Ci sono voluti 18 anni dalla sua scomparsa ma, alla fine, Giuni Russo sarà parte integrante della vita e dei ricordi della sua città natale, quella Palermo che ha fatto inspiegabilmente fatica a dare a una strada, una piazza, un vicolo, qualsiasi cosa il suo nome.
Finalmente, però, l’attesa è stata ripagata e, dal 5 ottobre, uno dei monumenti della città verrà ribattezzato e mai luogo fu più calzante di questo.
In una delle piazze principali, infatti, sorge un piccolo tempietto, il cosiddetto “Palchetto della Musica”, dove Giuni Russo, all’epoca ancora Giuseppa Romeo, si esibì a soli 10 anni e per la prima volta nella sua vita. Proprio al fianco del palchetto, da venerdì, sarà allestita una targa che riporterà queste parole:
“Qui a soli 10 anni, sul “Palchetto Della musica”, si esibì per la prima volta l’artista Giuni Russo. Palermo 1951 – Milano 2004″.
Un atto più che doveroso verso una delle icone della musica italiana che, purtroppo, arriva in netto ritardo rispetto ad altre due città: Alghero, dove a lei è intitolato il lungomare, e Catania.
Palermo arriva ultima, pur essendoci nata e cresciuta, e i ritardi sono stati dovuti alle varie amministrazioni comunali cieche di fronte la necessità di rendere il giusto omaggio a un’artista immensa.
L’appello nasce qualche anno fa dai colleghi di PalermoToday e nel corso del tempo sono state portate avanti tutte le lotte e le pratiche necessarie. Complici la pandemia e, come detto, i ritardi del Comune, la città ha dovuto aspettare molto più del previsto ma alla fine, grazie anche al supporto dell’associazione GiuniRussoarte che cura il patrimonio artistico della cantante, i cittadini potranno ricordare ogni giorno, per sempre, il valore spropositato della “loro” Giuni.
Riportiamo alcune parole di Sandra Figliuolo, giornalista che ha portato avanti questa battaglia a lieto fine, di PalermoToday:
“Ha vissuto tra la Sardegna e Milano, ma ci sono tutto lo splendore e le contraddizioni di Palermo nella voce di Giuni Russo, il calore dell’isola, la capacità di accogliere e mescolare abbattendo i muri (cos’è se non questo la costante ricerca dell’artista di universi inesplorati?). Origini che la cantante non ha mai rinnegato (lo dice, se servisse, la splendida “Strade parallele” del 1994, interpretata in dialetto con Battiato), anche se la sua città ha impiegato ben 18 anni per omaggiarla degnamente.”
Potete trovare qui un nostro ricordo, del 2015, sull’arte di Giuni Russo.