Dopo la vittoria nel 2020 con “Fai Rumore“, brano certificato triplo disco di platino, Diodato torna in gara al Festival di Sanremo 2024 con “Ti Muovi“.
Scritto, composto e arrangiato dallo stesso Diodato, che ha firmato anche la produzione artistica del brano con Tommaso Colliva, “Ti Muovi” è una ballad intensa ed energica, un prezioso viaggio nell’animo di un essere umano che si trova ad affrontare emozioni inaspettate.
E l’emozione, partendo dall’etimologia della parola stessa, è qualcosa che crea movimento, che scuote equilibri e rimette in discussione le verità che avevamo costruito con fatica. È il riaffiorare di sensazioni e visioni che sembravano essere lontane, ma che riemergono con forza, forse anche per volontà.
“È presenza, è dialogo con chi continua a riemergere dentro di noi e quindi, in un certo senso, anche con noi stessi. Credo che questo brano appartenga al continuo fluire emozionale in cui mi sono immerso in questi anni e rappresenti parte della mia personale ricerca ed evoluzione, divenire artistico e umano. Ho cercato di esprimere musicalmente la passione, l’impeto e la gioia dell’abbandonarsi a un’emozione”.
SANREMO 2024: “TI MUOVI”, VIDEOINTERVISTA A DIODATO
Nella serata dedicata alle cover interpreterai “Amore che vieni, amore che vai” di Fabrizio De André, che ritroviamo anche nel tuo primo album “E forse sono pazzo”. Cosa ti lega a questa canzone e perché hai deciso di portarla sul palco dell’Ariston?
“Amore che vieni, amore che vai” è una canzone che è stata fondamentale nel mio percorso, sia nella scoperta e nella volontà di approfondire la poetica di De André che nel capire quanto fossero importanti le parole. Io venivo da anni in cui ascoltato tantissimo Brit-Pop e Brit-Rock. Quindi, ero molto concentrato sul suono e nelle mie prime produzioni davo molta più importanza alle sonorità. Poi ho capito che per scrivere in italiano dovevo lasciare spazio al testo.
De André è sempre stato un punto di riferimento. Questa cover, nello specifico, è finita in un film, che mi ha dato un po’ di attenzione in più. Insomma, è parte di questo viaggio. Il mio primo Festival è arrivato dieci anni fa e mi piaceva l’idea di omaggiare un grande come De André su quel palco, a pochi chilometri da casa sua e per di più a 25 anni dalla sua scomparsa.
Foto di copertina di Alessio Albi