Accelera la macchina di Sanremo, ormai messa in corsa su strada in discesa senza bisogno di scalar marcia, fino a lunedi, quando, a Roma, si terranno le audizioni dei 61 giovani (60 selezionati dalla commissione, più la vincitrice di Castrocaro) da cui ne usciranno soltanto i definitivi 6, che assieme ai due nomi provenienti da Area Sanremo si giureranno battaglia a colpi di note sul palco del teatro Ariston in Febbraio.
Da qualche giorno sul sito della Rai è possibile ascoltare i brani dei 61 superstiti di ben 578 ai nastri di partenza, per poterli contrassegnare con un “Like” o addirittura poterli commentare. E’ chiaro che per moltissimi giovani artisti è già gran risultato essere promossi per l’esecuzione live dinanzi alla commissione selezionatrice composta da Carlo Conti (in qualità di Presidente), Giovanni Allevi, Carolina Di Domenico, Claudio Fasulo, Giuseppe Pirazzoli, Ivana Sabatini e Rocco Tanica degli Elio e Le Storie Tese ma è altrettanto chiaro che l’appetito vien mangiando ed adesso per ognuno di loro è lecito sperare nell’ultima decisiva promozione.
Io ho ascoltato tutti i brani per conto di All Music Italia, più e più volte ed in virtù di tali ascolti, provo ad individuare dal mio, opinabile di certo, punto di vista su cosa e chi meriterebbe di fare quest’ultimo passo verso il festivalone di Febbraio.
Tra i 61 giovani il pezzo dei pezzi, quello che potrebbe con più facilità vincere anche la prova del tempo e delle mode, a nostro parere lo porta tale Giovanni Caccamo, ex X-Factor (anche se nel talent durò il tempo di marinatura delle acciughe lasciate in aceto ) e successivamente nome non sconosciuto a chi bazzica il mondo musicale. Recentemente il nostro ha collaborato anche con Franco Battiato. La voce ricorda in alcune sfumature Francesco Renga e la sua Ritornerò da te, dal titolo un po’ obsoleto, è una convincente ballata armoniosa su giro d’archi che ben si presta all’accompagnamento orchestrale e permette riuscite aperture vocali, belle anche come esempio per aspiranti cantanti.
I più cliccati sono (al momento della scrittura dell’articolo, ndr) i Santa Margaret già vincitori dell’ultimo Coca Cola Summer Festival, anche se al cospetto delle quasi 10.000 visite raccolgono una percentuale molto bassa di gradimento. Tuttavia la loro Voglio urlare i miei sogni si presta decisamente al palco di Sanremo, senza snaturare la loro verve compositiva che non li vede certo proposta banale. Convince insomma.
Il premio melodia se lo prende tutto un ex amico di Maria, tale Enrico Nigiotti la cui Qualcosa da decidere potrebbe facilmente metter d’accordo giovani e meno giovani, grazie ad un inciso arioso ed aperto, in cui la voce del giovane (che ai tempi del talent si avvalse anche della scrittura di Gianluca Grignani), pur abbastanza limitata, si muove con agilità e soprattutto colore personalissimo.
Il premio interpretazione è facilmente attribuibile ad un’ altra “ex talentosa”, ovvero Simonetta Spiri, che ivi propone un testo sulla violenza domestica, oggi argomento quanto mai attuale. C’è carica ed espressività necessarie ad un testo simile per renderlo credibile e la cantante sarda c’è riuscita, mettendo a segno probabilmente la sua miglior proposta nei vari anni di tentativi vani.
Il pezzo scorrevole senza coni d’ombra (cosa che non riesce spesso ai giovani artisti ) è quello di Ermal Meta, Volevo dirti e forse questo viene anche dalle sue esperienze, prima come vocalist de’ La Fame di Camilla e poi come autore tra gli altri per la divina Patty Pravo e per la più contemporanea Annalisa, che lo hanno reso più asciutto nella scrittura, essenziale pur stando attento a non finire in arrangiamenti banali. Qui per lui c’è un riuscito approccio 80 ed una voce che ci ricorda in alcuni momenti quella di Paul King, meteora di quegli anni con un paio di grandi hits a favore.
