20 Gennaio 2024
Condividi su:
20 Gennaio 2024

Matteo Romano: “Vorrei seguire il mio istinto, senza razionalizzare le emozioni”

Scritta con Federica Abbate, "Assurdo" racconta la difficoltà di vivere una relazione senza paura

Matteo Romano Assurdo
Condividi su:

In rotazione radiofonica e in tutti i digital store da venerdì 5 gennaio, “Assurdo” è il nuovo singolo di Matteo Romano, che torna alle origini ripristinando l’atmosfera intima e introspettiva dei suoi primissimi brani (“Concedimi“, “Casa di Specchi“, ecc.).

Scritto a quattro mani con Federica Abbate e prodotto da JVLI, il brano racconta la difficoltà di vivere una relazione senza paura o sovrastrutture, ma anche l’incapacità di trovare un compromesso per comunicare e per stare bene.

Il timore di soffrire, però, rischia di trasformare quel grido d’amore inespresso in distruzione reciproca: “Scappo da tutto. Se amo, distruggo. Assurdo“.

“A volte faccio fatica – per timore o inesperienza – a sentire le mie emozioni, se non passano attraverso la musica”, spiega Matteo Romano. “Per questo tendo a fuggire. E fuggendo, distruggo, soprattutto se provo sentimenti. Questo brano dà spazio a quello che non direi mai ad alta voce, che non scriverei mai e che forse non avrei mai ammesso a me stesso se non in questa forma”.

“ASSURDO”, VIDEOINTERVISTA A MATTEO ROMANO

In questo brano citi Medusa e Neruda. Pensando un po’ alla pittura, ma anche ai libri e al cinema, da cosa ti sembra di trarre più ispirazione per la tua musica?

Mi piace poter usare delle immagini che riportino a un concetto. Medusa, in particolare, richiama il mio concetto di immobilità. Di fatto, nella mitologia Medusa pietrifica le persone con lo sguardo e quello che volevo rappresentare era proprio questo: una situazione in cui io sono pietrificato davanti ai sentimenti e alle emozioni che non riesco ad esprimere.

Neruda, invece, l’ho voluto citare per sottolineare un qualcosa di paradossale. Io dico: “Poetici come Neruda io e te mai”. Di fatto, per quanto io possa sembrare poetico e metaforico, in realtà non lo sono affatto. Io sono una persona anaffettiva, che ha super difficoltà ad essere dolce, e la musica mi permette di essere un po’ più poetico.

Per la cover di “Assurdo” hai in qualche modo smembrato le diverse parti del tuo volto per poi fare un focus su ciascuna. Com’è nata l’idea di questa immagine?

Era bello dare questa idea di rimescolamento e confusione, che è un po’ quello che sento da un punto di vista emozionale.

Nella cover di “Assurdo” smembro le diverse parti del mio volto per poi posizionarle dentro ad uno schema preciso, geometrico. E questo è quello che tendo a fare spesso, ovvero mettere tutte le mie emozioni all’interno di una scatola.

Questo, però, secondo me è sbagliato, perché cerco di razionalizzare qualcosa che non andrebbe razionalizzato.


Foto di copertina a cura di Michele Perna