Sanremo 2022 testi. Ritorna Testo&ConTesto nella versione speciale PREMIO TESTO & ConTESTO assegnato ogni anno dal Prof di Latino, Davide Misiano, ai tre brani migliori e ai tre peggiori del Festival di Sanremo in fatto di scrittura. A lui la parola.
Sanremo 2022 sta volgendo al termine e noi devoti ci accingiamo a salutarlo “con le mani, con la testa e con il culo, ciao ciao”.
Lo salutiamo con passione, perché con passione viviamo ogni anno quel trionfo del nazionàl-popolare che solletica, dal palco dell’Ariston, i nostri gusti, le nostre orecchie e, perché no, la nostra intima perfidia.
Non male il livello generale delle canzoni, mediocre il livello dei testi. I brani in gara hanno una marcata caratteristica: suonano. Funzionano cioè nella loro unità, piacciono, divertono e alcuni persino emozionano.
Ma, se provaste a soffermarvi solo sulla componente testuale, vi accorgereste che c’è una assoluta medietà di livello: non bene, non benissimo, neanche troppo male, qualche orrore ma senza troppo rumore (tranne Tananai, che, di rumore, ne ha fatto troppo e neppure “occasionale”).
Non ci sono stili di scrittura, non ci sono linguaggi particolarmente distintivi. C’è un’adolescenzialità diffusa, un’elementarità di immagini che in certi casi può anche suscitare empatia, ma, se così diffusa, condanna tutte le scritture all’anonimato.
Cosa ha tratto vantaggio da questa piattezza? La musica e le produzioni, su cui abbiamo concentrato la nostra attenzione per compensazione? La posizione SIAE di Alessandro La Cava, che allo stato attuale ha almeno il 97% delle possibilità che un suo testo vinca il Festival?
Non di certo la mia rubrica, che ogni anno assegna il PREMIO TESTO & ConTESTO ai migliori e ai peggiori testi della competizione.
Quindi mi sia perdonata qualche forzatura a vantaggio della canzone nella sua totalità, più che del testo in sé per sé. E mi sia concessa un po’ di ironia.
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