Dopo il trionfale doppio concerto di Max Pezzali allo Stadio San Siro di Milano, due date con oltre 60.000 persone unite nel cantare 30 anni di canzoni del cantautore pavese, si torna a parlare del divorzio a sorpresa tra l’artista e i suoi storici manager e produttori, Claudio Cecchetto e Pierpaolo Peroni.
Un team di lavoro che trent’anni fa ha ricevuto una cassetta (eh si, a inizio anni ’90 si mandavano ancora le cassette in giro…) con Non me la menare e ha da subito creduto nel progetto 883 portandolo a un successo da oltre 6 milioni di copie vendute, 22 dischi di platino (di cui 14 con soglie altissime di venduto, in epoca pre FIMI) e ad un repertorio pieno zeppo di canzoni senza tempo (e su questo lo stadio ha messo i puntini sulle “i”).
Un successo ovviamente che parte dalle canzoni, come Max Pezzali ha voluto sottolineare in un’intervista a Il Messaggero:
“Loro sono stati perfetti allenatori. Ma senza il materiale, le mie canzoni, tutto questo non sarebbe stato possibile. Oggi a 54 anni voglio sentirmi libero anche di potermi schiantare.”
Max Pezzali il divorzio da Cecchetto e Peroni
Se inizialmente Claudio Cecchetto non ha rilasciato dichiarazioni sulla separazione (“Ci sono state serie incomprensioni. Preferirei non parlarne“) nei giorni successivi il produttore e talent scout ha rotto il silenzio a mezzo nota stampa ringraziando Pezzali…
“Grazie Max per come siamo riusciti ad essere, l’uno per l’altro il motore del viaggio che ci ha portati fino a qua“.
Parole serene ma, al tempo stesso, piene di malinconia. Chi non ha voluto parlare invece è stato il manager, produttore, co-autore di alcuni brani degli 883 e amico di Max Pezzali, Pierpaolo Peroni.
Tra loro la vicenda si risolverà con avvocati nelle sedi opportune. Anche se Pezzali sembra sereno…
“A un certo punto è normale voler andare via di casa, c’è chi lo fa a 20 anni, chi a 30 e chi come me lo fa a 54.
E’ stata una separazione consensuale ma come tutte le separazioni ci sono di mezzo gli avvocati.
Volevo avere un maggiore controllo sulla mia carriera, sia dal punto di vista creativo che gestionale.”
Nel frattempo c’è un futuro da pianificare. Un tour nei palasport e, chissà, forse il ritorno a Sanremo. Non ci resta che aspettare.
Foto di copertina di Francesco Prandoni