Silvia Salemi torna per festeggiare i 25 anni del suo brano simbolo, A casa di Luca, con un nuova canzone intitolata Noi contro di noi.
Era il il 1997 infatti quando la cantautrice, poi diventata anche conduttrice televisiva e radiofonica oltre che scrittrice, presentava al Festival di Sanremo la hit A casa di Luca premiata anche con il premio della critica.
Silvia veniva dalla vittoria al Festival di Castrocaro del 1995 e da lì approdò tra le nuove proposte Festival di Sanremo nel 1996 per poi transitare tra gli emergenti e debuttare nei big nel 1997. Nel corso degli anni seguiranno altri due Festival, l’ultimo nel 2003, una lunga pausa per dedicarsi alla famiglia, e quindi il ritorno sulle scene discografiche nel 2017.
Dopo aver pubblicato La voce nel cassetto (2017), Era digitale (2020), Chagal (2020) e I sogni nelle tasche (2021), ora Silvia è pronto a presentare il suo primo singolo per il 2021.
Silvia Salemi Noi contro noi, il nuovo singolo
Noi contro noi è stato scritto dalla stessa Silvia con Matteo Faustini e Marco Rettani. Il brano sarà in radio e sulle piattaforme digitali a partire da venerdì 8 luglio per Dischi dei Sognatori con distribuzione Artist First.
Caratterizzato da sonorità estive, il pezzo invita chi lo ascolta a riflettere su temi delicati, come il forte bisogno di unità e pace. Un testo diretto e attuale che si lega alle difficoltà che hanno segnato gli ultimi anni e che hanno portato gli essere umani a diffidare del proprio vicino e a non vedere il buono che c’è nell’altro.
Ecco come lo racconta Silvia Salemi:
La pace non è assenza di guerra, è una virtù, uno stato d’animo, una disposizione alla benevolenza, alla fiducia e alla giustizia. Di fronte alle parole di Spinoza siamo tutti d’accordo, ma il nostro presente e, per la verità, tutta la storia dell’uomo, dimostrano il contrario. Alle volte basterebbe solo un po’ di gentilezza e tenerezza che solo la consapevolezza di stare tutti sullo stesso pianeta, “sulla stessa palla blu”, ci può far provare.
Essere gli uni contro gli altri, come ci dice Hobbes nella sua visione del tutto pessimistica dell’uomo, non ci ha fatto e non ci sta facendo bene e non ci porterà a promuovere il bene. Dopo il Covid sarebbe stato auspicabile che tutti ci fossimo uniti in un grande abbraccio globale, universale, per cercare la pace, invece siamo costretti a vedere immagini drammatiche, al limite del grottesco, dove la gente scappa da militari che sparano indossando la mascherina. Una totale follia.
La guerra dentro la pandemia è un male dentro un altro male. Non ha senso essere una superpotenza economica se quella potenza non mette al centro l’uomo. Così abbiamo perso tutti.