gIANMARIA Fallirò recensione a cura di Fabio Fiume.
Sicuramente lui è stato uno degli artisti in gara nell’ultima edizione di X Factor che ha maggiormente impressionato e fatto parlare di sé. Questo perché gIANMARIA ( è di lui che sto parlando ), è stato capace di stupire sin dalle audizioni, dove si è presentato con l’inedito I Suicidi, poi suo singolo lancio, che già dal titolo non poteva certo lasciare indifferente.
Se poi a questo ci aggiungi l’aria scazzata tipica dei ragazzi di questo nuovo millennio, quell’immagine che sembra sempre tu non abbia nessun altro pensiero fuorché il “dove ci si sballa adesso“, ed il tutto sostenuto anche da una voce non voce che dal mestiere del cantante sembra lontanissima, ma non certo da quello del raccontatore di storie in musica, il gioco è fatto.
Nel talent si è piazzato secondo ma questo non ha impedito ai discografici di credere nel suo progetto, nel suo fare, tanto che adesso eccolo fuori con un album, Fallirò, che mette assieme 8 tracce tutte scritte di suo pugno.
gIANMARIA FALLIRÒ RECENSIONE
Ad aprire proprio I Suicidi, brano che ha il potere, per forza di testo, di portarti a più di una riflessione e di schiantarti dentro per la cruda verità che mette in piazza. Di contro, però, un pezzo del genere può essere un enorme passaggio all’interno di un album, ma come singolo corre il rischio di non guadagnare il piacere di più ascolti: stanca presto.
All’interno dell’album diverse tracce sono arrangiate in chiave trap, molto più che del biglietto di presentazione di cui prima o del secondo estratto Senza Saliva . Come nel curioso titolo Rapporti&Piante che è uno dei pochi pezzi che ha un mood d’inciso diverso dalle strofe o come in Sassi Alla Finestra che conferma invece lo scenario notturno che sembra essere il fil rouge di tutto il lavoro fatto di tinte noir, ambientazioni crepuscolari.
Il singolo Senza Saliva, di piacevole resa radiofonica, si scatena in sensazioni rock molto moderne, cioè fatto proprio più di sensazioni che di chitarre reali a roboare. Come indubbiamente moderno ( ma anche deprecabile a mio avviso ) risulta l’uso degli accenti messi un po’ a c***o, a svilire la nostra bella lingua.
In Poeta c’è la richiesta di una carezza, anche come scusa, per chi scrive col sangue. Gli effetti sulla voce incasinano non poco l’inciso di Astronauti che però gode di una linea melodica orchestrale che la rende diversa dal resto del lavoro e le consegna una menzione d’onore.
Certo è che Fallirò sottolinea il fatto che gIANMARIA potrebbe essere un nuovo arrivato con le valigie di chi non sta viaggiando da turista del week end. Nel suo scrivere c’è indubbia personalità, anche se farcita di orrori stilistici tutti contemporanei, e la sensazione di sapersi scavare dentro per trovare storie che suonino nuove da proporre o se non altro modalità che appaiano tali.
Gli si consiglia però di non crogiolarsi troppo nella modalità crepuscolo, come l’ho definita prima, perpetrata per tutto il lavoro perché gli estremi stancano in fretta e soprattutto perché a diciannove anni non puoi vedere il mondo solo di un colore. Sennò non c’è un gran futuro per le sfumature.
Brani Migliori: Astronauti; Senza Saliva, I Suicidi ( ma solo per un paio d’ascolti )
Voto: Sei 1/2
Tracklist
- I Suicidi prod. BIAS
- Fallirò prod. G. Manilardi, BIAS
- Poeta prod. BIAS
- Rapporti&Piante prod. BIAS, G. Manilardi
- Senza saliva prod, G. Manilardi, BIAS
- Sassi alla finestra prod. BIAS
- Astronauti prod. Eimegei, BIAS