio 2021. Nel presentare il brano, hai detto che “ci sono cose per cui vale la pena lottare”. Quali sono queste cose?
Ognuno di noi ha qualcosa per cui vale la pena lottare, anche più di una cosa sola. Nel mio caso, ho scritto questa canzone per ricordarmi di quanto fosse importante la relazione che sto vivendo, in un momento in cui stavamo affrontando un periodo di difficoltà. Era il mio “qualcosa per cui vale la pena lottare”.
Poi c’è Ikigai. Nella canzone canti: “Come si fa a stare bene?”. Come risponderesti a questa domanda? Hai trovato l’intersezione tra professione, vocazione, passione e missione di cui parli nella canzone?
Il mio Ikigai, così come quello di tutti i miei colleghi, è la musica. L’“Ikigai” è ciò che ci fa alzare al mattino, lo scopo della vita. Scoprire qual è il proprio Ikigai non è scontato, ma la vera sfida è decidere tutti i giorni di inseguirlo. Per me è proprio così che si fa a stare bene… scegliendo di vivere tutti i giorni il proprio Ikigai.
L’Ep si chiude con il brano Doom Patrol, con la partecipazione della pianista e compositrice Fiamma Velo. Come è nata questa collaborazione?
Conosco Fiamma da tanti anni e l’ho sempre apprezzata come artista. È stata lei a chiedermi di collaborare alla realizzazione di un brano. Ho accettato senza la minima esitazione, ma mai mi sarei aspettato che il risultato fosse così straordinario.
Il testo di Doom Patrol dice: “Non c’è nessuno che ti salva quando cadi”. La canzone sembra esprimere una visione pessimistica della realtà, secondo la quale ognuno è solo. Qual è il tuo rapporto con la solitudine?
La natura del mio lavoro mi porta a stare solo poco spesso… praticamente mai. A volte avere dei momenti per riflettere, stare solo con me stesso, è vitale per ristabilire il mio equilibrio interiore. In realtà, la storia di “Doom Patrol” è complessa, parte dalle vicende di Cliff Steele, un personaggio della DC Comics. Cliff Steele è un pilota di auto da corsa, che a seguito di un incidente viene salvato da uno scienziato che trasferisce la sua coscienza in un corpo meccanico. Il brano è nato in un momento di angoscia, in cui soffrivo e mi sentivo terribilmente solo nella mia sofferenza. In quel momento, nessuno “scienziato” era lì per salvarmi. È stato da questo spunto che ho deciso di recuperare la storia di Doom Patrol e di usarla in contrapposizione a quello che provavo.
Tu sei autore di tutti i brani dell’Ep. Quando li hai scritti? Il periodo di pandemia e lockdown che abbiamo vissuto, ha inciso sulla tua ispirazione e sulla tua musica?
Io sono privilegiato: ho vissuto la pandemia circondato dalle persone che amo e anche quando ho contratto il COVID non mi sono mai sentito abbandonato a me stesso. Di conseguenza, questo periodo così terribile non ha condizionato particolarmente il mio processo creativo. So che molti non possono dirsi così fortunati e mi sento infinitamente grato.
Il titolo The Ikigai Series PT. 1 lascia pensare che questo Ep sia la prima parte di un progetto più ampio. E’ così? Ci puoi anticipare qualcosa sui tuoi progetti futuri?
Diciamo che inserire nel titolo di un progetto “pt.1” lascia poco spazio all’interpretazione!
Per pura scaramanzia preferisco non sbilanciarmi più di così, però una cosa la posso dire con certezza: ci sarà un sacco di musica figa da ascoltare.
Grazie, alla prossima sempre su All Music Italia.
Foto di Matteo Bellomi