Evra è una cantautrice pugliese emigrata a Milano con il sogno di diventare una delle figure femminili di riferimento della musica italiana.
Di recente ha pubblicato l’EP Ciò Che Cerco di Nascondere, un primo sguardo al suo stile e alla sua capacità di raccontare storie in musica. Un EP che ha già ricevuto pareri molto positivi dalla critica e dal pubblico:
“Mi sta regalando tanta soddisfazione personale che è la base, è un lavoro in cui ho impiegato tre anni e il fatto di averlo rilasciato mi emoziona e mi fa sentire felice. E’ un po’ come quando nasce un figlio che ora deve percorrere la propria strada.
E’ strano vedere anche come una canzone che, magari, a me piaceva meno e non volevo neanche inserire nell’EP per il pubblico diventi la canzone preferita. Credo sia una sensazione puramente emotiva e di sensazioni”.
Sono 6 canzoni molto raccontate, con testi lunghi rispetto alla media delle canzoni prodotte in quest’ultimo periodo. Una necessità di dire tante cose:
“Io non decido di cosa parlare, semplicemente mi vengono in mente delle cose che segno e che poi sono diventate canzoni. Quando inizio a scrivere non so mai dove andrò, se io dovessi controllare il flusso creativo non riuscirei a scrivere nulla.
Tutte le volte che provo a controllarmi non sono capace, mi blocco, è tutto puramente istinto e ho razionalizzato dopo in questi brani dell’EP ciò che ho scritto.
Il titolo dell’EP è nato in modo casuale, io non sapevo di volerlo scrivere. Quando ho scritto Fuoco e Fiamme mi è venuta fuori questa frase e, rileggendola, ho pensato che dovesse essere il titolo di tutto l’EP”.
Evra ci sono dei limiti che ti sei imposta che con questo EP hai tolto?
“Non penso di avere mai messo dei limiti a me stessa, me ne frego perché se ci pensiamo le cose che rimangono nel tempo sono quelle fatte senza pensare.
I limiti che mi sono imposta sono più sociali. Sono stata una bambina molto sensibile, mi si diceva che fossi troppo buona quindi nella vita ho costruito una maschera che mi portava ad essere meno me stessa.
Sento che nella vita mi sono nascosta perché volevo apparire sicura di me ma adesso, a 24 anni, voglio fregarmene ed essere ciò che sono. L’EP mi aiuta a buttare fuori tutto questo”.
Venire dal sud incide in questo senso Evra? Avere un tipo di background legato a dinamiche familiari diverse da quelle del resto d’Italia può avere influito nel tuo modo di vedere le cose?
“Sì, ha senso perché se ci pensiamo il giro di persone è quello, le persone sono più o meno sempre le stesse e il fatto di conoscere tutti ti porta un po’ a rinchiuderti mentalmente. Milano, invece, ti permette di allargare il giro, di conoscere tanta gente e di avere più spunti e stimoli.
Una città più piccola, con una mentalità da comfort zone, non ti fa crescere e non ti fa esplorare una parte di te. Magari le persone che frequentavo non mi hanno permesso di arrivare a questo grado di consapevolezza”.
EVRA VIDEOINTERVISTA