Baby Gang si abbandona all’ennesimo sfogo contro le forze dell’ordine, tutte, indistintamente.
Ho cercato per più di due giorni le parole giuste per scrivere le righe che seguiranno, provando il più possibile a essere imparziale ma il mio non è solo un articolo giornalistico, ma è anche un approfondimento e, in quanto tale, può prevedere una presa di posizione. Forse dovrebbe sempre prevederla…
Preciso anche che sulle colonne di All Music Italia scriviamo di tutti gli artisti, belli e bravi ma anche brutti e cattivi. Il nostro lavoro è quello di dare notizie su ciò che sposta gli equilibri nel mondo della musica italiana, su ciò che potrebbe essere rilevante e sui numeri, incontrovertibili per natura, che raggiungono i ragazzi e le ragazze che pubblicano album e canzoni. Per questo avete letto e continuerete a leggere articoli dove menzioniamo artisti mediaticamente discutibili ma che, proprio per i numeri che raccolgono, devono essere citati.
E’ lavoro, professionalità e rispetto verso voi lettori.
Parto con la specifica e premessa, più che doverosa, che i miei genitori sono entrambi poliziotti e che per diverso tempo hanno tentato di convincermi a seguire le loro orme ma io, indefesso, sono nato professionalmente in radio e con la musica e vorrò andare in pensione, quando e se sarà, in radio e con la musica. Ho sempre rispettato il loro lavoro, li ammiro e li ho visti sbattersi per decenni nei rispettivi ruoli di responsabilità, ma è una vita che non fa per me.
Le Forze Armate, tutte, svolgono un servizio che, vi assicuro, da fuori non è capito fino in fondo. E’ rischio, è impegno, è sacrificio, tante cose che si sanno ma che, come spesso accade in questo Paese al contrario, vengono dimenticate non appena una mela marcia fa qualcosa di tremendo o non consono al ruolo che ricopre.
Purtroppo gli stronzi esistono ovunque, in qualunque ambiente lavorativo, e poco importa che tu sia un manovale o un alto funzionario, se sei stronzo sei stronzo. Per fortuna, però, parliamo di percentuali minime quindi smettiamola con sta storia molto Nineties degli “ACAB – All cops are bastards” perché è diventata cacofonica, oltre che snervante.
Fatta questa doverosa premessa possiamo entrare nel merito della vicenda di Baby Gang.
BABY GANG E LO SCONTRO SOCIAL CON LA POLIZIA
Qualche giorno fa, tramite i suoi social, il trapper Baby Gang ha deciso di pubblicare in sequenza due storie su Instagram. La prima è una foto, un selfie, che lo vede in primo piano dal basso verso l’alto con un’arma incorniciata di quelle grosse, non saprei neanche di che tipo stiamo parlando perché non ne ho mai neanche vista una da vicino (già, da bravi e responsabili poliziotti i miei parenti non hanno mai e poi mai sgarrato in tal senso e sono sempre stati attenti in quasi quarant’anni di servizio, come dovrebbe essere sempre). Il senso? Boh, non me lo chiedete. So solo che è la moda di certi trapper quindi lasciamo correre, fa parte della loro ‘immagine’.
La storia terribilmente fuori da ogni logica e senso è la seconda ed è da qui che vi chiedo massima concentrazione, per favore.
Un papello, che vi allego per conoscenza e per potere contestualizzare ogni mia parola, in cui Baby Gang dice diverse cose che si rifanno al suo recente passato, dai concerti annullati per motivi di sicurezza fino alla sua carcerazione a San Vittore dello scorso gennaio in seguito alle accuse di minacce, estorsione e rapine pervenute nei suoi confronti.
In questa storia, nell’ordine, Baby Gang accusa la polizia di essere una “associazione mafiosa” (amico mio, fattelo dire da un palermitano con due genitori che lavorano a Palermo, in Polizia e hanno avuto modo di conoscere e lavorare con eroi come Falcone e Borsellino che, spero, tu sappia chi siano. Non hai la minima idea di cosa sia una associazione mafiosa quindi già da qui dovresti tacere, chiudere i social e cambiare mestiere, ma continuiamo…) perché, a suo dire, avrebbe intimidito i gestori dei locali ad annullare le serate dove sarebbe stato protagonista con la sua musica.
Sostiene che la polizia, genericamente, abbia un problema personale nei suoi confronti e che questa, al suo Paese, si chiama estorsione.
Gesù, estorsione… Mamma mia sarà dura arrivare fino alla fine.
A suo dire, Prefettura e Questore (quali, di quale città non è dato saperlo. Generico) avrebbero annullato, per motivi personali, 50 sue date. Ok.
Poi si rivolge a noi, autori e giornalisti, etichettandoci come “pezzi di merda” perché non lo abbiamo mai difeso. Figlio di Dio, se non ti abbiamo difeso è perché la legge è legge e va rispettata. Chi non la rispetta paga le conseguenze delle sue azioni e se gli accertamenti hanno prodotto o produrranno come risultato una condanna vuol dire che gli organi preposti hanno valutato tutti i dati in loro possesso e hanno stabilito colpe e responsabilità.
