Sanremo 2023 Amadeus presentatore e direttore artistico. Sanremo 2024 Amadeus presentatore e direttore artistico. Ebbene sì, come reso noto dalla Rai Ama è stato confermato non solo per il prossimo Festival della canzone italiana, ma anche per l’edizione successiva, quella del 2024. Una cosa che non era mai successa negli oltre 70 anni di storia del Festival di Sanremo.
Con questi due Festival Amadeus eguaglierà un importante record detenuto da due mostri sacri della tv, Pippo Baudo e Mike Bongiorno, ovvero quello di cinque edizioni consecutive alla guida della kermesse nelle vesti da presentatore.
Ma non solo, Amadeus diventerà anche uno dei direttori artistici di punta della storia del Festival. Una classifica guidata ad oggi da Marco Ravera (18 edizioni di cui 8 consecutive), Giulio Razzi (primo direttore artistico del Festival che ricoprì questo ruolo per i primi 7 anni della kermesse) e Pippo Baudo che vanta 7 edizioni di cui solo 3 però consecutive.
Sanremo 2020/2024 LA RIVINCITA DI CHI DALLA MUSICA È PARTITO
La storia di Amadeus al Festival è una storia di rivincita, professionalità e grande amore per la musica. La storia di un professionista partito come deejay e diventato direttore artistico del più importante evento musicale italiano.
Se pensiamo infatti che nel 2020 c’era chi in Rai non lo voleva alla guida della kermesse ma sognava a tutti i costi di metterci Alessandro Cattelan, al punto che nella scelta fu determinante il parere di Rai pubblicità, ad Amadeus va dato il merito di essersene fregato di queste dinamiche e aver dimostrato con il lavoro e la passione di essere il vero erede di Baudo al Festival con i fatti.
Fin dai tempi delle edizioni degli anni ’90 del Pippo nazionale ci sono stati diversi nomi che hanno annunciato rivoluzioni, che hanno apportato continui cambiamenti al Festival, da Paolo Bonolis con le sue categorie di artisti in gara divise per genere (pessima idea) a Fabio Fazio passando per Claudio Baglioni. Amadeus invece, basandosi sulla forza delle canzoni e senza grandi cambiamenti nel meccanismo, ha dimostrato che per cambiare realmente il Festival, per portarlo nell’epoca dei social, dello streaming e riavvicinarlo ai giovani, bastava scegliere bene il cast.
E lo ha fatto con grande umiltà e rispetto verso il lavoro altrui al punto che, dopo averla cancellata lui stesso nel 2022 tornando alla formula classica, ha poi capito che l’idea di Baglioni per i giovani, quella dell’unica categoria, era la strada giusta da percorrere.
Amadeus è colui che ha affrontato un Festival nell’epoca Covid, senza pubblico e con centinaia di regole da rispettare, e colui che è riuscito nell’impresa di tenere alti gli ascolti televisivi ma riportare sempre almeno più di metà delle canzoni in gara nelle classifiche di vendita, radio e dello streaming. E colui che ha saputo dosare nella presentazione leggerezza e istituzionalità, che ha giocato col FantaSanremo, che ha saputo valorizzare e lasciare spazio a Fiorello e, al contrario di quello che pensavano in molti, di fare benissimo anche senza di lui.
Sanremo 2023: 8 consigli, non richiesti, ad Amadeus
Al momento dell’annuncio ufficiale del rinnovo per due anni da parte della Rai, Ama ha ringraziato a mezzo nota stampa dicendosi entusiasta di poter iniziare a lavorare alla kermesse con grande anticipo rispetto al passato.
Ed è qui, da ora, che Amadeus potrà rendere ancora più importante e determinante la sua “rivoluzione silenziosa”. Il poter partire con grande anticipo e pianificare un lavoro lungo per due annate gli permetterà di andare a migliorare e cambiare quel che ancora non va nel Festival con la consapevolezza che nessuno potrà stravolgergli il lavoro nell’anno seguente. La certezza della continuità è un dono che va sfruttato al meglio.
Ed è alla luce di tutto ciò che abbiamo deciso di lasciare al Direttore artistico del Festival alcuni consigli. Consigli non richiesti, lo sappiamo. Ma senza alcuna presunzione pensiamo che Amadeus apprezzerà i nostri appunti fatti con rispetto e sempre frutto di riflessioni.
