La Mosca Tze Tze va in pensione.
Qualche settimana fa mi ha chiamato il Direttore e mi ha detto:
Mosca, è arrivato il momento della pensione per te. Ovviamente non retribuita!
E’ stato prima dell’estate e ci sono rimasta male, anche se da tanto tempo il mio pungiglione fa dormire più di quanto dia fastidio.
Io che ho cercato i cantanti dei miei amati anni ’90 con la rubrica Wanted. Primo fra tutti Alessandro Errico. Io che sono stata tra i primi a rimpiangere il passato, iniziando dal Festivalbar.
Io che ho reso giustizia a Diana Del Bufalo prima che entrasse in convento (quello della fiction di Rai 1), quando ancora si vantava di averla pelosa o ricordando che Laura Pausini che ce l’ha come tutte le altre.
Ho vissuto i miei momenti di gloria, ma la mia era è finita ed è ora che mi ritiri davvero.
L’ho capito quando ho letto le classifiche che sono piene di nomi a me sconosciuti e, ammettiamolo, anche un po’ buffi.
Perché ve lo immaginate quando avrà la mia età Rhove che dovrà giustificare ai suoi figli perché si chiama “Rhove la Province” sui social o, ancora peggio, Paky che è “Paky Glory” con un non so che di divino che traspare dal suo nome.
Sì, lo so, Rhove sarà un mix tra Roveda e Rho, la sua città di provenienza. Ma io mica mi faccio chiamare MilanLaCity!
Le nuove generazioni sono fatte di nomi buffi, come già dicevo. Perché a me verrebbe da ridere a farmi chiamare Aka 7even che ogni volta che lo pronuncio mi viene in mente il supermercato dove andavo a fare la spesa in California, il 7-Eleven.
O Salmo che ha scelto lebonwki. Che già c’hai un nome d’arte anche tu, come la gloria di Paky, che fa allusione alla religione, al salmo responsoriale della S. Messa o chissà che cosa avevi in mente. Non ti bastava un nome d’arte, mettiamocelo diverso sui social così chi ti deve taggare deve pure avere una tabella di transcodifica per ricordarsi chi sei.
Stessa cosa Achille Lauro. Non il celebre armatore, chiaramente, a Lauro magari suonava bene anteporre Achille… chissà se ha pensato alle barche quando ha scelto il suo nome! Dicevo… Lauro antepone Achille al suo nome di battesimo e poi, su Instagram, rimane solo Achille a cui ci appiccica “idol” che a me viene in mente Billy Idol.
Oppure Rkomi che, per complicarsi la vita (e complicarla a noi), fa l’anagramma del suo nome Mirko. Come se Tiziano Ferro avesse preso alla lettera la frase della sua canzone “Notizia è l’anagramma del mio nome“.
Vista questa confusione di nomi, alias e nickname che a volte hanno dei dubbi pure loro su come si chiamano, per ricordarseli a memoria, all’inizio delle canzoni si evocano da soli.
Blanchitobabe Michelangelooooo
Anche se Michelangelo ha una serie di underscore davanti al suo nome su IG che non so come fa a dire qual è il suo contatto, non so se nemmeno lui li ha mai contati tutti quei trattini!
E poi Sfera Ebbasta, Capo Plaza e tanti altri che non so nemmeno scrivere che, se fosse stata un’esordiente oggi, la Pausini come minimo l’avremmo dovuta chiamare Pau Elle!
Altri poi, da un anno all’altro, cambiano nome. No, non mi riferisco a tha Supreme che si è ridotto a thasup, ma gente che cambia del tutto il proprio nome, roba che non c’entra più niente con quello prima. Che nemmeno più Wikipedia sa qual è quello giusto o aggiornato, così fa l’elenco dei “noto anche come…” come per dire: “io te li dico tutti, vedi tu quello che preferisci“.
Quindi io che dovrei fare in mezzo a tutto questo? Ha proprio ragione il Direttore: è arrivato il momento di andare in pensione.
Questo mondo non è più il mio.
Vi ho voluto bene.
Vostra per sempre.
Mosca Tze Tze.