Qualche settimana fa vi abbiamo parlato in questo articolo del mancato rinnovo dell’accordo tra Universal Music Group e TikTok evento che ha portato alla rimozione da parte della nota piattaforma video di tutti i brani della major. Ora, con qualche giorno di anticipo, TikTok avrebbe avviato il terzo ed ultimo step della rimozione.
Gli amici di Launcher Music spiegano con una grafica molto chiara quello che sta accadendo.
Ricordiamo che il 31 gennaio scorso l’accordo tra TikTok e Universal Music Group è scaduto e la major ha deciso di non rinnovarlo in quanto non ha trovato soddisfacente e rispettoso, nei confronti della musica e degli artisti, l’accordo proposto dalla piattaforma.
Questo ha portato ad un primo step che ha visto la rimozione da parte di TikTok di tutte le canzoni degli artisti di Universal.
Nel secondo step, già attuato, la piattaforma ha rimosso tutti i video che contengono tracce del vasto catalogo di Universal Music, sia come utilizzo del suono che come sottofondo.
Il terzo e ultimo step, iniziato il 27 febbraio come da comunicazione di TikTok, porterà al takedown, ovvero alla rimozione, anche dei brani della sezione editoriale di Universal, la Universal Music Publishing.
Quest’ultima azione è sicuramente un duro colpo in quanto, secondo quanto si apprende da Launcher, coinvolge anche alcuni brani distribuiti da altre case discografiche ma che coinvolgono autori sotto contratto con Universal.
E se consideriamo che tra questi ci sono alcuni dei più prolifici autori italiani, da Davide Petrella a Federica Abbate, da Alessandro La Cava a Jacopo Ettore, sarebbero tanti suoini/brani che potrebbero essere rimossi. Da Sanremo 2024 per esempio le canzoni di Angelina Mango, Ghali e Rose Villain.
Secondo TikTok i brani rimossi saranno in totale, tra Universal Music e Universal Music Publishing, il 30% della musica più popolare sulla piattaforma mentre secondo MBW la percentuale sarebbe ben più alta, l’80%.
Riusciranno Universal Music e TikTok a trovare una soluzione che metta d’accordo entrambe le parti l’1 marzo prossimo? Non ci resta che aspettare.