26 Ottobre 2014
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26 Ottobre 2014

“POP HOOLISTA” – FEDEZ – Recensione

Ad una sola settimana dall'uscita il nuovo disco di Fedez, "Pop hoolista", è già stato certificato disco d'oro. Ecco la recensione di All Music Italia

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È il vero recordman di questa stagione: novello giudice di X Factor, autore dell’inno per il Movimento 5 stelle (Non sono partito), al centro dell’attenzione dei media per alcune querelle virtuali ma sopratutto fresco di disco d’oro per le vendite – ad una settimana dalla pubblicazione – del suo nuovo album intitolato Pop hoolista; Fedez ha scoperto la formula del suo personale successo e continua ad applicarla, macinando di volta in volta sempre maggiori consensi.

Ben venti brani a comporre la tracklist, per oltre 80 minuti di musica, per Newtopia, l’etichetta discografica fondata dallo stesso Fedez insieme con J Ax, con coraggio, professionalità e parecchie cose interessanti da dire.


I titoli delle tracce sono stati tutti costruiti fondendo parole di diversa sfera semantica ad ottenere delle assonanze ironiche come Veleno per topic il primo singolo estratto, ma non aspettatavi un ascolto di barzellette dalle metriche hip hop; Pop hoolista è un album scritto e pensato per aggiungere qualcosa in più allo standard da classifica attuale, soprattutto pensando ai colleghi coetanei, e ci riesce, svincolandosi dalle logiche canoniche di genere musicale, per fare posto ad un’apertura più pop(olare) dei suoni e dei contenuti.

Poco importa allora se stiamo parlando di un disco “rap”, o se lo stesso Fedez sia un rapper da definizione oppure no; queste canzoni parlano chiaro, e lo fanno da sé: i suoni ricercati tra le grandi produzioni internazionali si sentono e si fondono bene con la schiettezza e l’irriverenza dei testi, rivelando checché se ne pensi, una crescita importante nella scrittura e nella composizione, e riuscendo a rimanere nella quasi totalità dei casi, originale e credibile.

La forza di questo disco sta nella sua varietà, da non confondere con il voler accontentare un po’ tutti, ma proprio nella centralità di un concept che ha come intenzione primaria quella di comunicare senza peli sulla lingua la società, l’Italia e l’individuo medio visti con gli occhi di Fedez, senza filtro: con Generazione boh e Vivere in campagna pubblicitaria si apre il lungo discorso sulla superficialità e la “non esistenza” di punti di riferimento per una generazione, come la sua, tanto confusa da non avere nemmeno un nome con cui chiamarla, caratterizzata da realtà inconsistenti e predicatori in giacca e cravatta “nascosti in mezzo a noi”.

Fedez trova spazio anche per un attacco molto più che diretto alla tv spazzatura in Non c’è due senza trash, prendendo di mira in particolare Barbara D’Urso ed il suo show e recuperando, per l’occasione, le sue origini punk che contribuiscono a consegnare uno tra i brani più divertenti della raccolta.

C’è anche l’amore che torna protagonista, risoluto e felice in Magnifico, replica riuscita di un incastro perfetto tra strofe ed inciso in duetto ancora una volta con Francesca Michielin pronto a bissare il clamoroso successo di Cigno nero; l’amore sofferto, che deve farsi strada in mezzo ai pregiudizi è quello cantato con Noemi (L’amore eternit); quello domestico e duraturo, dedicato attraverso le immagini di un cartoon ma che racconta di vita vera come in Olivia Oil.

Pungente la stoccata al clero, e allo strapotere economico accumulato dalla chiesa negli anni, in cui senza mezzi termini Fedez se la prende un po’ con tutti quelli che ne fanno parte in Cardinal chic ed auspica ad un coinvolgimento da parte dei suoi coetanei affinché ci si faccia delle domande “diverse”

L’ambizione di Fedez pare non avere limiti: oltre alla title track con la partecipazione preziosa di Elisa che pare avrebbe potuto approdare al Festival di Sanremo c’è anche L’hai voluto tu un’altra ballata perfetta per il palco dell’Ariston, con un testo che mette in luce gli aspetti meno positivi della popolarità, ma senza ridicoli vittimismi, ammettendo che in fondo “…è difficile spegnere le luci della ribalta se hai paura del buio…“.

Da segnalare in ultimo, il suadente cameo di Malika Ayane in Sirene e l’esplosione danzereccia di M.I.A, un brano tutto da ballare in un vortice di beat, dance e folklore pugliese con il contributo di Boomdabash.

Certo è, che per poter dire che Fedez canti bene di dischi ne devono ancora passare insieme anche a qualche divagazione “teen” di troppo, ma per stavolta vincono la sincerità e il coraggio di una produzione centrata, accurata ed estremamente moderna. Insomma… Bravo!

CANZONE MIGLIORE: Magnifico
VOTO: 7.5/10