Roberto Vecchioni La Bellezza (Gustav e Tadzio). È il 2002 quando esce un disco ispiratissimo di Roberto Vecchioni, cantautore soprannominato “il Professore” (no, non quello de La Casa di carta), che oggi compie gli anni.
L’album si intitola Il lanciatore di coltelli ed è arrangiato da Mauro Pagani. All’interno della tracklist, composta da dieci canzoni, si parla di argomenti importanti come forse oggi non si usa più nei dischi. Si va dal lato oscuro del potere al rapporto padre/figlio, dalla guerra al dolore e alle domande sull’esistenza di Dio.
Nella tracklist di questo disco, terza traccia per l’esattezza, c’è anche una delle canzoni che è in assoluto tra le preferite del sottoscritto. La Bellezza (Gustav e Tadzio).
Roberto Vecchioni La bellezza (Gustav e tadzio)
Questo brano è ispirato a la Morte a Venezia, un racconto di Thomas Mann. Nello scritto si racconta dello scrittore Gustav von Aschenbach e del suo viaggio a Venezia alla ricerca di nuova ispirazione. Qui è colpito dalla bellezza di Tadzio, ragazzo di origine polacca. L’amore impossibile che ne nasce gli fa trascurare anche l’epidemia di colera esplosa nella stessa Venezia, errore che lo porterà alla morte.
Una canzone che quindi parla di omosessualità, ma non solo. Parla dell’età che avanza, del tempo, forse, perso e del potere che ha volte la bellezza, intesa come quella fisica, carnale, può esercitare sugli altri. Un magnete che da secoli è in grado di attrarre e portare alla magnificenza, così come alla distruzione, una persona.
Parla anche di un’età che non ritorna e, al tempo stesso, di un’età che sembra quasi un fardello da portare.
In questo brano Roberto Vecchioni si cala nei panni di Gustav e non fa sconti con la sua penna, come del resto non ne ha mai fatti. E così racconta in modo malinconico, nostalgico, a tratti rabbioso, e sopratutto rassegnato, la storia di quest’uomo che si innamora di un ragazzo più giovane di lui e che può solo guardare. Bellissimo in tal senso il passaggio: “Coi miei trucchi da vecchio senza dignità, se avessi vent’anni ti verrei a cercare, se ne avessi quaranta, ragazzo, ti potrei comprare… Ma a cinquanta come invece ne ho ti sto solo a guardare…“.
Ma se per gran parte della canzone sembra che la bellezza, la fisicità e, in qualche modo il sesso, siano il punto focale della canzone e dello stato d’animo di Gustav, Vecchioni lancia una frase che in realtà racchiude il pensiero di tante persone discriminate, nel passato ma anche oggi, che hanno visto come un peccato il proprio amore così come quanto il proprio desiderio…
“Ho paura della fine e non ho più voglia di un inizio
Ho paura che gli altri pensino a questo amore come a un vizio
Ho paura di non vederti più
Di averla persa
Tutta la bellezza…”
Questo, ma non solo, è Roberto Vecchioni. È Luci a San siro, Voglio una donna, Samarcanda e Chiamami ancora amore tanto quanto è la splendida Ho conosciuto il dolore. Io oggi ho semplicemente voluto fargli gli auguri celebrano una sua canzone che mi ha segnato, come in tanti sono stati segnati dalla sua lirica. E se ne avrete voglia, buon ascolto.
Roberto Vecchioni La bellezza (Gustav e tadzio) testo e audio
Passa la bellezza
Nei tuoi occhi neri
Scende sui tuoi fianchi
E sono solo i tuoi pensieri
Venezia è inverosimile più di ogni altra città
È un canto di sirene, l’ultima opportunità
Ho la morte e la vita tra le mani
Coi miei trucchi da vecchio senza dignità
Se avessi vent’anni ti verrei a cercare
Se ne avessi quaranta, ragazzo, ti potrei comprare
Ma a cinquanta come invece ne ho
Ti sto solo a guardare
Passa la bellezza dei tuoi occhi neri
E stravolge il canto della vita mia di ieri
Tutta la bellezza, l’allegria del pianto
Che mi fa tremare quando tu mi passi accanto
Venezia in questa luce del lido prima del tramonto
Ha la forma del tuo corpo che mi ruba lo sfondo
La tua leggerezza danzante come al centro del tempo e dell’eternità
Ho paura della fine e non ho più voglia di un inizio
Ho paura che gli altri pensino a questo amore come a un vizio
Ho paura di non vederti più
Di averla persa
Tutta la bellezza
Che mi fugge via
E mi lascia in cambio i segni di una malattia
Tutta la bellezza che non ho mai colto
Tutta la bellezza immaginata che c’era sul tuo volto
Tutta la bellezza se ne va in un canto
Questa tua bellezza che è la mia
Muore dentro un canto