Dopo la finale di X Factor che ha visto Ambra per la prima volta tornare a cantare T’appartengo su un palco enorme si è scatenata un’ondata di affetto a suon di “Prometto, prometti“. Un misto di nostalgia per gli anni ’90, una stagione mai troppo valorizzata, ma anche la riscoperta del carisma della Angiolini, colei che fu la Britney Spears italiana per impatto culturale sui giovani.
Dopo l’esibizione il brano è balzato in testa alle classifiche. Partendo da quella di YouTube dove il video del momento a X-Factor è diventato un trend virale andando ai primi posti nelle tendenze. Su iTunes, la piattaforma di Apple in cui è possibile acquistare musica, T’appartengo ha superato i Måneskin e, a 28 anni esatti da quell’uscita che valse ad Ambra dischi di platino e il successo anche in Spagna e Sudamerica, è schizzata al primo posto e ancora oggi, a quasi una settimana dalla finale, occupa la prima posizione.
Anche sulle nuove piattaforme come Spotify il brano si è fatto sentire. Venerdì è rientrato nella Top 200 alla posizione #197 collezionando 46.945 stream. Il 12 dicembre la troviamo alla numero #179 con 47,861 ascolti. Il tutto in maniera spontanea e virale.
Un successo che ha sorpreso la stessa Ambra, troppo spesso fin troppo autocritica sulla propria avventura musicale composta da 4 album incisi tra il 1994 e il 1999 (T’appartengo, Angiolini, Ritmo vitale e InCanto), la quale ha commentato su Instagram: “Io non posso che dire che boh e grazie insieme!“.
Ecco ora sarebbe carino poter rivedere anche gli altri tre dischi della cantante/attrice/presentatrice/showgirl sulle piattaforme digitali. Perché al di là dell’iconicità di T’appartengo e dei brani adolescenziali contenuti nel disco omonimo, anche lo sperimentale Ritmo vitale (da cui Syria coverizzò nel 2017 Io, Te, Francesca e Davide riportando a cantare la stessa Ambra e regalandoci un video meraviglioso che potete vedere qui sotto), il maturo InCanto e il leggero (ma viva la leggerezza!) Angiolini meriterebbero di essere riscoperti e di poter essere ascoltati.
Ma non solo… Ambra, artista a 360° gradi, nata come “personaggio” a soli 14 anni in TV con Non è la Rai, raro esempio di ragazza prodigio che è riuscita a sopravvivere, migliorarsi ed evolversi nel duro mondo dello spettacolo, meriterebbe un riconoscimento adeguato. Colei che ha saputo dimostrare che il talento si può anche imparare, basta la determinazione, la fatica, lo studio e tanta autocritica, ora sarebbe perfetta come co-conduttrice di una delle serate del Festival di Sanremo 2023 di Amadeus.
Del resto da Super al Concerto Del Primo Maggio, Ambra è sempre stata di casa sui palchi musicali e a Sanremo ha avuto tre ottime esperienze. Nel 2005 in giuria, nel 1996 come co-conduttrice con Mike Bongiorno a Sanremo Top e, sopratutto, in un ottimo Dopofestival del 1996 dove non solo tenne testa, ma zittì in più occasioni anche sua maestà Pippo Baudo.
Che dire Ama in un Festival in cui gli anni ’90, da Paola & Chiara a Gianluca Grignani, trovano ampio spazio, noi Ambra co-conduttrice ce la meritiamo.
Siamo pronti, con il vostro supporto, a dare il via come All Music Italia a una delle nostri petizioni sul web che in passato ci hanno permesso di aiutare Cristina D’Avena a salire come super ospite sul palco di Sanremo 2016 e convincere Claudio Baglioni, nel 2018, ad assegnare il Premio alla Carriera a Milva.
Certo se Ama, conduttore e direttore artistico dal grande fiuto, ce lo “promette e poi mantiene” a questo giro non servirà nemmeno una petizione. Se poi ce la facesse anche cantare sul palco dell’Ariston… giubileo!