- RIVEDERE IL REGOLAMENTO
Il regolamento del Festival da anni inizia a scricchiolare al punto che, sopratutto negli ultimi anni, sono state necessarie aggiunte, puntualizzazioni e deroghe. È arrivato il momento di riscriverlo completamente, di ripensare al concetto di inedito nell’epoca del web, del dare regole, anche più elastiche, ma scritte.
E questo è necessario soprattutto per i giovani, perché passi il messaggio che le regole vanno rispettate. Questo è un punto che il sottoscritto ritiene molto importante.
Come Amadeus forse saprà, lo scorso anno mi sono ritrovato a ricoprire il non facile ruolo di Garante per i partecipanti ad Area Sanremo. Ho cercato di tutelare i ragazzi, e di spiegare sempre loro che bisogna seguire le regole.
Dopo il caso della mancata di squalifica di Littamè (vedi qui)m quest’anno, al di là della gravità dell’episodio, mi sono immaginato, semmai fossi riconfermato, di dire ai giovani partecipanti: “Mi raccomando, i brani devono essere inediti. Ci sono delle regole nel rispetto di tutti…” e ho pensato: “E se qualcuno mi dovesse rispondere che in realtà i fatti hanno dimostrato che non è necessario seguirle, cosa potrei rispondere?”
Sono certo che Amadeus capirà le motivazioni del mio discorso così come sono certo della sua buona fede. Del resto portare a casa tre Festival nelle condizioni legate alla pandemia gli hanno impedito di svolgere un lavoro difficoltoso come quello di riscrivere il regolamento.
Anche chiarire le regole per presentarsi direttamente nei big o nei Giovani sarebbe utile. Per esempio dei paletti determinati in base alle certificazioni o altri requisiti.
Perché Coma_Cose, La Rappresentante di lista o la coppia Highsnob e Hu finiscano nelle categorie principali mentre artisti come Federica Abbate (autrice più certificata di sempre nella musica italiana), Thomas (Amici e due dischi d’oro su album pubblicati) o Matteo Romano (milioni di stream su Spotify) devono gareggiare tra i giovani?
A domande simili Amadeus ha risposto affermando che sono le case discografiche a scegliere in quale categoria presentare gli artisti. Solo che, in assenza delle famose regole chiare, e con molti precedenti di artisti noti non ritenuti abbastanza “big” per la categoria principale si è creata una sorta di confusione nel corso degli anni dovuta a diversi metodi di scelta dei precedenti direttori artistici.
- ELIMINARE LA DEMOSCOPICA 1000
Articoleremo il discorso sulle giurie in due punti in quanto Amadeus in realtà ha già apportato importanti modifiche (vedi l’eliminazione di quelle giurie di qualità formate da personaggi più o meno noti appartenenti agli ambiti più disparati dello spettacolo).
Quest’anno la vecchia giuria demoscopica è stata sostituita nella Demoscopica 1000, ovvero 1.000 fruitori di musica selezionati che votano i brani in gara. Il problema di questa giuria è sempre stato, e lo rimane anche oggi, che è una variabile impazzita di cui non si sa nulla. Da chi è composta? Come si determina e individua un fruitore di musica?
Nessuno, nemmeno durante le Conferenze stampa del Festival, è stato in grado di dare una risposta esaustiva e chiara. E allora forse non è ora di eliminare questa “entità” per lasciare spazio a modalità di voto più chiare?
- VOTO DELLA SALA STAMPA PALESE
Da diverso tempo anche la sala stampa vota i cantanti per la gara. Io, pur facendone parte, ammetto che non so dire se questo sia giusto o meno (al riguardo vi invito a leggere questo articolo di Franco Zanetti su Rockol).
A mio avviso Amadeus ha fatto una cosa molto importante valorizzando Quotidiani, Siti web e Radio.
Onestamente io stazionando in sala stampa ho assistito a scene a volte imbarazzanti: giornalisti fare fronte comune per far salire o scendere un artista, uffici stampa avvicinare singolarmente i giornalisti e blogger cercando di “vendere” il proprio “prodotto”.
