La giovane cantautrice Isotta ha lanciato Romantic Dark il suo album d’esordio.
“13 tracce in cui racconto la mia vita, i legami umani, le difficoltà quotidiane, le fragilità, la violenza, sotto ogni sua forma”
Romantic Dark su etichetta Women Female Label & Arts / distribuzione Artist First è già disponibile in digitale.
In contemporanea all’uscita dell’album Isotta ha lanciato Psicofarmaci, il quarto estratto.
Isotta, tra i finalisti della 33sima edizione di Musicultura, aprirà inoltre le date del tour di Simona Molinari.
Abbiamo raggiunto Isotta che si è raccontata in una lunga intervista tra esperienze, album, canzoni, sogni e progetti.
Intervista a Isotta
Ciao Isotta, benvenuta ad All Music Italia.
E’ un periodo molto intenso per te, ci vuoi raccontare come lo stai vivendo?
Vorrei poter dire che vivo questi primi passi di Romantic Dark in uno stato di estrema soddisfazione e gioia, e basta! Ma c’è dell’altro, e si chiama apprensione. Come una mamma che lascia per la mano del proprio piccino perché possa fare i suoi primi passi.
Hai vinto il Premio Bianca d’Aponte 2021, un riconoscimento molto importante per il cantautorato italiano, un premio al femminile che dà spazio a nuove cantautrici, un bellissimo trampolino di lancio. Come è iniziato il tuo percorso artistico?
Il Premio Bianca D’Aponte l’ho vissuto come un traguardo, più che come un evento in un ipotetico percorso. Sono uscita da quella esperienza colpita e commossa per l’aria di spontaneità e umanità che si respirava e che coinvolgeva emotivamente in una maniera unica.
Il mio percorso artistico, che negli anni ha sempre più esautorato ogni altro aspetto della mia esistenza, fino a diventare l’unico percorso di vita, è iniziato nei miei primi anni, quando andavo da mia nonna e il nostro gioco era cantare musica lirica, per la “gioia” dei vicini. Ho iniziato a prendere lezioni di canto al primo anno di elementari e verso i 16 ho cominciato a fare serate di pianobar con svariate formazioni…di base voce e chitarra, col chitarrista e amico Pino Polistina, poi con sax, contrabbasso, Cajon, batteria, a seconda della situazione. È in questo primo periodo di timide esperienze sul campo che ho iniziato a mettere su carta le mie emozioni, sentivo l’esigenza di cantare parole mie.
Sei tra i finalisti di Musicultura, altra prestigiosa manifestazione che cerca di valorizzare i giovani talenti. Quale sarà il prossimo traguardo?
Essere tra i finalisti di Musicultura è una tale pacca sulla spalla da richiedere un’ingessatura. Sto trattenendo il fiato perché sono immersa fin sopra i capelli con questo nuovo sogno ad occhi aperti, a prova di pizzicotto!
Pensare ad un nuovo traguardo mentre sono nel pieno di questo evento non è sinceramente cosa da poco. Direi che sarei più che onorata di uscire da questa manifestazione sentendo di aver fatto quello che potevo, con dignità e coraggio, nell’offrire ad una platea da brivido un’emozione musicale, un piccolo motivo di riflessione.
Tanti step di un nuovo percorso artistico che ha già individuato una sua via. Ti piace sperimentare?
Mi piace molto immaginare il mio ipotetico percorso artistico, non come un sentiero di cui decido io la traccia, ma come una via già segnata tra le tenebre che io, con la luce della mia lampada alimentata non ad olio, ma a canzoni, scopro e percorro, più che una sperimentatrice, mi sento una esploratrice.
E’ uscito da pochi giorni il tuo album d’esordio “Romantic Dark” composto da 13 tracce in cui ti racconti attraverso vita, difficoltà quotidiana e fragilità. Ti descrivi attraverso i tuoi brani; un modo per esorcizzare situazioni o per metterle a disposizione dell’ascoltatore?
Ho iniziato a scrivere perché in quell’età impervia dell’adolescenza sentivo che questo mi aiutava ad esporre cose che non avevo coraggio di dire in altra forma. Mi aiutava a rendere un filo più sopportabili le mie paure e più bassi gli ostacoli da superare…con il tempo e con un progressivo avvicinamento a seppur minime e distratte platee, ho assaporato la sensazione coinvolgente di poter offrire qualcosa che sentivo mio.
Ad oggi i due aspetti convivono e sono indissolubili, indispensabili l’uno all’altro.
Ti presenti dicendo “Sono io che appartengo alla musica, non viceversa”, segno di libertà ed onestà verso il pubblico, è un bel messaggio che arriva. L’unicità rende indipendenti?
Nel mondo della musica e non solo mi sento come una virgola in un poema epico.
Mi percepisco interdipendente con tutto ciò che mi ruota attorno, in ogni istante.
Ascoltando le tue canzoni si nota una particolare attenzione all’uso delle parole e una ricerca accurata del suono. La creazione e la scrittura dei brani nascono da un’idea iniziale ben precisa oppure è un flusso di pensieri che poi vengono riorganizzati in musica?
Indipendentemente, a seconda dei periodi ho in mente alcune idee che più di altre accarezzano continuamente la mia coscienza e che sono il frutto di esperienze vissute personalmente e non. Premesso che non ho regole precise, posso dire che si può partire da un testo più o meno definito oppure da una musica che rifletta un mio stato d’animo e da lì far uscire parole che finiscano per dare forma ad una astrazione che rispecchi un sentito flusso di emozioni.
Il tuo nuovo estratto, il quarto, da “Romantic Dark” è “Psicofarmaci” in cui c’è la partecipazione, voce fuori campo di Claudia Gerini, ci puoi raccontare come è nata questa collaborazione e con chi ti piacerebbe lavorare o duettare in futuro?
Ho avuto la possibilità di far sentire le mie canzoni a Claudia Gerini…con mia grande sorpresa e soddisfazione le sono piaciute, così ha deciso di prestare la sua voce per la lettera contenuta in psicofarmaci. È riuscita ad esprimere esattamente le sensazioni che volevo trasmettere quando l’ho scritta. Il primo nome che mi viene in mente per una collaborazione è Joss Stone, la ammiro e la seguo da sempre.
Di italiani sicuramente un duetto con Marco Masini.
Chiudiamo con una domanda aperta, c’è qualcosa che avresti voluto dire ai lettori di All Music Italia che non ti abbiamo chiesto? il tuo messaggio alla nazione…
In ogni epoca, e in questa soprattutto, la musica può dare un aiuto importante nella diffusione di una cultura della pace, in tutte le sue sfaccettature, che parta dall’aggregazione e il rispetto dell’ambiente, soprattutto da parte dei giovani.
Ringraziamo Isotta per questa intervista. Alla prossima sempre su All Music Italia.