5 Marzo 2022
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5 Marzo 2022

Rancore: testo, significato e audio di “Lontano 2036”, il primo brano della trilogia che anticipa “Xenoverso”

Il brano, accompagnato da una lettera da far recapitare a una donna nel 2036, è il primo viaggio interstellare del rapper ermetico

Rancore Lontano 2036 testo significato
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Rancore Lontano 2036 testo, significato e audio del brano disponibile dal 4 marzo e che anticipa il nuovo album.

Rancore ha pubblicato il 4 marzo una trilogia di brani che anticipa il nuovo album Xenoverso, disponibile in pre-save, in uscita il 15 aprile per Capitol / Universal Music Italy.

Lontano, X Agosto e Arakno sono i brani con cui il rapper apre la strada alla scoperta dello Xenoverso. Rancore compirà un viaggio interstellare e intertemporale per recapitare tre lettere in tre epoche diverse nel futuro: 2036, 2048, 2100.

rancore lontano 2036 significato

Ogni canzone è una lettera, che l’artista ha reso disponibile graficamente all’interno del sito xenoverso.com, come indizi per avvicinarsi all’ascolto di questi brani.

La prima lettera, quella legata a Lontano e all’anno 2036, è destinata a una donna e giunge da parte di un soldato che scrive durante la Grande Guerra.

Il testo è firmato dallo stesso Rancore, al secolo Tarek Iurcich. La musica è di Mattia Crescini e Cristiano Campana e la produzione è a cura di Meiden e Jano.

rancore lontano 2036 testo

Quando ti dissi che sarei partito all’inizio
ricordo ho vomitato il cuore
pensare a te è stato un po’ come un vizio
si può far sempre anche se non si vuole.
Io sono sempre arrabbiato, ma qualcosa è cambiato
a certe cose devo dire addio
e tutto quello che dico mi suggerisce
che qui a spiegarmi male
sono io.

Questa qui è la grande guerra, è immensa
dove dire sì, dire no, è marginale
quando dentro hai la grande guerra, è immensa
la più grande guerra che si può immaginare.
È la vostra grande guerra, la terza
abbandonerete ogni morale mortale
sopra questa grande terra, emersa
tu sei l’unica che mi crede.

Siamo nati lontano
lontano
ed è lì che torniamo
lontano
nel momento in cui eravamo partiti
eravamo tornati
era solamente un altro piano
e quando guardo lontano
lontano
ancora più lontano
lontano
finché
ogni ferita in un attimo sarà guarita
e poi sarà finita quella guerra inutile
per cui lottiamo.

Principessa che regni una fortezza di creta
e vegli sul mio cuore di infinita tristezza
noi siamo le vittime, il conflitto non cessa
e ha vinto l’arma più terribile in quanto non ha fattezza
concreta, concreta invece la tua pezza
di seta, ne sento spesso la tua essenza,
ho sete, in questa guerra mentale
noi siamo preda di un’arma che non si vede.
Orme sulla sabbia,
una vita tra due virgole, vuoi vederle?
Abbiamo occhi troppo piccoli per le stelle
eppure grandi per le singole particelle
dai, cosa vuoi guardare?
Siamo come granelli in delle celle
chiusi in delle conchiglie, illusi di essere già perle rare,
vite lontane scorrono in tempo reale
scorrono in tempo reale.

Siamo nati lontano
lontano
ed è lì che torniamo
lontano
nel momento in cui eravamo partiti
eravamo tornati
era solamente un altro piano
e quando guardo lontano
lontano
ancora più lontano
lontano
siamo vento nel vento sopra un campo di grano
ora che senti il mio canto tra un battito e un altro

sai che questo è il momento ed è l’attimo esatto
l’ultima occasione in cui staremo a stretto contatto
ed intanto che aspetto manca poco all’impatto
vedrai, chi mi diceva che ero pazzo era matto!
E dirti che sei bella è solo un complimento del cazzo
però detto in un momento come questo è perfetto
mi si spegne lo sguardo, in mano ho il tuo fazzoletto
mi si spegne prima il tatto, poi l’olfatto
e piano piano poi parto
lontano

Siamo nati lontano.

Quando guardo lontano
lontano
ancora più lontano
lontano
finché
ogni ferita in un attimo sarà guarita
e poi sarà finita quella guerra inutile
per cui lottiamo.

Questa qui è la grande guerra, è immensa
dove dire sì, dire no, è marginale
quando dentro hai la grande guerra, è immensa
la più grande guerra che si può immaginare.
È la vostra grande guerra, la terza
abbandonerete ogni morale mortale
sopra questa grande terra, emersa
tu sei l’unica che mi crede.

Siamo nati lontano.