Disponibile in tutti i digital store da venerdì 17 novembre per Carosello Records, “Eugenio Sournia” è il primo e omonimo progetto solista del cantautore livornese Eugenio Sournia, che torna con nuova musica dopo l’esperienza con i Siberia e decide di affidare la produzione dell’intero EP a Emma Nolde.
“Conosco Emma da quando aveva circa sedici anni e stupiva tutti con la sua presenza sul palco e l’evidenza che la musica per lei fosse realmente una vocazione senza scampo. Ho scelto di far produrre questo EP a lei perché, quando siamo insieme, siamo come bambini. Con lei ritrovo l’innocenza che ho perso e un’idea di musica e di suono che arricchisce e completa le mie canzoni, basate principalmente sulle parole”.
EUGENIO SOURNIA PRESENTA IL SUO PRIMO PROGETTO SOLISTA
Questo nuovo capitolo del percorso discografico di Eugenio nasce dall’esigenza di raccontare il rapporto con il dolore, che necessita – secondo il cantautore – di recuperare una sua centralità nella musica e nell’arte.
Le sei canzoni che compongono questo suo nuovo EP sono inoltre particolarmente influenzate dal rapporto con in problemi di salute mentale e dall’esperienza religiosa. Ma non solo! Non mancano infatti escursioni verso temi amorosi o maggiormente orientati alla critica sociale.
Videointervista a EUGENIO SOURNIA
All’interno di questo EP c’è tanto dolore, che in una delle sei tracce tu hai definito “una porta“. Ci parli un po’ più nel dettaglio di questo concetto?
Negli ultimi anni abbiamo dovuto affrontare un dolore collettivo, dovuto dapprima alla pandemia e poi al ritorno della guerra in Europa, per non parlare della crisi climatica. E, per la prima volta, ci siamo trovati di fronte a un futuro che fa paura e che ci frustra con le sue difficoltà.
Il dolore è una porta perché credo che la bellezza sia la cosa più importante ed una delle cose più utili per accedervi è proprio il dolore. Il nostro dovere è quello di non sprecarlo. Gli eventi di cui parlavo prima mi hanno cambiato e sono felice di essere riuscito, se non altro, a farci delle canzoni, perché la cosa che mi piace di più delle canzoni è che rimangono. Sono delle piccole pietruzze – frutto del dolore e della sofferenza – che non possono essere scalfite.
Tu scrivi sin da quando eri piccolo e lo hai fatto dapprima con la poesia e successivamente con la musica. E, proprio a questo proposito, in “Scrivere” canti: “Ho perso gli anni migliori a farmi male per scrivere“. Oggi, cosa rappresenta per te la scrittura?
Se devo essere del tutto sincero la scrittura è la mia vita. Scrivere ha in sé un’emozione gigantesca, che è l’emozione della creazione, del foglio bianco. Per i greci la poesia era l’atto creativo per eccellenza. Quando metti la penna sul foglio può succedere qualsiasi cosa e c’è un’infinitesima possibilità che quello che tu scrivi possa cambiare la vita a qualcun altro. Secondo me, nessun altro lavoro ti mette a disposizione questo con così pochi mezzi. Scrivere è proprio emozionante.
EUGENIO SOURNIA: LA TRACKLIST
- Superwow
- Il dolore è una porta
- Dignità
- Scrivere
- Via Magenta
- Il cielo