Pagelle nuovi singoli italiani in uscita venerdì 14 gennaio 2022 a cura del critico musicale Fabio Fiume.
Settimana piena di novità, fin troppe a dire il vero. Che si fa, si ricomincia con un centinaio di titoli nuovi a settimana? Lo dico per le etichette discografiche: che speranze avete di essere inseriti in playlist? Miserrime vi rispondo.
Cercate quindi di lavorare con più parsimonia di nomi e magari, però, più lungimiranza e possibilità. Ovviamente con oltre 120 uscite è stato per me impossibile per me ascoltare tutto.
Partiamo con le Pagelle nuovi singoli italiani in uscita venerdì 14 gennaio.
Anastasio – Assurdo
Nel gioco dei rappers che ad un certo punto non vogliono più rappare entra a far parte anche Anastasio con questo nuovo singolo in cui però non rinuncia di certo a raccontarsi, ad ammettere a se stesso cose che si sono date per scontate.
Musicalmente il pezzo è un concentrato di suoni che si memorizzano facile come nella migliore tradizione pop. Lui appare credibile ma il pubblico che lo ha amato come velocissimo e convincente freestyler lo apprezzerà anche così? Ai posteri l’ardua sentenza. Prova comunque sufficiente.
Sei
Arianna Chiara – Il sapore delle fragole
Suoni di chitarra e ritmici che sono figli degli anni 60 mentre più moderno è l’approccio vocale. La combinazione però non è stonata e risulta funzionante. C’è una mancanza che viene cantata, una storia, magari dei volti da ricercare fra le nuvole, un volto che non c’è più. Ma si riuscirà a ripartire, si deve, perché l’estate prima o poi arriva.
Sei 1/2
Dario Baldan Bembo – Atlantide
Posso capire il senso di comporre un brano strumentale che fornisca atmosfere, accompagnamento. Capisco meno l’idea di lanciarlo in radio. Adatto per raccontare di viaggi.
Senza voto
Caparezza – Come Pripyat
Pripyat è una fotografia decadente di qualcosa che poteva essere ma che non è, con il suo luna park arrugginito ed i palazzoni che sono scheletri morti, abbandonati prima ancora di essere abitati. Il paragone con il disastro di Chernobyl usato da Caparezza qui rende bene l’idea di tutti i contrasti del nostro vivere, della nostra società.
Il suo linguaggio è come sempre ficcante e spinge a farsi un’idea personale, a cercare di capire. La tematica 80 usata per la base aiuta nel seguire il discorso come un tappeto ipnotico.
Sette+
Thomas Cheval – Sale
Sempre originale la proposta di Cheval che continua, ahimè, a non essere rilevato in situazioni promozionali importanti. La costruzione dell’inciso concede melodia ad una strofa che invece è decisamente più vicina ai mondi rap. Interessanti anche i tagli dati alle parole, che accendono l’attenzione per non perdere il filo- Forse ci sarebbe voluto uno special convincente.
Sei +
Crisso – L’artista
Proposta a metà fra il rap ed il pop acustico, almeno per base, retta quasi totalmente da una chitarra acustica. Farsi ascoltare dal pubblico: cosa fare? La risposta è sempre più difficile, dato che questi, il pubblico, è sempre più distratto e cerca cose molto semplici su cui non applicarsi. Eppure tutta la costruzione viene meno quando l’artista sale su un palco; è allora che non vede più nessuno, non pensa più a nessuno. Credibile.
Sei
Costanzo Del Pinto – Senti che storia
Tutto un po’ troppo enfatico. Le frasi delle strofe sono chiuse tutte con un sospiro mentre l’inciso cade in qualche manierismo un po’ datato. La tipologia di ballata si prestava più ad un arrangiamento crudo, scondito di tutti questi echi da studio che rende ancora più vecchio il tutto.
Quattro
Desimone – Caos
Rinuncia al suo nome Giuseppe per lasciare la sua arte griffata solo come Desimone. Questo nuovo singolo conferma la caratteristica principale, quella di una voce piena di pathos; è un fatto di colore. Si affinano però il senso melodico e la forma canzone, con una partizione più che corretta. Attento però alla perdita, nell’inciso, della forza d’intenzione, che tenda a far perdere attenzione. Accettabile comunque.
Sei
Fabio De Vincente – Sopra un ring
Ballata che paragona la vita ad un ring; a volte puoi finire all’angolo ed è allora che devi mostrarti più forte e sicuro per venirne fuori. La base è tutta di effetti, sicuramente più artificiosa di una voce invece più terrena, pastosa. Il testo ha qualche buona uscita e qualche altra meno, cedendo a qualche prevedibilità di troppo.
Sei=
Empatia – Solo 5 minuti
“Che cosa resta di noi” è una frase che spesso due persone che non stanno più bene assieme non hanno il coraggio di dirsi. E si gioca a darsi le colpe in una ballata potente nel suo messaggio è nell’ultimatum che la nostra lancia: “hai cinque minuti per dirmi tutto quel che hai da dirmi”. Ballata concentrata e con una sua potenza. Buono.
Sette
Eranera – Cadorna
L’idea non è sicuramente nuova. E’ infatti un rock abbastanza solito ma che si rivela però funzionale al racconto. Si parla di guerra, guerra passata giacché i nemici sono i tedeschi e chi la racconta è probabilmente protagonista come soldato, generale o chissà. La voce fa a gara con le chitarre come rock reale vuole. Vecchia maniera si, ma il rock si fa ancora così.
Sei+
Folcast & Davide Shorty – Cosa ci faccio qui
Riuscito incontro fra le due voci ed i sensi artistici che, in partenza, sono molto differenti. Il mood che li unisce richiama molto l’ultimo Ghemon . Tecnicamente i due si sono incrociati come detto benissimo, ma al pezzo manca quel quid che renda il pezzo un po’ più per tutti, meno settoriale. Lo special però è notevole e fa acquistare un punto pieno.
Sette
gIANMARIA – Poeta
Assolutamente pertinente al suo percorso crepuscolare. Il pezzo gode di buoni passaggi di testo, evidenziando che un poeta a volte può scrivere col sangue il suo bisogno di una carezza.
gIANMARIA esprime anche qui il suo disagio; è qualcosa che chiaramente non può essere condiviso da tanti suoi coetanei ma per quelli che restano diventare una sorta di bandiera. Attenzione però a non ripetersi troppo che se dipingi troppo nero, questo non ti permette sfumature.
Sei 1/2
Chiara Grispo – Come cenere
Torna rivoluzionata dopo un po’ di assenza la piccola Chiara… che nel frattempo tanto piccola non è più. Il nuovo singolo è una convincete e sincopata ballata elettronica che racconta che scrivere per l’artista è la ricerca del bene, anche se quando finisce una storia per paradosso fa stare male. Dalla cenere però può rinascere una fenice e questa nuova Chiara indubbiamente lo è. Peccato solo la durata del pezzo, veramente troppo breve. Le fa perdere un punto pieno.
Sei
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