L’apice è arrivato quest’anno! Un tweet dimostra quello che si mormora ma nessuno dice ovvero che a volte si vota non in base alla canzone, ma al comportamento degli uffici stampa o alla disponibilità degli artisti. Cito un tweet di un membro della sala stampa apparso durante la settimana del Festival: “Alcuni artisti hanno pagato il prezzo pesante delle risposte dei loro uffici stampa“.
In una gara come quella del Festival di Sanremo i votanti in sala stampa dovrebbero esprimere un voto palese, nominativo e pubblico sul sito del Festival.
Addirittura, come dice Enzo Mazza CEO della FIMI “a votare le canzoni (e quindi a contribuire alla graduatoria finale) non siano tutti i giornalisti accreditati in sala stampa, ma solo quelli che abitualmente si occupano di musica“.
- PIÙ “GIOVANI” AL FESTIVAL E UN SOLO SELEZIONATORE
Con la formula di quest’anno, reprise di quella di Baglioni del 2019, ovvero una singola categoria in gara, Amadeus ha fatto centro al punto che, secondo me, si può fare un ulteriore sforzo e portare i giovani promossi sul campo ad almeno 4 con un cast formato da 26 artisti.
Non solo, dal momento che Ama, conscio che alcuni artisti in gara tra i giovani avessero più seguito rispetto ad altri, ha eliminato il televoto: una scelta coraggiosa. Per questo oserei di più tornando al metodo Baudo: nessuna commissione e una sola persona, il direttore artistico, che si prenda la responsabilità delle scelte sui giovani.
- Sanremo Estate
Magari Amadeus non ne avrà memoria, ma durante la conferenza stampa post finale di Sanremo Giovani 2020 gli chiesi perché la Rai non sfruttasse il brand di Sanremo anche d’estate. La proposta che lanciai era un Sanremo Estate che, non solo andrebbe a rimpolpare i programmi musicali in tv nella bella stagione, ma permetterebbe anche agli artisti del Festival di ritornare per presentare i propri singoli estivi per l’estate andando a prolungare la loro scia promozionale.
Lo scorso anno sembrava che l’idea si concretizzasse ma non accadde.
- PIÙ ATTENZIONE AD AREA SANREMO
Sono particolarmente legato ad Area Sanremo perché è una manifestazione che rende il sogno dell’Ariston più vicino tangibile e vicino agli artisti emergenti, senza imporre loro l’obbligo di una casa discografica per iscriversi.
È una manifestazione con un potenziale unico nel suo genere che non è mai stata sfruttata al massimo, ma che anzi ha avuto delle annate decisamente da dimenticare.
Quest’anno si è provato a portare importanti cambiamenti, e per questo sarebbe bello se Amadeus riuscisse a interessarsene maggiormente facendo magari in modo che, sotto la sua supervisione, diventasse una vera e propria accademia, magari televisiva.
Per raggiungere questo obbiettivo potrebbe servire tempo ma, al di là di chi ci sarà quest’anno ad Area Sanremo, sarebbe un piacere se il Direttore artistico trovasse il tempo per una capatina durante le selezioni per vedere con i propri occhi il lavoro svolto e le modalità di selezione.
- CAMBIO LOCATION
Il teatro Ariston, storica sede del Festival ha fatto il suo tempo, sopratutto nel racconto televisivo. È un piccolo teatro, troppo limitato per una manifestazione sempre più proiettata al futuro come Sanremo. Come propose Paolo Bonolis, trovandomi d’accordo.
Una nuova e più grande struttura eviterebbe tanti problemi logistici, chi è stato nel dietro le quinte dell’Ariston sa, darebbe più spazio a scenografie sempre più tecnologiche e avvicinerebbe il festival a quel sapore internazionale che ha l’Eurovision. Certo non è una cosa che si può realizzare nell’immediato ma finché non ci si pensa, e non si trova l’area giusta in accordo con il Comune di Sanremo dando il via ai lavori, questo cambiamento non accadrà mai.
Questi i consigli non richiesti che mi sento di condividere con voi, e in particolare con Amadeus, al quale resta l’arduo compito, in qualità di direttore artistico, di gestire eventuali cambiamenti riuscendo a mettere d’accordo tutte le parti coinvolte in questa macchinosa kermesse.
Massimiliano Longo