Premio canzone radiofonica per eccellenza a Marsica, che già dal titolo Di rosso e di panico si rende interessante al primo ascolto, poi non deluso da un brano irriverente sugli incubi che può provocare un passo importante come il matrimonio. La radiofonicità del pezzo è sposata poi all’intelligenza arrangiamentale che non vuole la ripetizione dell’inciso facile e cantabile nel finale, per ripiegare su armonizzazioni vocali lanciate su tappeto elettronico.
Tra i vari rappers presentatisi, il miglior pezzo a mio avviso lo porta tale Manuel Finotti, che più che esser rapper porta un brano che ne è vicino nelle intenzioni; la sua Post scriptum dal testo con partenza sboccata ad impatto, sembra “Tizianeggiare” nel senso positivo del termine, laddove si considera Ferro come il più talentuoso dei nostri cantautori “pop”.
Premio per la canzone che dovrebbe arrivare a Sanremo perchè proprio non da Sanremo è per l’ex The Voice, Tommaso Pini, la cui Passatempo potrebbe far scongelare le mummie onnipresenti in platea all’Ariston a suon di bit e voce particolarissima; attenzione però a non “mengonizzare”.
Questi quelli che mi sento di segnalare nello specifico ma non sono di certo gli unici promossi; promossi ad esempio Byro & Nux con il loro soft hip hop su base acustica, Manuel Foresta anche se limitato da una somiglianza troppo forte con Mario Biondi, che qualora tra i big, come si vocifera, renderebbe inutile la sua partecipazione, Francesco Guasti col suo fm rock, i Carboidrati corali e cantabili, i Loren con un brano pop danzereccio, Rubens Capone col suo reggae leggero ma d’atmosfera, la vincitrice di Castrocaro Alina Nicosia, che ha dalla sua un inciso d’ impatto, anche se prevedibile e Stefano Maiuolo che riesce a fondere due delle realtà giovani i questi ultimi anni ovvero Antonio Maggio e Renzo Rubino.
Per una serie di promossi a pieni voti o con larga sufficienza è chiaro che esistono anche una serie di bocciati, qualcuno pure di lusso. I Dari, ad esempio, sembran non accorgersi del tempo che passa e la loro proposta finisce col sembrare solita per chi li ha ascoltati già, troppo adolescenziale per chi non lo ha mai fatto. Daniel Adomako potrebbe utilizzare la sua voce per pezzi decisamente più interessanti; quello presentato per l’occasione è arrangiato in maniera drammatica e rende ancor più pesante la sua voce che già ha bisogno di un umore adeguato per esser digerita. Insomma ce lo vedreste un brano di Adomako appena svegli? Beji e Fede anche per età sono portatori sani quel pop adolescenziale da carie ai denti, che non mette e non toglie. Ed ancora Diana Del Bufalo, moltissimi clic per lei perchè già nota non solo grazie ad Amici ma anche alla Gialappa’s band, ormai è intrippata con queste canzoni atte a stupire l’ascoltatore con testi provocatori e a doppio senso, ma con questa Personalità multiple riesce solo ad irritare e cosa importante e fondamentale nella musica, non ha possibilità di superare indenne un secondo ascolto, perchè un pezzo del genere ti incuriosisce pure, cerchi di capire dove va a parare, ma un volta che lo hai capito, ti rendi conto che può parare solo nel cestino sul desktop. Peccato perchè a Diana le qualità non mancano. Per Maltese la canzone è da rime facili, chiamate, per Caos invece il pezzo è melodicamente vecchio, mentre per i Freski, Lazzi e Spilli mi viene da dire soltanto: “ma perchè”? Il resto delle proposte si divide tra la melodia più vicina al mondo sanremese o brani che non decollano, che non possono certo rappresentare in alcun modo lo start di una carriera, lunga o breve che sia; una sorta di :”non hai vinto ritenta, insomma!”.
Questo è ciò che penso al momento, certo che magari con l’esibizione live, dinanzi alla commissione, qualcosa può guadagnar crediti ed altro perderli. Non ci resta che attendere ed augurare a tutti, proprio tutti un enorme in bocca al lupo.