Uno Sbirro qualunque, il rapper che, seppur senza un’effettiva certezza, si crede svolga realmente il lavoro del poliziotto, è scomparso da tutti i social.
Sulle nostre pagine vi abbiamo parlato spesso di questo ragazzo che, nascondendo il volto dietro un bataclava, prova a lanciare messaggi positivi ai giovani usando il mezzo che più li coinvolge, quello che lui stesso ama di più. La musica. La musica rap per la precisione.
Qui per esempio trovate una nostra videointervista a Lo Sbirro e qui un approfondimento della nostra giornalista e discografica, Monica Landro.
L’estate del rapper è stata contraddistinta da un nuovo singolo, “Intifada“, da un premio come artista indipendente ritirato al Festival Estivo, dalle vacanze e dall’attività sui social. Questo fino a poco tempo fa.
Nei giorni scorsi infatti ci siamo accorti che tutti i profili social di Uno Sbirro qualunque, Tik Tok e Facebook, per la precisione, sono scomparsi. Oscurati o cancellati. Su YouTube sono spariti invece i videoclip del rapper e sono rimasti solo i brani (presenti anche sulle piattaforme streaming).
Il profilo Instagram al momento risulta ancora attivo ma è stato svuotato di ogni contenuto. Come foto profilo troviamo un’immagine che avverte:
“L’account si disattiverà il giorno 05/09/2023“
Cosa sta succedendo? Inizialmente abbiamo pensato, è uso comune nel mondo della musica rap, ad una campagna promozionale per creare hype su un nuovo singolo. E non è escluso che Uno Sbirro qualunque si stia seguendo le logiche di marketing dei colleghi più o meno famosi.
Allo stesso tempo ci vengono però in mente le parole più e più volte ripetute nelle interviste dal ragazzo:
“Se un giorno dovessi oscurare i miei canali social, quelli dello Sbirro, sarà perché qualcosa di quello che faccio con la musica, con il rap, ha intaccato il mio lavoro…“
Possibile quindi che Uno Sbirro Qualunque sia stato costretto o abbia scelto di oscurare i social per motivi che c’entrano con il suo presunto lavoro da poliziotto. Ovviamente noi speriamo di no perché sarebbe davvero un peccato.
Questo progetto, questo ragazzo, tra tante difficoltà e contro la diffidenza dei colleghi, con la sua musica stava riuscendo a far passare messaggi molto positivi per i giovani a differenza di molti rappresentanti del rap e della trap, che spesso lanciano attraverso le proprie canzoni messaggi diseducativi e contro le istituzioni.