La legge è sopra tutti, sopra te, sopra me, anche sopra loro. Piuttosto sfrutta la cosa per prendertela con te stesso, non con noi, e migliorare umanamente la tua vita. Ma continuiamo perché ci avviciniamo al top della storia.
Seguono un altro paio di robe su denunce che lui non farà ma che faranno i suoi avvocati a questi presunti “sbirri infami” che hanno portato avanti questi “ABBUSI”, cito testualmente.
A parte il fatto che se ti vanti di non fare denunce, perché sei uno a posto, ma le fai fare al tuo avvocato, non cambia assolutamente nulla, detto questo ci siamo… ecco la parte che mi ha fatto gonfiare le vene del collo.
Baby Gang… come fare hype prendendo per i fondelli il lavoro altrui
Baby Gang sostiene di rientrare nell’1% dei rapper che campa senza live e che lo stipendio dei poliziotti se lo mangia a pranzo perché lui campa prendendoli per il culo.
Per ogni arresto arriva una scarcerazione e torna più forte di prima. Le perquisizioni non hanno mai portato a nulla e, nonostante tutto, lui è uno dei rapper più forti in Italia e tra i più conosciuti in Europa. Lui non ha bisogno dell’aiuto degli sbirri comanda-padrone, ce la fa da solo.
Allora, caro Baby Gang, dato che questo articolo è online, dunque disponibile per tutti e te lo faranno leggere o, comunque, ti arriverà alle orecchie, ti dico giusto due cose.
Premesso che sono felice per te se ti comporti bene e sia perquisizioni che indagini ti dichiarino innocente, lo dico con il cuore in mano: non puoi e non devi permetterti di paragonare gli stipendi dei poliziotti con i guadagni di altri settori, specialmente il tuo, perché qui parliamo di persone, uomini e donne di Stato, che rischiano seriamente la vita ogni singolo giorno e guadagnano una miseria per le responsabilità che hanno. Parliamo di gente che va al lavoro la mattina e, dipende cosa succede, potrebbe pure non tornare a casa la sera, e tu cosa fai? Il bulletto social che flexa i suoi guadagni, offende e piscia in testa a tutti?
Ma chi sei? Ma hai idea di cosa sia il mondo e di come funzionino le cose realmente fuori dalla tua bolla?
Poi, scusate eh, ma la sua etichetta discografica non dice nulla? La comunicazione degli artisti è sempre stata in qualche modo gestita e blindata dalle discografiche proprio per evitare disastri mediatici di questo genere. Con Baby Gang, che non è l’unico caso sia chiaro però è quello più bizzarro degli ultimi tempi, non si riesce ma non ci sono neanche provvedimenti di nessun tipo. Mutismo selettivo.
Capisco che è un’azienda e che con gli streaming arrivino soldi facili ma non viene in mente che rispetto, stima o, più semplice, l’immagine pubblica del marchio valgano molto più dei soldi?
Io non voglio dire che ci sia un palese schieramento verso una direzione solo per il denaro, non mi permetterei mai, ma se, davvero, non avete problemi allora perché insieme a Baby Gang non mettete sotto contratto uno come, per esempio, Uno Sbirro Qualunque? Un vero e giovane poliziotto che, tramite le sue canzoni, lancia messaggi positivi e cerca di far capire ai suoi coetanei che la polizia non è come la dipingono i trapper e i rapper.
Magari gli fate fare anche un brano insieme, perché no, così si confrontano su temi importanti. E’ un’idea eh, nessuno vuole dirvi come fare il vostro lavoro, poi fate vobis. Tra l’altro “lo sbirro” lo ha dissato mica male a Baby Gang, roba che ha saputo solo rispondere su TikTok con un “Ammazzati” per poi cancellare il commento un po’ cringe.
Detto ciò, cari lettori vi chiedo scusa per avervi rubato così tanto tempo ma una roba così meritava un corposo approfondimento e vi chiedo anche di non partire in quarta con le offese verso Baby Gang. E’ un ragazzo, ha vent’anni e sono sicuro che con il tempo capirà tante cose e che, come molti, tra anni guarderà indietro e penserà a tutta la sua vita, i suoi successi e anche i suoi errori, dicendo la classica frase “tornassi indietro cambierei qualcosa”.
Lo abbiamo fatto tutti, lo farà anche lui, però è giusto che qualcuno (con educazione) gli sbatta in faccia le cose altrimenti non potrà mai capire dove e come sbaglia.
Siamo gente civile, siamo gente di musica, siamo gente adulta e, anche se per Baby Gang siamo “pezzi di merda”, camminiamo sempre a testa alta nel rispetto della legge e di chi ci circonda. Anche di lui.
Poi se magari questo sito si concentra su battaglie su emergenti e sul cercare di tutelarli anziché difendere chi come lui può fare da soli, siamo certi capirà. Diciamo che sono altre le persone a cui dare priorità a volte.