Willie Peyote torna in tour per festeggiare dieci anni dalla pubblicazione di “Non è il Mio Genere, Il Genere Umano” e lo farà a partire dal 27 ottobre da Nonantola. All Music Italia ha colto l’occasione per intervistare il cantautore.
Willie ai nostri microfoni ha voluto raccontare le sensazioni e le emozioni di questo ritorno:
“Mi faceva pensare che un disco uscito dieci anni fa ripartisse dopo tutto questo tempo, chiudendo un cerchio. Sono cambiate tante cose, sono cambiato io, è cambiato il rap e mi faceva piacere l’idea di raccontare come sia cambiato tutto”
L’artista è cambiato nel corso degli anni ma si sente ancora un rapper:
“Mai Dire Mai è molto rap e l’approccio alla scrittura è molto rap. Io non mi sono mai considerato qualcosa di diverso, non so cantare e nei miei pezzi è sempre presente la componente rap.
Mi rendo conto che per chi ascolta un certo tipo di rap io non ho i suoni e lo stile di questo rap, me ne rendo conto, però io mi sento un rapper.
Nel rap game non vengo considerato e non mi è mai interessato farne parte. Conosco tutti i rapper però, più dei cantautori, e molti di quelli che vanno primi in classifica sono della mia generazione, ci conosciamo tutti.”
Proprio restando su tour e rap, torneranno i Club Dogo. Cosa ne pensa Willie Peyote?
“Dei Dogo sono molto contento. Ho suonato una volta con Don Joe, sono un Dogofiero. Mi hanno cresciuto nell’ascolto ed è innegabile il loro peso nell’avere fatto diventare il rap ciò che ascoltiamo oggi.
Purtroppo sono impegnati sul disco e sul tour quindi non credo ci sarà la possibilità di poterli avere nel mio tour”
Nelle scorse settimane è uscito il singolo “Frecciarossa“, un brano dove si parla dell’amore in un’accezione moderna. Tante terminologie del brano vengono utilizzate dai ragazzi della generazione Z:
“Il brano parla proprio di questo, dell’utilizzo di questa terminologia che poi sono termini medici. E’ una nomenclatura delle disfunzioni di una relazione.
A tutti noi è successo di definire il nostro partner o di essere definiti narcisisti, per esempio. Tutti i tormentoni, come quello del malessere, diventano un’abitudine però penso che la nostra propensione nel volere dare una definizione a tutto, incluse le relazioni, fa male.”
Frecciarossa è il preludio a un album?
“Stiamo lavorando a molti pezzi da un po’ di tempo e a livello sonoro Frecciarossa rappresenta ciò che stiamo ricercando in chiave futura. Al momento sto vivendo tutto con molta voglia ma anche molta leggerezza e non so se saranno tanti singoli o un album.”
Cosa succederà sul palco in questo tour…
“Ci sarà tanta musica suonata, una band corposa, e ci sarà molta musica suonata per la prima volta in chiave riarrangiata e riscritta, in parte, nel testo e ci saranno i grandi classici della mia discografia.
Tanto spazio alla musica e alle citazioni ad altre canzoni di altri artisti. Noi mettiamo tantissime citazioni altrui, disseminate nelle canzoni, e spero si colgano e che il pubblico si divertirà nel riconoscerle.”
Di seguito potrete vedere l’intervista completa.