2 Luglio 2022
di Interviste, Recensioni
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2 Luglio 2022

Irene Fargo: Ci lascia la cantante che fece riviver il mito della Turandot dal palcoscenico dell’Ariston

Una carriera di salite e discese quella di Irene: due Festival di Sanremo, il teatro, la televisione e poi anni meno luminosi

Irene Fargo
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É morta ieri, 1 luglio 2022, Irene Fargo.

Irene è’ stata una cantante di una bravura eccezionale, come poche. Sei stata una cantante di una bravura eccezionale. Perché io ed Irene, Irene Fargo, non ci siamo mai conosciuti di persona, ma ci siamo parlati diverse volte via social. Ci eravamo, qualche anno fa, promessi persino un’intervista, poi la vita ha fatto un altro corso.

Il suo oggi è finito, lasciandomi il rimpianto di essermi scordato di cercarla, di chiederle: “Irene e allora la facciamo quell’intervista” ? Forse, vista la sua salute messa a dura prova dalla malattia, mi avrebbe risposto di no, o forse ci avrebbe provato per raccontare quella sua carriera partita con due secondi posti consecutivi a Sanremo, confermata da un album dal successo importante e poi pian piano scivolata via per motivi svariati, nessuno che avesse minimamente a che fare con l’arte.

Quando Flavia Pozzaglio, bresciana, approda a Sanremo con il nome d’arte di Irene Fargo è il 1991. Arriva da un coro polifonico in cui, se non ricordo male, era voce solista. Presenta un brano delicato e potente dal titolo La Donna Di Ibsen, ispirato ad un dramma del norvegese Ibsen, La Donna Del Mare. Quell’anno il girono delle nuove proposte presenta diversi cavalli di razza fra cui in tanti partiranno per una buona carriera più o meno duratura.

Lei, Irene, però spiazza tutti. La sua canzone è porta in maniera pulita, cristallina, scorre come si stesse decantando una poesia; tutto fino all’incipit dell’inciso. Lì non ce n’è per nessuno. Parte una nota potente, tenuta con maestria da un volto che non lascia trapelare nessuna crepatura, nessuna difficoltà. Il pezzo cresce e cattura prima la sala dell’Ariston, poi le giurie che la spediscono al secondo posto ( dietro solo a Le Persone Inutili di Paolo Vallesi ) ed alla fine anche in classifica, salendo fino alla posizione 14, tanto che il brano risulterà secondo anche fra le vendite.

Irene Fargo partecipa ad altre manifestazioni estive dove presenta il singolo Ugo ( Domani Mi Sposo ) ed anche l’album Omonimo raggiunge la classifica di vendita, anche se in posizioni di rincalzo

Forse c’erano già le credenziali per essere fra i big l’anno successivo ( a volte abbiamo visto presenze con numeri decisamente inferiori ) ed invece l’anno dopo gira nuovamente fra le nuove proposte.

Come Una Turandot” è un brano magnifico che prende chiaramente spunto dalla Turandot di Puccini. L’omaggio stappa applausi a scena aperta ma è ancora secondo posto, ( dietro a Non Amarmi della coppia Baldi & Alotta ). Il singolo sbarca al n° 5 della hit parade e l’album da cui è estratto, La Magica Voce Della Luna sale fino alla top 20.

Segue il singolo estivo Sabbia D’Africa con cui gareggia nelle manifestazioni estive e che è frutto di contaminazioni orientali, molto in voga in quegli anni.

Poi Sanremo non le aprirà più le porte. Il disco “Labirinti” esce a fine 1993, con un po’ di gestazione in più dovuta alla mancata partecipazione festivaliera. Viene anticipato dal singolo Ma Quando Sarà, scritto per Irene Fargo da Roby Facchinetti e Valerio Negrini, con cui partecipa al Festival Italiano, sorta di Sanremo autunnale messo su in Mediaset.

Torna poi sulle reti Rai in una delle Domeniche In di Mara Venier, che ai tempi non era ancora la zia ma una sorellona maggiore, dove è presenza fissa del cast e poi da alle stampe un disco di classici napoletani, ‘O Core E Napule, in cui, lei bresciana, si cimenta con un napoletano da fare invidia ad un napoletano stesso le più belle melodie partite dal golfo della sirena Partenope ad invadere il mondo. Fra tutte l’apertura di Malinconico Autunno è da brividi.
Tornerà ai classici napoletani nel 2009, fra altri tre album d’inediti prima ed altri tre dopo, fino al 2016, anno della sua ultima pubblicazione.

IRENE FARGO, il momento buio

Purtroppo di questi lavori Irene potrà promozionare molto poco, troppo poco perché la gente se ne accorga ed i motivi sono vari.

Il primo è che la lontananza dalle scene ha chiaramente fatto invecchiare il personaggio che ha cominciato a non risultare più appetibile per i circuiti promozionali soliti ( come se la bravura fosse qualcosa che ha scadenza ), l’altro, le accuse rilasciate importanti a programmi tv come Chi L’Ha VistoPomeriggio Cinque, e riportate dalle più importanti testate giornalistiche, sulla presunta violenza domestica da parte del marito.

In ogni caso, dopo la separazione, arriverà la malattia che negli ultimi anni l’ha impegnata in una delle battaglie più ardite, alla ricerca di un virtuosismo, la vita, che stavolta non l’è riuscito.

Il tutto in un silenzio rispettoso, educato, nessuno sapeva. Fino a quando alcuni amici come Renato Zero o Silvia Mezzanotte hanno lasciato dei post via social che avevano richiamato attenzione.
Sfortunata Irene.

L’artista lascia due figlie e l’ affetto di chi come me, pur avendola persa di vista, le riconosce il merito della bravura. Perché sapete ? A volte la bravura è un merito non riconosciuto. Non qui, non in quel che scrivo, non in quel che penso di Irene Fargo a cui le dico un nuovo: “Brava, brava brava

RICHIESTA DI RETTIFICA

A seguito della pubblicazione del nostro articolo riceviamo e prendiamo atto di quanto segue dall’Avvocato Giuseppe Scandurra:

In qualità di procuratore e difensore del marito della sig.ra Flavia Pozzaglio, in arte Irene Fargo, che soltanto per questione di privacy, e per tutela di quest’ultimo, non viene qui menzionato; poiché false, inventate ed infondate, erano e si sono giudiziariamente rivelate, tutte le accuse di presunte violenze mosse dalla Pozzaglio al mio cliente.