L’1 maggio, ormai da qualche anno, non è più solo il giorno del Concertone di Roma in quel di Piazza San Giovanni. Dall’impegno di Antonio Diodato e dei suoi collaboratori è nato, a Taranto nel 2013, un concerto alternativo o, per meglio dire, un controconcerto ‘libero e pensante‘.
In molti, a partire proprio dagli organizzatori, hanno sempre considerato questo come il vero concerto dei lavoratori e dei diritti degli stessi, cosa che sembra essere (solo a parole) andata perduta a Roma.
Diodato, insieme a Michele Riondino e Roy Paci, ha fatto evolvere anno dopo anno l’UnoMaggio Taranto e questa edizione prometteva di far crescere ancora una volta e ancora di più tutta la macchina organizzativa.
Purtroppo, però, il maltempo ha reso impossibile portare a termine la scaletta e, subito dopo l’esibizione di Gemitaiz, è stato fermato tutto.
A seguito di questo stop non sono saliti sul palco Samuele Bersani, Vinicio Capossela, Tonino Carotone, Niccolò Fabi, Nino Frassica, Marlene Kuntz, Willie Peyote, Ron e La Rappresentante di Lista.
Diodato e il suo sconforto in uno sfogo sui social
Proprio il Direttore Artistico Diodato ha deciso di dare sfogo a tutto il suo rammarico sui social con un post molto duro:
https://www.facebook.com/photo/?fbid=834011084752062&set=a.301543037998872
Ecco il testo scritto da Diodato:
“È difficile scrivere oggi.
Mi manca la forza, forse anche la lucidità ma mi sembra giusto, per una volta, farlo a caldo.
Mi è arrivata questa foto poco fa e credo rappresenti bene ciò che ho provato ieri e altre volte in questi dieci anni.
La paura, lo sconforto, talvolta la disperazione quando tutto sembra dover andare inevitabilmente storto, ma anche quell’inspiegabile sensazione di calore nell’anima, quella voglia di condividere qualcosa di profondo con un altro essere umano, senza filtri, quella cosa inspiegabile che tra le lacrime ti fa nascere un sorriso e ti fa pensare che in qualche modo ce la faremo.
Non so se ci sarà un altro UnoMaggio Taranto. Non so se avremo la forza di rialzarci ancora una volta.
Ringrazio dal profondo del cuore tutti gli artisti che sono stati al nostro fianco, che hanno amplificato messaggi importanti, che hanno capito e lottato con noi con una generosità che mi ha commosso, dandoci la possibilità di dare inizio a una disperata raccolta fondi.
Grazie a chi sta dando il suo contributo, a ogni essere umano che ho avuto la fortuna di incontrare sopra e sotto il palco e che con la sua presenza e sacrificio ha reso tutto possibile. Grazie a chi è stato al nostro fianco, comprendendo i nostri sforzi e anche i nostri limiti.
Grazie a Simona, donna coraggiosa, generosa, ricercatrice di giustizia e bellezza, per avermi insegnato così tanto in questi anni. Grazie per questo abbraccio”
Dalle sue parole sembra proprio che sia arrivato il momento di dire “basta” con l’organizzazione del controconcerto tarantino, la vera alternativa al Primo Maggio romano dei sindacati.
E’ difficile fare delle ipotesi e tutto sembrerebbe confermare questa volontà di Diodato di non proseguire ma ci sarà tempo e modo per lui, insieme alla squadra che lo accompagna, di prendere tutte le decisioni con calma e lucidità.