Oggi sono stata al cinema a vedere Maldamore. Oggi c’erano 25°C ed io ho deciso di andare al cinema come nelle fredde serate invernali. Ma era pomeriggio. E c’era il sole.
La storia è semplice: per colpa di una radiolina per controllare il sonno dei neonati (anche se qui la neonata ha compiuto 6 anni) due donne scoprono i tradimenti dei rispettivi mariti.
Uno dei due uomini, Paolo, fa il musicista, anche abbastanza sofisticato perché se ne intende di Verdi, Wagner e non so chi altro, musica classica insomma. Ma è sostanzialmente un disoccupato e sta cercando di scrivere un jingle per uno spot pubblicitario. Cosa di peggio potrebbe capitare ad un artista che mettersi a scrivere per soldi qualcosa che aiuti a vendere, qualcosa che trasformi la sua arte in cash flow? E un musicista, un artista, sposa una consulente finanziaria (=una bancaria) che mastica spread (non quello dei nostri BTP coi bund tedeschi) a colazione ed euribortremesilettera durante la pausa caffè. Lei, nel pieno di un’accesa discussione, gli dice qualcosa che +/- suona così: Tu perché sei un artista ti credi superiore a tutti noi che abbiamo lavori normali?
Io ci penso spesso a questa cosa, forse perché ho un lavoro normale, forse perché mi sono sentita chiamata in causa visto che tutti i giorni analizzo trend di ricavi, cash flow, CR e camerali (non vi preoccupate, non mi sono fatta 4 vodke prima di scrivere) e l’artista che fa? Si sveglia al mattino (o a metà pomeriggio), osserva il mondo e lo trasforma a modo suo in arte. Ed io? Mi sveglio al mattino, osservo il mondo e lo interpreto a modo mio, così come serve a me.
E tutti il sabato la spesa, il giorno dopo in Chiesa (cit. “Vivo Morto o X” Ligabue).
In bocca al lupo per questa settimana, a tutti, proprio tutti, artisti e non.
Ah, dimenticavo! La colonna sonora è scritta da Sergio Cammariere, e “Siedimi accanto” che si sente proprio all’inizio del trailer: