Non si placa il botta e riposta tra Paolo Meneguzzi e J-Ax dopo che il cantautore italo-svizzero ha puntato il dito contro i rapper tatuati che cantano la Disco Paradise beccandosi, come replica, l’appellativo di versione Shein di Tiziano Ferro.
E, come nei migliori dissing estivi, arriva presto la risposta di Paolo Meneguzzi:
Caro J-Ax,
ma chi verrebbe dietro a te (voi) se non seguissi il sistema che hai sempre criticato?Fai il portavoce che il sistema è marcio, che rinneghi Sanremo, the Voice e poi fai le pubblicità del “panettone”.
Parli di papponi ma fai il pappone che sta attaccato ai ragazzini per non cadere nell’oblio che probabilmente tanto ti spaventa e per fare i fighi ci urlate ancora “legalizzala”. Ma anche basta.
Io ho una scuola artistica, produco film, dischi di ragazzi e ho una famiglia. Questa è la mia musica. Non ho il successo di prima? Pazienza…
Io credo negli ideali e tu nelle canne.
Io ero una realtà pop in America Latina nel 1996 (Tiziano credo avesse 16 anni…). Faccio un plauso alla tua ignoranza che si allinea a quello che proponete e a quella di molti superficiali che fuori dall’Italia non sanno andarci.
Perché ti ricordo che a qualche chilometro dalla frontiera italiana tu musicalmente non sei nessuno.
Ma torniamo a ‘Disco paradise’ targata 2023, canzone che poteva uscire anche nel 1974!…
Fate i duri con i tatuaggi dei dragoni e mi cantate le bolle di sapone? Non lo trovate un po’ trash e un testo un tanto non credibile per l’età che avete?
C’è proprio bisogno di dire ‘alza il finestrino’ e scomodare… Battisti? Non sapete cantare, ma gridate, parlate e storpiate linguaggi nel microfono con volgarità, parolacce e messaggi nelle canzoni veramente discutibili o incomprensibili! Ripeto, ce n’è veramente bisogno?
Il pop è una cosa seria. Si cerca di creare un’identità, un suono collegato a un’emozione, la perfezione della melodia e del mix, dei testi. Si cerca di mandare un messaggio, che si possa avvicinare a un’arte e soprattutto c’è un’ imprescindibile etica nei messaggi.
Ma dimmi un po’.
Quale cavolo è il vostro messaggio?
A me pare solo che il messaggio sia “dai facciamo soldi”! Creiamo un sistema costruendo standard di scarsa qualità, perchè è più facile; perché la qualità è molto più difficile da sostenere.
Forse la qualità te la sei dimenticata o perché meglio attaccarsi al treno del trash o di chi ha i follower? Attento… non ho parlato di fan, ma di follower.
Con il cuore 😅
Pablo
La firma non è un errore di trascrizione, chiariamolo subito. Per chi non lo sapesse, Paolo Meneguzzi si chiama Pablo Meneguzzi e, tra la fine degli anni ’90 e gli ’00, ha avuto un notevole successo (qui parliamo di vendite, passaggi radio, TV, eccetera, di meri numeri senza tirare in ballo la qualità che non è nelle intenzioni di questo articolo).
Il successo arriva dal Sud America. E’ infatti il 1996 quando Pablo vince il Festival di Festival di Viña del Mar in Cile come rappresentante dell’Italia. La fama parte dal Cile e presto si diffonde in tutto il continente sudamericano (Argentina, Messico, Perù, Uruguay).
Ma è solo nel 2001 che Meneguzzi si gioca la carta nazionale: il Festival di Sanremo tra le Nuove Proposte. Il brano in gara si intitola Ed io non ci sto più che si classifica al 7° posto. Sempre di quel periodo è il singolo Quel ti amo maledetto che ottiene anch’esso un buon riscontro radiofonico e l’anno successivo In nome dell’amore.
Nell’estate 2003 esce Verofalso, il brano che si avvicina maggiormente al Tiziano Ferro degli esordi a cui fa riferimento J-Ax (la stampa di quel periodo ne parlò in questo senso). E’ un tormentone estivo che conquista le platee dei festival estivi dell’epoca.
Nella sua carriera Paolo Meneguzzi ha partecipato 4 volte al Festival di Sanremo tra i big (oltre al 2001 tra le nuove proposte):
- nel 2004 arriva al quarto posto con Guardami negli occhi (prego)
- nel 2005 partecipa con Non capiva che l’amavo (non qualificata)
- nel 2007 con Musica arriva sesto
- torna anche nel 2008 con Grande, di nuovo al sesto posto
Dopo la partecipazione al Festival del 2008 ha pubblicato altri due album in Italia: nel 2010 Miami e nel 2013 Zero.
Da lì sono seguiti numerosi singoli.
Grazie al successo sudamericano gran parte dei suoi lavori sono disponibili anche in ligua spagnola, oltre a un lavoro del 2004 uscito in francese.
Sarà finita qui? O dobbiamo attenderci un’altra risposta dal rapper milanese?